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===Parodo (vv. 22-83)===
Il coro esprime il suo dolore e la sua paura per il sogno effettuato da Clitemnestra, ispirato da Apollo e interpretato con un desiderio di vendetta da parte di Agamennone. La regina, così, aveva inviato le ancelle a portare offerte all'anima del marito per placare la sua ira, ma queste reputano qualsiasi libagione inutile a lavare la macchia di sangue che insozza la casata degli Atridi e che è destinata a chiamare altro sangue.
 
===Primo episodio (vv. 84-584)===
Elettra chiede alle ancelle di consigliarle la preghiera da rivolgere al padre nell'offrirgli i sacrifici. Il coro risponde invitandola a chiedere protezione per quelli che sono benevoli ad Agamennone, cioè Elettra stessa e Oreste, e a invocare vendetta contro gli assassini del padre secondo giustizia. La fanciulla, quindi, versa le libagioni seguendo il consiglio delle ancelle; quando il rito è stato compiuto, però, vede la ciocca di capelli lasciata da Oreste, riconoscendo la loro provenienza e pensando che il fratello l'avesse inviata tramite un messaggero. Subito dopo, però, ella scorge anche le impronte di Oreste e capisce che il fratello era stato in quel luogo. Allora Oreste esce dal nascondiglio e si svela alla sorella, che però subito non gli crede, quindi mostra come prova ulteriore della sua identità il tessuto della sua veste, che Elettra riconosce come opera sua. Questa, quindi, lo loda chiamandolo padre, madre, fratello e signore, riprendendo l'apostrofe omerica di Andromaca a Ettore.<ref>{{cita|Valmigli, Ferrari|p. 205}}.</ref> Oreste racconta la missione assegnatagli da un oracolo di [[Apollo]], che gli aveva ordinato di vendicare Agamennone; se il giovane non avesse obbedito, avrebbe pagato quest'oltraggio al dio con terribili punizioni e con la morte. Tuttavia Oreste afferma che, anche se Apollo non gliel'avesse imposto, avrebbe vendicato comunque il padre, spinto da vari motivi, tra cui il dolore, la povertà e la vergogna per essere sottoposto ad una donna, Clitemnestra, e ad un uomo vile, Egisto.
 
Inizia quindi un [[commo]] tra il coro e i due giovani. I personaggi invocano vendetta, anche se tarda, e chiedono che lo spirito di Agamennone e gli dei proteggano il loro intento di ricambiare la morte con la morte. Viene compianta la sorte del re, mentre tutti esprimono odio e disprezzo verso Clitemnestra e il suo amante, chiedendo la loro morte. Elettra racconta il funerale del padre: egli fu seppellito senza compianto né onori e gli vennero mozzati le mani e i piedi per impedire che potesse tornare a vendicarsi. La fanciulla dice poi di essere stata abbandonata e rinchiusa in casa.
 
I due fratelli tornano a rivolgersi allo spirito del padre, ricordandogli il modo vile in cui fu ucciso, avvolto in una "rete" con l'inganno, per farlo indignare e concedere loro vittoria nell'impresa che si accingono a compiere, che è vista come l'unico modo per far riemergere dall'oblio la memoria del re defunto. Sceso dal tumulo, una volta completata la preghiera, Oreste chiede alla corifea il motivo dell'offerta inviata da Clitemnestra, non riuscendo a spiegarsi l'attenzione per il morto dopo così tanti anni di dimenticanza. La corifea, quindi, gli racconta il terribile sogno avuto dalla regina:
 
Clitemnestra aveva subito mandato le offerte per placare lo spirito del marito. Oreste afferma di identificarsi con il serpente sognato: dalla stessa donna era nato, e la stessa mammella aveva succhiato da piccolo; ora avrebbe anche versato il sangue della madre. Il giovane quindi prepara il piano d'azione: sarebbe entrato nel palazzo con l'inganno, fingendosi un viaggiatore focese, e avrebbe ucciso Egisto prima che questo potesse aprir bocca.
 
==Note==