Rasoio di Occam: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
che fosse primo console è nella risposta
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 55:
C'è chi sostiene che, in base a un utilizzo particolare dei principi di ragionamento indotti dal Rasoio di Occam, sia inutile introdurre un [[Dio]] per spiegare l'esistenza del [[mondo]].<ref>{{en}} [http://www.infidels.org/library/modern/mathew/arguments.html#occam Occam FAQ di infidels]</ref><ref name=uaar>[http://www.uaar.it/ateismo/inesistenza-di-dio/argomenti-non-credenti.html#02 <nowiki>L'[in]esistenza di Dio: gli argomenti dei non credenti</nowiki>], da ''UAAR.it''</ref> Infatti alla domanda "Chi ha creato il mondo?" i credenti dei principali monoteismi<ref>Ebraismo, cristianesimo e islamismo.</ref> rispondono che "Il mondo è stato creato da Dio", ma non essendoci per sua stessa definizione nulla di più potente di questo dio e quindi nulla che possa averlo creato, ne consegue che Dio, a differenza del mondo, è sempre esistito. A questo punto se è possibile che questo qualcosa sia sempre esistito, perché non anche il mondo? La risposta alla domanda iniziale "Il mondo è stato creato da Dio, che è sempre esistito" si semplifica quindi in "Il mondo è sempre esistito". In altri termini è superfluo e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo. Altri - come [[Immanuel Kant]] - hanno però obiettato la riduttività della tesi, nel senso che la spiegazione corretta della realtà non è necessariamente la più semplice, quella cioè che non ha bisogno di ipotizzare l'esistenza di Dio.<ref name=uaar/><ref>Nel pensiero kantiano comunque il rasoio di Occam non avrebbe potuto "tagliare" quella necessità dell'uomo che deve assumere quel "postulato" kantiano dell'esistenza di Dio per l'azione morale diretta al bene più completo.</ref>
 
Esemplificativo della posizione di Kant è l'aneddoto che ha come protagonisti [[Pierre Simon Laplace|Laplace]] e [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Quando Laplace presentò, nel 1799, la prima edizione della sua opera ''Exposition du système du monde'' ([[1796]]) a Napoleone, questi osservò: "Cittadino, ho letto il vostro libro e non capisco come non abbiate dato spazio all'azione del Creatore". A queste parole Laplace replicò seccamente:<ref>[http://www.hawking.org.uk/does-god-play-dice.html Does God Play Dice?]</ref> "Cittadino [[Primo console]], non ho avuto bisogno di questa ipotesi."
 
D'altra parte un credente, oppure uno scettico, potrebbe aggiungere che una spiegazione è per definizione un'affermazione di un principio o di una causa ritenuta necessaria per rendersi conto dell'esistenza di una determinatezza, che da sola non soddisfa i requisiti di una evidenza (di una risposta a un "perché c'è"). Se si assume il mondo come spiegazione dello stesso, nel senso che il mondo deve avere una sua causa (per esempio Dio), nulla vieta di poter spiegare l'esistenza del mondo senza ricercare la sua causa, cioè mettendo in opera il Rasoio di Occam e tagliando la causa (Dio). E non manca chi sostiene, come [[Emanuele Severino]], che tutte le cose non hanno causa, ma sono eterne ed è quindi insensato andare alla ricerca di una causa prima che riguardi l'esistenza del mondo.<ref>«''di tutte le cose è necessario dire che è impossibile che non siano, cioè è necessario affermare che tutte – dalle più umili e umbratili alle più nobili e grandi – tutte sono eterne. Tutte, e non solo un dio, privilegiato rispetto ad esse.''»(E.Severino, ''La strada. La follia e la gioia'' (1983), Rizzoli Bur, 2008, p.103-104)</ref>