Papa Giovanni VIII: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
=== Origini e carriera ecclesiastica ===
Nacque a [[Roma]] verso l'820 da Gundo<ref name=":0">{{Cita|Rendina|p. 289}}</ref>, che fu poi arcidiacono cardinale sottodurante il pontificato di [[Papa Sergio II|Sergio II]]<ref>{{Cita|Moroni|p. 49}} riporta che tale Guido (o Gondo) fosse stato «arcidiacono cardinale sotto Sergio III». [[Papa Sergio III|TaleSergio papaIII]]» che però, regnante tra il 904 e il 911, non poteva essere quello citato dal Moroni per questioni cronologiche. Ergo, siSi può quindi ritenere quelil papa citato come Sergio II.</ref>. Dal nome paterno, deduciamosi può dedurre che Giovanni fosse di origine longobarda<ref name=":0" />. Consacrato [[arcidiacono]] dallnell'[[852]] sottoda [[Papapapa Leone IV|Leone IV]], era stato stretto collaboratore di [[Papa Niccolò I|Niccolò Magno]]<ref name=":1">{{Cita|Kelly|p. 193}}</ref> e sostenitore della sua energica politica, nonché fautore della mediazione che portò all'elezione del suo predecessore [[Papa Adriano II|Adriano II]]. Alla morte di quest'ultimo, nell'872, il seggio pietrino fu conteso datra Giovanni e da [[Papa Formoso|Formoso]], [[Vescovo di Porto e Santa Rufina|vescovo di Porto]]<ref name=":2">{{Cita|Sennis}}</ref>. Alla fine, però,ma il popolo, il clero e la milizia della città di Roma (all'epoca, il papa veniva eletto dietro consenso del ''populi romani'') scelsero Giovanni, il qualeche fu consacrato papa il 14 dicembre dell'872<ref name=":0" /><ref name=":7">{{Cita|Moroni|p. 49}}</ref>, lo stesso giorno in cui papa Adriano venne a mancare<ref name=":5">Cfr. [[Papa Adriano II]]</ref>.
 
Uomo energico e dal carattere volitivo<ref name=":0" />, Giovanni VIII s'ispirò a [[Papa Gregorio I|Gregorio Magno]] e a [[Papa Niccolò I|Niccolò Magno]] nella sua lotta per la supremazia papale<ref name=":1" />. Tra le riforme realizzate durante il suo pontificato, si ricorda particolarmente la riorganizzazione amministrativa della curia pontificia.
 
=== Pontificato ===
==== I rapporti con i Carolingi ====
[[File:Pope John VIII Illustration.jpg|thumb|Papa Giovanni VIII, in un'illustrazione di Artaud de Montor (1772-1849) originariamente realizzata nel 1842 e poi riportata in ''The Lives and Times of the Popes'' by Chevalier Artaud de Montor, New York: The Catholic Publication Society of America, 1911.]]
Alla morte senza eredi maschi dell'imperatore [[Ludovico II il Giovane|Ludovico II]], nell’875, l'impero si trovò ad essere conteso tra i suoi zii [[Carlo il Calvo]] e [[Ludovico II il Germanico]], il quale ultimo voleva assicurare la successione imperiale al figlio [[Carlomanno di Baviera|Carlomanno]] che, peraltro, era stato designato dallo stesso Ludovico II come suo successore. Ma contro la volontà del defunto imperatore, riaffermata con forza dalla vedova [[Engelberga d'Alsazia|Engelberga]], e in aperto contrasto con la fazione filogermanica di Roma, guidata, tra gli altri, dal vescovo di Porto Formoso, il pontefice che, forse anche per continuità con le scelte dei suoi predecessori<ref>Secondo il [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]], già [[papa Adriano II]], ancora in vita Ludovico, avrebbe promesso a Carlo il Calvo la corona, alla morte del nipote.</ref>, prediligeva il ramo "francese" della dinastia carolingia, inviò immediatamente un'ambasceria a Carlo, in cui lo invitava a recarsi immediatamente a Roma per essere incoronato. Senza perdere tempo Carlo si precipitò a Roma dove il giorno di [[Natale]] dell’875 Giovanni lo incoronò imperatore nella [[Antica Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]]. Entrambi si recarono poi a [[Pavia]] per celebrare un sinodo<ref name=":7" /> in cui Carlo fu anche incoronato re d'Italia. Normalmente questo titolo veniva conferito dall'imperatore o da una “dieta” imperiale; il fatto che sia stato attribuito dal papa e dai vescovi non fece che rafforzare il potere del pontefice nei confronti dell’impero<ref name=":Gre">{{Cita|Gregorovius}}</ref> .
 
