Filosofia della natura: differenze tra le versioni

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La nozione dell'[[Anima Mundi]] permeerà in particolare l'[[agostinismo]], soprattutto in seguito al commentario del ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' di Platone operato da [[Calcidio]], che le attribuiva una «natura razionale incorporea».<ref>Calcidio, ''Commentario al Timeo di Platone'', Milano 2003 ISBN 88-452-9232-0.</ref> Se ne troveranno cenni in [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio]], [[Dionigi l'Areopagita]] e [[Giovanni Scoto Eriugena]].
 
In questa fase la natura viene studiata prevalentemente in rapporto al sovrannaturale, interpretata come un luogo di presenze oscure e simboliche, inizialmente legato a rituali pagani e magici che furono progressivamente integrati e riadattati dalla [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] in funzione del processo di evangelizzazione dell'[[Europa]]. Gli aspetti della natura, suddivisi nei tre regni, animale, vegetale e minerale, trovano nei generi letterari rispettivamente dei [[bestiario|bestiari]], [[erbario|erbari]] e [[lapidario|lapidari]], una forma di conoscenza rivolta più che altro ad una prospettiva [[allegoria|allegorica]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/medioevo-rinascimento-la-scienza-bizantina-e-latina-immagini-della-natura_%28Storia-della-Scienza%29/ Enciclopedia Treccani].</ref>
 
[[File:Neoplatonic-Sun.GIF|thumb|L'Anima Mundi in una stampa rinascimentale]]