Ferrovia Bari-Martina Franca-Taranto: differenze tra le versioni

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|gestore = [[Ferrovie del Sud Est|FSE]]
|gestore2 = The Subventioned Railways Corporation Ltd. (1900-1908)<br/>[[Società anonima delle ferrovie sussidiate|SAFS]] (1908-1931)</br>[[Società anonima italiana per le ferrovie salentine|AFS]] (1925-1931)<ref>Tratta Martina Franca-Locorotondo.</ref><br/>[[Società anonima per le strade ferrate pugliesi]] (1931)<ref>Tratta Martina Franca-Taranto.</ref>
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I primi progetti per una strada ferrata che servisse l'entroterra barese risalgono al [[1868]], quando l'ingegnere Michele Lofoco progettò una linea che collegasse [[Bari]], [[Putignano]], [[Gioia del Colle]], [[Brindisi]], [[Alberobello]] e [[Locorotondo]]; pochi anni dopo ([[1871]]) l'ingegner Giorgio De Vincentiis propose al [[Provincia di Bari|Consiglio provinciale di Bari]] la costruzione di una linea Bari-Capurso-Putignano-Martina Franca<ref>Marra, ''op. cit.'', p. 32</ref>.
 
Nel [[1884]] si costituì un consorzio tra i comuni interessati alla ferrovia, che commissionarono all'ingegner Eugéne Vilers (direttore d'esercizio della [[tranvia Bari-Barletta]]) un progetto di massima per la sua realizzazione: tale progetto, presentato nel [[1886]], prevedeva una linea principale tra Bari e Putignano, una linea diramantesi dalla precedente tra Capurso e Putignano e una terza sezione tra Putignano e Locorotondo per complessivi 106,751 km e trazione a vapore<ref>Marra, ''op. cit.'', pp. 33-35</ref>.
 
Il 22 febbraio [[1896]] la società inglese The Subventioned Railways Corporation Ltd., con sede a [[Londra]] e rappresentanze a [[Roma]] e Bari, ottenne l'approvazione della concessione per la costruzione e l'esercizio della ferrovia Bari-Locorotondo, con diramazioni Capurso-Putignano, che riprendeva i progetti di De Vincentiis e Vilers. Della società britannica erano rappresentanti Domenico Mattei, imprenditore di [[Livorno]], e Giuseppe Regazzoni, finanziere comasco; maggior socio della società era il marchese livornese Alfonso de Ghantuz Cubbe<ref>Marra, ''op. cit.'', p. 35</ref>.
 
Il progetto fu successivamente rivisto, diramando la linea da [[Mungivacca]]; la prima tratta, tra Bari e Putignano, fu aperta al servizio il 12 agosto [[1900]], mentre la Putignano-Locorotondo aprì il 14 dicembre [[1903]]<ref>Marra, ''op. cit.'', p. 36</ref>. L'insufficiente traffico della linea e gli oneri di costruzione fecero sì che la società entrasse in difficoltà finanziarie, aggravate dal fallimento (avvenuto nel [[1906]]) della banca comasca Sala Regazzoni & C., principale finanziatrice della società, la quale fu dichiarata fallita il 10 ottobre 1906<ref>Marra, ''op. cit.'', pp. 37-38</ref>.
 
L'esercizio ferroviario fu dapprima affidato al curatore fallimentare della "Subventioned", e quindi, nel [[1908]], alla [[Società anonima delle ferrovie sussidiate]], quotata dal [[1913]] alla [[Borsa di Milano]]<ref>Marra, ''op. cit.'', pp. 38-39</ref>. Dopo un discreto inizio, i conti sociali ritornarono in rosso, tanto da portare nel [[1918]] al commissariamento dell'azienda; l'[[1919|anno successivo]] il pacchetto azionario di maggioranza fu acquistato dalla [[Banca Italiana di Sconto]], la quale lo cedette pochi anni dopo all'avvocato [[Ugo Pasquini]]<ref>Marra, ''op. cit.'', pp. 39-40</ref>.
 
Nel frattempo, il 12 luglio [[1911]] la [[Società anonima italiana per le ferrovie salentine]] aveva ottenuto la concessione per la costruzione e l'esercizio della tratta Francavilla Fontana-Ceglie Messapica-Martina Franca-Locorotondo, che si sarebbe dovuta connettere con l'esistente linea: la connessione tra le due linee avvenne il 24 dicembre [[1925]] con l'apertura della Martina Franca-Locorotondo<ref>Marra, ''op. cit.'', p. 55</ref>.
 
Sempre nel 1925 le "Salentine" avenvano ottenuto anche la concessione per la tratta Martina Franca-Taranto, linea ipotizzata sin dal [[1896]]<ref>Marra, ''op. cit.'', pp. 56-57</ref>; le difficoltà finanziarie della famiglia Bombrini, proprietaria della società, portarono al commissariamento della stessa, e per non pregiudicare la costruzione della Taranto-Martina la concessione fu ceduta nel [[1929]] alla [[Società anonima per le strade ferrate pugliesi]]. Il primo treno tra Martina Franca e Taranto transitò il 13 dicembre [[1930]], e l'esercizio regolare iniziò il 22 aprile dell'[[1931|anno successivo]]<ref>Marra, ''op. cit.'', pp. 58-59</ref>.
 
Il 6 agosto 1931 si costituì a Roma la [[Ferrovie del Sud Est|Società Anonima Italiana per le Ferrovie del Sud Est]], la quale incorporò il successivo 30 settembre la Società anonima italiana per le ferrovie salentine e la Società anonima delle ferrovie sussidiate<ref>Marra, ''op. cit.'', p. 71</ref> e nel [[1933]] mediante un aumento di capitale attuato tramite la controllata [[Strade Ferrate Sarde]], passò sotto il controllo dell'azienda anche la Società anonima per le strade ferrate pugliesi<ref>Marra, ''op. cit.'', p. 72</ref>.
 
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==Note==
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==Bibliografia==
* Pietro Marra, ''Rotaie a Sud Est. Ferrovie da Bari al Capo di Leuca. Da Bastogi, ai Bombrini, ai nostri giorni.'', Bagnacavallo (RA), PGM, 2014. ISBN 978-88-909824-0-8
 
== Voci correlate ==