Il papa sperava in un aiuto da parte di Carlo per contrastare le frequenti e pericolose incursioni dei [[Saraceni]] e per mettere a tacere l'opposizione filogermanica particolarmente attiva in Roma, ma rimase deluso in tutte le sue aspettative per l'inettitudine e l'incapacità dell'imperatore<ref name=":3">{{Cita|Rendina|p. 290}}</ref>. Peraltro, l'impero di Carlo durò molto poco: nell'ottobre 877 era già venuto a mancare<ref>Cfr. [[Carlo il Calvo]]</ref>. Certamente Carlo per ottenere la corona dovette fare molte concessioni alla Chiesa e dovette sborsare ingenti somme per ingraziarsi il favore dei Romani. E il papa, del resto, lo considerava apertamente una sua creatura. «Con Carlo il Calvo la maestà imperiale si abbassò tanto quanto si innalzò l’autorità del pontefice.» <ref name=":Gre" /> .
==== Governo della Chiesa ====
 
Immediatamente [[Carlomanno di Baviera|Carlomanno]] si precipitò in Italia alla testa di un esercito per ottenere l'incoronazione, ma il papa prese tempo, anche per paura che il partito filogermanico romano rialzasse la testa. In aiuto di Giovanni si verificò una violenta epidemia, che decimò l'esercito di Carlomanno il quale, ammalatosi lui stesso, dovette tornare in [[Baviera]]<ref name=":9">{{Cita|Rendina|p. 292}}</ref>.
===== La personalità di Giovanni VIII =====
Uomo energico e dal carattere volitivo<ref name=":0" />, Giovanni VIII s'ispirò a [[Papa Gregorio I|Gregorio Magno]] e a [[Papa Niccolò I|Niccolò Magno]] nella sua lotta per la supremazia papale<ref name=":1" />. Tra le riforme realizzate durante il suo pontificato, si ricorda particolarmente la riorganizzazione amministrativa della curia pontificia.
 
Subito si fecero avanti Lamberto, [[Ducato di Spoleto|duca di Spoleto]] e Adalberto, duca di Tuscia, che occuparono Roma e di fatto tennero il papa prigioniero, imponendogli di eleggere imperatore Carlomanno; ma Giovanni non cedette alle pressioni e anzi scomunicò i due duchi ribelli che, visto inutile ogni tentativo di agire con la forza, rientrarono nelle loro terre<ref name=":9" />.
=====Le relazioni con chiesa e impero bizantini=====
{{vedi anche|Concili_di_Costantinopoli_dell'869–870_e_dell'879–880}}
Giovanni, per migliorare i suoi rapporti con Bisanzio, nell'agosto [[879]]<ref name=":6">{{Cita|Kelly|p. 194}}</ref> riconobbe il reinsediamento di [[Fozio di Costantinopoli|Fozio]] come legittimo patriarca di Costantinopoli dopo la morte del [[Ignazio I|Patriarca Ignazio]] (877)<ref name=":8">{{Cita|Rendina|p. 293}}</ref>. Giovanni poneva come condizioni che la [[Chiesa ortodossa bulgara|Bulgaria]] non fosse sottoposta alla giurisdizione bizantina ma fosse autonoma e che Fozio facesse ammenda dei suoi errori<ref name=":6" />. Il Concilio di Costantinopoli si svolse nella [[Basilica di Santa Sofia (Istanbul)|chiesa di Santa Sofia]] tra il 17 novembre 879 e il 13 marzo 880. Fozio si incaricò di leggere davanti all'assemblea le lettere papali: abilmente, tacque sulle condizioni poste da Roma<ref name=":5" />. Nonostante ciò, i legati papali accettarono la dichiarazione in quanto vi si riconosceva il primato petrino<ref name=":5" />, ma il capo della delegazione, il vescovo [[Papa Marino I|Marino]]<ref>{{Cita|Rendina|p. 294}}</ref>, non poté tacere riguardo l'omissione delle clausole. Per questo motivo, fu tenuto segregato dall'imperatore [[Basilio I il Macedone]] perché non avvertisse immediatamente il papa<ref name=":8" />. Quando però Marino fu liberato, all'inizio dell'881<ref name=":8" />, questi ritornò a Roma per riferire delle macchinazioni bizantine. Giovanni VIII procedette, pertanto, nel rinnovamento della scomunica dell'intrigante patriarca<ref name=":8" />.
 
Sentendosi abbandonato e in pericolo Giovanni fuggì in Francia, dove il 7 settembre 878 incoronò imperatore [[Ludovico II il Balbuziente|Ludovico II di Francia]], il debole e malaticcio figlio di Carlo il Calvo<ref name=":9" />. Mentre sperimentava l'inettitudine e l'inaffidabilità del nuovo sovrano, Giovanni puntava le sue attenzioni su una nuova alternativa: Bosone, uomo molto influente, duca di Lombardia, cognato di Carlo il Calvo e genero del defunto Ludovico II. Il papa gli promise appoggio nel tentativo di ottenere il regno di [[Provenza]] e gli fece intravedere la possibilità di ottenere la corona imperiale, sempre nella speranza di ricevere aiuto negli affari dello Stato della Chiesa, ma ben presto anche Bosone voltò le spalle al pontefice il quale, del resto, non fu da meno, quando si rese conto che quella strada era impraticabile. «Giovanni VIII, pontefice violento e vendicativo come pochi altri, si lasciò sempre trascinare dalle sue cieche passioni ed azioni sconsiderate e precipitose: perciò tutte le sue imprese fallirono ed egli stesso, nell'istante in cuiu mise piede sul suolo francese, precipitò per sempre dall'altezza alla quale si era innalzato.»<ref name=":Gre" />.
===== La protezione di Metodio =====
Giovanni difese [[Santi Cirillo e Metodio|Metodio]] dai suoi nemici germanici, che contestavano il suo uso della [[Lingua slava ecclesiastica antica|lingua slavonica]] nella liturgia. Il pontefice confermò il permesso di usare lo slavonico, che era stato originariamente garantito da [[papa Adriano II]], il suo predecessore<ref name=":2">{{Cita|Sennis}}</ref>.
 
Anche Ludovico il Balbuziente morì molto presto, già nell'aprile dell'anno successivo. Il papa dovette cedere. Nell'879, quando già non era più in grado di seguire gli affari di stato, Carlomanno assegnò l'Italia al fratello [[Carlo il Grosso]], che Giovanni nel febbraio 881 dovette incoronare imperatore<ref name=":9" />. La scelta di eleggere un membro dei [[Regno dei Franchi Orientali|Franchi Orientali]] (dunque quelli germanici) era dovuta al fatto che il ramo occidentale della dinastia non aveva più eredi, pertanto Giovanni VIII dovette accondiscendere ad incoronare l'ultimo rampollo rimasto della [[dinastia carolingia]]<ref name=":2" />. Anche in questo caso, Giovanni si trovò davanti ad un imperatore ancora più patetico del precedente, in quanto non solo era un indolente e privo di abilità politica, ma non fornì alcun aiuto contro i saraceni<ref name=":7" />.
==== I rapporti con i Carolingi ====
[[File:Pope John VIII Illustration.jpg|thumb|Papa Giovanni VIII, in un'illustrazione di Artaud de Montor (1772-1849) originariamente realizzata nel 1842 e poi riportata in ''The Lives and Times of the Popes'' by Chevalier Artaud de Montor, New York: The Catholic Publication Society of America, 1911.]]
Giovanni VIII incoronò due imperatori della dinastia carolingia: [[Carlo il Calvo]] e [[Carlo il Grosso]]. Carlo il Calvo fu prescelto da Giovanni in contrapposizione a [[Carlomanno di Baviera|Carlomanno]], figlio di [[Ludovico il Germanico]], in quanto il pontefice prediligeva il ramo "francese" della dinastia carolingia<ref name=":3">{{Cita|Rendina|p. 290}}</ref> in opposizione ai suoi membri germanici. Così, Carlo il Calvo poté essere incoronato nel [[Natale]] dell'875 in [[Basilica di San Pietro|San Pietro]]<ref name=":3" />, col quale poi il papa si portò a [[Pavia]] per celebrare un sinodo<ref name=":7" />. L'impero di Carlo durò, però, molto poco: nell'877 era già venuto a mancare<ref>Cfr. [[Carlo il Calvo]]</ref>. Papa Giovanni, il quale aveva sperato da parte del defunto imperatore un aiuto militare contro i [[saraceni]], ripiegò allora sul figlio di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso. La scelta di eleggere un membro dei [[Regno dei Franchi Orientali|Franchi Orientali]] era dovuta al fatto che [[Ludovico II il Balbuziente|Ludovico II di Francia]], figlio di Carlo il Calvo, era debole e malaticcio<ref name=":9">{{Cita|Rendina|p. 292}}</ref>. Pertanto Giovanni VIII dovette limitarsi ad incoronare l'ultimo rampollo della [[dinastia carolingia]], nel febbraio dell'881<ref name=":2" />. Anche in questo caso, Giovanni si trovò davanti ad un imperatore ancora più patetico del precedente, in quanto non solo era un indolente e privo di abilità politica, ma non fornì alcun aiuto contro i saraceni<ref name=":7" />.
 
==== La difesagestione dellapolitica cristianitàdi daiRoma Saracenie del patrimonio della Chiesa====
Il partito di opposizione a Giovanni, partito filogermanico, era particolarmente attivo in Roma, ed era guidato non solo da personaggi di spicco dell'amministrazione civile, ma anche da alti funzionari e prelati all'interno della curia, come ad esempio [[Papa Formoso|Formoso]], il [[Vescovo di Porto e Santa Rufina|vescovo di Porto]]. Il 19 aprile 876 Giovanni, che aveva accusato i suoi avversari di congiura contro lo Stato, convocò un concilio nel quale ordinò loro di presentarsi per esporre le proprie motivazioni. I capi dell'opposizione si guardarono bene dall'accettare l'ingiunzione e il 30 giugno Giovanni scagliò contro tutti loro la scomunica<ref name=":3" />.
===== I precedenti =====
Se dagli imperatori Giovanni VIII non aveva ottenuto alcun finanziamento o truppe, lo stesso valse anche da parte dei vari feudatari italiani. Roma infatti era ancora esposta alle scorrerie dei [[Saraceni]] (non era ancora stata dimenticato l'attacco dell'846 durante il quale furono saccheggiate la [[basilica di San Pietro]]<ref>{{Cita|Rodolphus Fuldensis|p. 365}}:{{Citazione|In questi tempi, giunti a Roma i Mori con l'esercito, poiché non potevano irrompere nella città, saccheggiarono la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]].|3 = His temporibus Mauri Romam cum exercitu venientes, cum non possent urbem inrumpere, aecclesiam sancti Petri vastaverunt.|lingua = La|lingua2 = Ita}}</ref>, che si trovava fuori le mura, profanando la tomba del primo apostolo, e la [[Basilica di San Paolo fuori le mura]]).
 
Per quanto riguarda l'amministrazione dei beni della Chiesa, da tempo ormai essi erano oggetto di concessioni e alienazioni a favore di personaggi di alto rango, e non solo in ambito ecclesiastico. Oltre agli imperatori, che concedevano chiese e conventi a vescovi e conti a titolo di ''feudo'' personale, gli stessi pontefici, per assicurarsi l'elezione o i favori dell'aristocrazia romana, o per ammorbidire le posizioni dei capi del partito avverso, erano soliti concedere benefici, che spesso si trasformavano in patrimoni ereditari, e che in tal modo spezzettavano e depauperavano il patrimonio della Chiesa. In un sinodo tenuto a [[Ravenna]] nell'877 Giovanni proibì la concessione dei beni e territori appartenenti al patrimonio di San Pietro, che dovevano essere direttamente amministrati dal fisco pontificio<ref name=":Gre" />.
===== La protezione di Roma, la lega dell'877 e la vittoria del Circeo =====
Giovanni cercò aiuto, come prima si è detto, in Carlo il Calvo, ma l'autorità imperiale era troppo debole perché questa inviasse un esercito a difendere il Sud Italia. Ma i Saraceni negli anni successivi non rinunciarono ad attaccare la cristianità in nome di Maometto. Per questo motivo, Giovanni VIII decise di prendere nelle sue mani la situazione. Da un lato decise: di fortificare le mura leonine volute vent'anni prima da Leone IV; di proteggere la zona circostante Ostia e di edificare un avamposto militare chiamato in suo nome "Giovannopoli"<ref name=":4">{{Cita|Rendina|p. 291}}</ref> o "Giovannipoli"<ref>''Castellum S. Pauli vocatur Ioannipolim''... v. Bolla del 1074 di Gregorio VII di conferma dei beni del Monastero in Bullarium Casinense, Todi 1670, vol. II, p.109.</ref>; dall'altro, convocò nell'[[877]] a [[Traetto]]<ref name=":2"/> il principe di [[Salerno]] [[Guaiferio di Salerno|Guaiferio]] e i duchi Pulcario di [[Amalfi]], Landolfo di [[Capua]], Docibile di [[Gaeta]] e [[Sergio II di Napoli]], cioè le principali autorità politiche delle zone più minacciate dalle invasioni degli [[arabi]] (alcune di esse erano state anche occupate), con l'intento di creare una lega comune per porre fine alle scorribande. Il pontefice, però, fallì in parte nel suo intento: solo Guaifiero e Pulcario si allearono con il pontefice (dietro pagamento di denaro<ref name=":4" />), in quanto Sergio II aveva forti legami commerciali con i saraceni<ref name=":4" />. Con le forze che riuscì a raccogliere, Papa Giovanni VIII si mise lui stesso alla testa di una flotta che batté, sempre nell' 877 e al largo di [[Circeo|Capo Circeo]], una flotta musulmana<ref name=":4" />.
 
=====Le Larelazioni finecon della legachiesa e la sconfitta di Giovanniimpero =bizantini====
{{vedi anche|Concili_di_Costantinopoli_dell'869–870_e_dell'879–880}}
Giovanni poté quindi vendicarsi di [[Sergio II di Napoli|Sergio II]], incitando alla ribellione il [[Arcidiocesi di Napoli|vescovo di Napoli]] e fratello del duca, [[Atanasio II di Napoli|Atanasio]]<ref name=":9" />. Atanasio fece cavare gli occhi a Sergio e lo mandò a [[Roma]] presso papa Giovanni VIII, che lo mise in carcere fino alla morte<ref>{{cita|Giannone|p. 383}}{{citazione|Atanasio fa cavare gli occhi al duca Sergio suo fratello e lo presenta così al papa che dimostra di esserne molto contento.}}</ref><ref>{{cita|Mauri|p. 249}}{{citazione|Era Vescovo di Napoli in questi tempi Atanasio fratello di Sergio, che all'altro Atanasio suo zio era nella cattedra succeduto, il quale per far cosa grata al Papa conculcando tutte le leggi del sangue e della natura, portato anche dall'ambizione, imprigionò il proprio suo fratello e cavatigli gli occhi lo presentò al Papa in Roma: Giovanni gradi molto il dono, e fattolo rimanere a Roma, finì quivi miseramente la sua vita.}}</ref>. In seguito alla vittoria Guaiferio e Pulcario, dopo aver ricevuto il compenso promesso dal papa, si sentirono slegati dal giuramento di fedeltà fatto al pontefice e Giovanni, fu costretto a comprare, nell'aprile dell'[[878]], una tregua ai [[musulmani]] nella misura di 25.000 [[Mancuso (moneta)|mancusi]] d'argento<ref name=":1" /><ref>{{Cita|Amari|p. 593}}</ref>.
Giovanni, perPer migliorare i suoi rapporti politici con BisanzioCostantinopoli (anche in prospettiva antisaracena), nell'agosto [[879]]<ref name=":6">{{Cita|Kelly|p. 194}}</ref> Giovanni riconobbe il reinsediamento di [[Fozio di Costantinopoli|Fozio]] (già condannato e scomunicato dai suoi predecessori) come legittimo patriarca di Costantinopoli dopo la morte del patriarca [[Ignazio I|Patriarca Ignazio]] (877)<ref name=":8">{{Cita|Rendina|p. 293}}</ref>. Giovanni poneva come condizioni che la [[Chiesa ortodossa bulgara|BulgariaChiesa bulgara]] (che era stata strappata con l’inganno all’influenza di Roma) non fosse sottoposta alla giurisdizione di quella bizantina, ma fosserimanesse almeno autonoma, e che Fozio facesse pubblicamente ammenda dei suoi errori<ref name=":6" />. Il Concilio di Costantinopoli, appositamente convocato, si svolse nella [[Basilica di Santa Sofia (Istanbul)|chiesa di Santa Sofia]] tra il 17 novembre 879 e il 13 marzo 880. Fozio si incaricò di leggere davanti all'assemblea le lettere con le richieste papali:, abilmenteche lui stesso aveva tradotto dal latino in greco, tacqueomettendo e travisando parte del contenuto in suo favore, e tacendo abilmente sulle condizioni poste da Roma, particolarmente sulla questione della [[Bulgaria]] che lui stesso, a suo tempo, aveva manipolato<ref name=":5" />. Nonostante ciòle iniziali proteste, i legati papali accettarono la dichiarazione in quanto vi si riconosceva il primato petrino<ref name=":5" />, ma il capo della delegazione, il vescovo [[Papa Marino I|Marino]]<ref>{{Cita|Rendina|p. 294}}</ref>, non poté tacere riguardo l'omissione delle clausole. Per questo motivo, fu tenuto segregato per 30 giorni dall'imperatore [[Basilio I il Macedone]] perchéper nonritardare avvertissele immediatamentereazioni ildel papa<ref name=":8" />. Quando però Marino fu liberato, all'inizio dell'881<ref name=":8" />, questi ritornò a Roma per riferire delle macchinazioni bizantine. e Giovanni VIII procedette,non pertanto,poté nelfare rinnovamentoaltro dellache rinnovare la scomunica dell'intrigante patriarca<ref name=":8" />.
 
==== La morteprotezione edi la testimonianza dell'assassinio del PapaMetodio ====
Giovanni difese il vescovo [[Santi Cirillo e Metodio|Metodio]] (l'artefice della cristianizzazione della [[Bulgaria]]) dai suoi nemici germanici, che contestavano il suo uso della [[Lingua slava ecclesiastica antica|lingua slavonica]] nella liturgia della Chiesa bulgara. Il pontefice invece confermò il permesso di usare lo slavonico, che era stato originariamente garantito da [[papa Adriano II]], il suo predecessore<ref name=":2">{{Cita|Sennis}}</ref>.
Giovanni VIII morì a Roma il 15<ref>{{Cita|Moroni|p. 50}}</ref>/16<ref>{{Cita web|url = https://w2.vatican.va/content/vatican/it/holy-father/giovanni-viii0.html|titolo = Giovanni VIII|accesso = 28 ottobre 2015|editore = vatican.va}}</ref> dicembre [[882]] e fu sepolto fuori di San Pietro<ref name=":2">{{Cita|Sennis}}</ref>. Nella quarta sezione degli [[Annali di Fulda]] si riporta la versione che Giovanni sia stato assassinato: i parenti, mossi da cupidigia, avrebbero cercato di uccidere Giovanni VIII tramite [[veleno|veneficio]] ma, non essendoci riusciti, lo finirono fracassandogli il cranio<ref>{{Cita|Rodolphus Fuldensis|p. 398}}:
 
==== La lotta contro i [[Saraceni]] ====
Se dagli imperatori Giovanni VIII non aveva ottenuto alcun finanziamento o truppe, lo stesso valse anche da parte dei vari feudatari italiani. Roma infatti era ancora esposta alle scorrerie dei [[Saraceni]] (non era ancora stata dimenticato l'attacco dell'846 durante il quale furono saccheggiate la [[basilica di San Pietro]]<ref>{{Cita|Rodolphus Fuldensis|p. 365}}:{{Citazione|In questi tempi, giunti a Roma i Mori con l'esercito, poiché non potevano irrompere nella città, saccheggiarono la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]].|3 = His temporibus Mauri Romam cum exercitu venientes, cum non possent urbem inrumpere, aecclesiam sancti Petri vastaverunt.|lingua = La|lingua2 = Ita}}</ref>, che si trovava fuori le mura, profanando la tomba del primo apostolo, e la [[Basilica di San Paolo fuori le mura|Basilica di San Paolo]]). Se San Pietro era stata circondata da un [[Mura leonine|muro difensivo]] ad opera di [[papa Leone IV]], che venne fortificato, Giovanni volle imitare quel suo predecessore e, oltre a proteggere la zona circostante Ostia, edificò intorno alla basilica di San Paolo un avamposto militare chiamato "Giovannopoli"<ref name=":4">{{Cita|Rendina|p. 291}}</ref> o "Giovannipoli"<ref>''Castellum S. Pauli vocatur Ioannipolim''... v. Bolla del 1074 di Gregorio VII di conferma dei beni del Monastero in Bullarium Casinense, Todi 1670, vol. II, p.109.</ref>.
 
Come dagli imperatori Giovanni cercòVIII aiuto,non comeaveva primaottenuto sialcun èfinanziamento dettoo truppe, inlo stesso valse anche da parte dei vari feudatari italiani. Aveva sperato nell'aiuto di Carlo il Calvo, ma l'autorità imperiale era troppo debole perché questa inviasse un esercito a difendere il Sud Italia. Ma i Saraceni negli anni successivi non rinunciarono ad attaccare la cristianità in nome di Maometto. Per questo motivo, Giovanni VIII decise allora di prendere nelle sue mani la situazione. Da un lato decise: di fortificare le mura leonine volute vent'anni prima da Leone IV; di proteggere la zona circostante Ostia e di edificare un avamposto militare chiamato in suo nome "Giovannopoli"<ref name=":4">{{Cita|Rendina|p. 291}}</ref> o "Giovannipoli"<ref>''Castellum S. Pauli vocatur Ioannipolim''... v. Bolla del 1074 di Gregorio VII di conferma dei beni del Monastero in Bullarium Casinense, Todi 1670, vol. II, p.109.</ref>; dall'altro, convocò nell'[[877]] convocò a [[Traetto]]<ref name=":2"/> (l'odierna [[Minturno]]) il principe di [[Salerno]] [[Guaiferio di Salerno|Guaiferio]] e i duchi Pulcario di [[Amalfi]], Landolfo di [[Capua]], Docibile di [[Gaeta]] e [[Sergio II di Napoli]], cioè le principali autorità politiche delle zone più minacciateesposte dallealle invasioni degli [[arabi]] (alcune di esse erano state anche occupate), con l'intento di creare una lega comune per porre fine alle scorribande. Il pontefice, però, fallì in parte nel suo intento: solo Guaifiero e Pulcario si allearono con il ponteficeGiovanni (dietro pagamento di denaro<ref name=":4" />), in quanto Sergio II aveva forti legami commerciali con i saraceni<refSaraceni. name=":4"Scomunicato />.quest’ultimo, Concon le forze che riuscì a raccogliere, Papapapa Giovanni VIII si mise lui stesso alla testa di una flotta che batté, sempre nell' 877 e al largo di [[Circeo|Capo Circeo]], sconfisse una flotta musulmana, catturando 18 vascelli nemici e liberando 600 schiavi cristiani<ref name=":4" />.
 
Giovanni poté quindi vendicarsi definitivamente di [[Sergio II di Napoli|Sergio II]], incitando alla ribellione [[Atanasio II di Napoli|Atanasio]], il [[Arcidiocesi di Napoli|vescovo di Napoli]] e fratello del duca, [[Atanasio II di Napoli|Atanasio]]<ref name=":9" />. Atanasioche fece cavare gli occhi a Sergio e lo mandò a [[Roma]] presso il papa Giovanni VIII, che lo mise in carcere fino alla morte<ref name=":9" /><ref>{{cita|Giannone|p. 383}}{{citazione|Atanasio fa cavare gli occhi al duca Sergio suo fratello e lo presenta così al papa che dimostra di esserne molto contento.}}</ref><ref>{{cita|Mauri|p. 249}}{{citazione|Era Vescovo di Napoli in questi tempi Atanasio fratello di Sergio, che all'altro Atanasio suo zio era nella cattedra succeduto, il quale per far cosa grata al Papa conculcando tutte le leggi del sangue e della natura, portato anche dall'ambizione, imprigionò il proprio suo fratello e cavatigli gli occhi lo presentò al Papa in Roma: Giovanni gradi molto il dono, e fattolo rimanere a Roma, finì quivi miseramente la sua vita.}}</ref>. InOsserva seguitoil alla[[Ferdinand vittoriaGregorovius|Gregorovius]] Guaiferioche «quel fratricidio commesso da un vescovo fu salutato da lui, pontefice,come un evento felice; all'assassino fu corrisposto il prezzo del suo crimine com'era nei patti, e Pulcarioinviata una lettera di congratulazioni. A tal segno le necessità del dominio terreno allontanavano il papa dalla sfera delle virtù apostoliche del sacerdozio, che con tale dominio è per ragioni morali assolutamente inconciliabile.»<ref name=":Gre" />. Ma dopo averla vittoria Guaiferio e Pulcario, ricevuto il compenso promesso dal papa, si sentirono slegati dal giuramento di fedeltà fatto al pontefice, come pure Atanasio, divenuto nel frattempo duca di Napoli, e Giovanniripresero a commerciare con i Saraceni i quali, tra l’altro, tenevano alla larga la flotta dei Bizantini, un costante pericolo per l'autonomia degli Stati del Meridione d'Italia. Morto nel frattempo Carlo il Calvo, che comunque nessun contributo aveva dato alla lega antisaracena, Giovanni fu costretto a comprare, nell'aprile dell'[[878]], una tregua aicon i [[musulmani]] nellaal misuraprezzo di 25.000 [[Mancuso (moneta)|mancusi]] d'argento annui, e solo così riuscì ad assicurarsi un periodo di pace<ref name=":1" /><ref name=":9" /><ref>{{Cita|Amari|p. 593}}</ref>. Osserva lo storico tedesco Franz Xavier Seppelt, che «il pagamento del tributo … equivaleva ad una profonda umiliazione del papa, che poteva però dichiarare a buona ragione che era stato costretto ad un passo simile, poiché dei principi cristiani si erano apertamente schierati con i nemici di Cristo.»<ref name=":9" />
 
=== La morte e la testimonianza dell'assassinio del Papa ===
Giovanni VIII morì a Roma il 15<ref>{{Cita|Moroni|p. 50}}</ref>/ o il 16<ref name=":8" /><ref>{{Cita web|url = https://w2.vatican.va/content/vatican/it/holy-father/giovanni-viii0.html|titolo = Giovanni VIII|accesso = 28 ottobre 2015|editore = vatican.va}}</ref> dicembre [[882]] e fu sepolto fuori di [[Antica Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]]<ref name=":2">{{Cita|Sennis}}</ref>. Nella quarta sezione degli [[Annali di Fulda]] si riporta la versione che Giovanni sia stato assassinato: i parenti, mossi da cupidigia, avrebbero cercato di uccidere Giovanni VIII tramite [[veleno|veneficio]] ma, non essendoci riusciti, lo finirono fracassandogli il cranio<ref>{{Cita|Rodolphus Fuldensis|p. 398}}:
{{Citazione|Dunque, a Roma il papa, di nome Giovanni, avendo bevuto prima da un suo parente del veleno, ma poi, allorché riuscì a non morire avvelenato, alla fine da quel suo parente e da altri suoi complici, spinti da quanta sete di potere ci fosse in loro, giacché anelavano ad impadronirsi tanto del suo tesoro quanto della suprema dignità apostolica, [Giovanni] fu colpito da un martello fino a quando questi non spaccò il cranio, spirando.|3 = Igitur Romae praesul apostolicae sedis, Johannes nomine, prius de propinquo suo veneno potatus, deinde, cum ab illo simulque aliis suae iniquitatis consortibus longius victurus [potatus] est, quam eorum satisfactio esset cupiditatis, quia tam thesaurum suum quam culmen episcopatum rapere anhelabant, malleo, dum usque in cerebro constabat, percussus est, expiravit.|lingua = La|lingua2 = Ita}}
</ref>.
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* {{Cita libro|autore = Antonio Sennis||titolo = Giovanni VIII|collana=Enciclopedia dei Papi|editore= Istituto dell'Enciclopedia Italiana|città=Roma|data = 2000|volume=2|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-viii_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/|accesso = 1/1/2015|SBN= IT\ICCU\USS\0002453|cid=Sennis}}
* {{Cita libro|autore = Rodolphus Fuldensis|titolo = Ruodolfi Fuldensis Annales|editore = Impensis bibliopolii aulici hahniani|città = Hannover|p = 365|url = http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00400.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES|accesso = 28 ottobre 2015|lingua = La|collana = Monumenta Germaniae Historica|volume = I|curatore = Georg Heinrich Pertz|anno = 1826|cid = Rodolphus Fuldensis|SBN = IT\ICCU\TSAE\005581}}
* {{Cita libro|autore = [[Ferdinand Gregorovius]]|titolo = Storia di Roma nel Medioevo – libro V, capp. V e VI}}
 
 
 
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