Imperatore del Giappone: differenze tra le versioni

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Le notizie riguardanti i più antichi imperatori di cui si abbia testimonianza nei libri ''[[Kojiki]]'' e ''[[Nihonshoki]]'', sono considerate oggi storicamente non attendibili. Il primo monarca che è stato generalmente accettato dagli storici come effettivamente esistito, fu l'imperatore [[Ōjin]]. I due antichi testi, redatti all'inizio dell'VIII secolo, affermano che la famiglia imperiale ha mantenuto una discendenza continua, anche se molti storici credono oggi che molti degli antichi imperatori descritti come discendenti di Ojin, non avessero in realtà alcun collegamento genealogico con il loro predecessore.
Tuttavia, la genealogia che inizia con l'[[Keitai imperatore del Giappone|imperatore Keitai]], che salì al trono nel 507, può essere considerata realistica; ciò significa che la dinastia è continuata almeno per 1500 anni.
 
=== Consolidamento della dinastia ===
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Il V secolo fu anche interessato da avvenimenti epocali, come le immigrazioni di massa, che favorirono la formazione del popolo giapponese. In quel periodo furono inoltre intensificati gli scambi commerciali con la Cina e la Corea, dalle quali arrivarono grandi novità in campo educativo, con l'introduzione del sistema di scrittura cinese, in quello religioso, con l'avvento del buddhismo ed in quello tecnologico.
 
Secondo alcuni storiografi, la prima dinastia dei sovrani di Yamato ebbe termine con l'imperatore [[Buretsu]], che morì nel 507 senza avere avuto figli. L'aristocrazia scelse come nuovo sovrano [[Keitai]] che, pur avendo tra i suoi antenati l'imperatore [[Ōjin]], prima di accedere al [[trono del Crisantemo]] era diventato sovrano del regno di [[provincia di Koshi|Koshi]] e fu quindi considerato il capostipite della nuova dinastia.<ref name=volume2>Aston, William: ''Nihongi'', vol. 2 pagg. 1÷25.</ref> Alla metà del VI secolo, la antiche famiglie regnanti si erano congiunte genealogicamente con la nascita di [[Kinmei imperatore del GiapponeKimmei|Kinmei]] e di suo figlio, dai quali si è generata l'attuale linea di discendenza imperiale.
 
Alcune date e alcuni dettagli sono al centro di una disputa tra gli storici giapponesi. Molti degli imperatori presenti nella [[Imperatori del Giappone|lista tradizionale degli imperatori del Giappone]] morirono giovanissimi, senza aver effettivamente governato il paese. Altri furono manovrati dai loro predecessori, che si ritiravano spesso in [[monastero]] ma continuavano ad esercitare la loro influenza in un processo chiamato "[[governo del chiostro]]".
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=== Dispute ===
L'affermazione del ceto dei [[samurai]], a partire dal decimo secolo, indebolì gradualmente il potere della famiglia imperiale, portando un periodo di instabilità. Gli imperatori del chiostro entravano spesso in conflitto con quelli regnanti; un notevole esempio è la [[ribellione di Hōgen]] del [[1156]], in cui l'ex [[Sutoku imperatore del Giappone|imperatore Sutoku]] tentò di prendere il potere dall'[[Shirakawa (imperatore del Giappone)|imperatore Go-Shirakawa]], allora regnante, ed entrambi poterono contare sull'appoggio di diversi clan di samurai. Altri esempi, come la ribellione dell'[[Go-Toba imperatore del Giappone|imperatore Go-Toba]] contro lo [[shogunato Kamakura]], e la [[restaurazione Kemmu]] durante il periodo dell'[[Go-Daigo imperatore del Giappone|imperatore Go-Daigo]], dimostrano la grande lotta di potere tra la dinastia imperiale e il governo militare del Giappone.
 
==== Periodo Nanbokucho ====
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=== Origine del titolo ===
L'imperatore del Giappone veniva anche chiamato ヤマト大王/大君 (Yamato Ōkimi, Grande Re di Yamato), 倭王/倭国王 (waō/wakokuō, Re di Wa, usato fuori dal Giappone), o 治天下大王 (amenoshita shiroshimesu ōkimi o sumera no mikoto, Grande Re che governa su tutto ciò che è sotto il cielo, usato in Giappone), come risulta dalle fonti cinesi e giapponesi riguardanti i periodi precedenti al [[VII secolo]]. Il documento più antico che riporta la parola "tennō" è una tavoletta di legno, ''mokkan'', ritrovata a [[Asuka]] nel [[1998]] e risalente al regno dell'[[Tenji imperatore del Giappone|imperatore Tenji]] e dell'[[Jito imperatrice del Giappone|imperatrice Jitō]].
 
== Il matrimonio ==
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Nel corso della storia, contrariamente a qualsiasi pratica che non riconoscesse alcuna moglie ufficiale e permettesse il mantenimento di numerose [[Concubinato|concubine]] ([[harem]]), gli imperatori e i nobili giapponesi hanno sempre riconosciuto una moglie principale.
 
I sovrani maschi della dinastia imperiale giapponese hanno praticato ufficialmente la [[poliginia]] fino alla fine del periodo [[Taisho]] (1912-1926). Oltre all'imperatrice consorte, l'imperatore poteva prendere, e quasi sempre lo ha fatto, altre mogli di grado inferiore e diverse "[[concubinato|concubine]]" di vari gradi gerarchici. Anche agli altri membri della dinastia era permesso avere delle concubine. Dopo una decisione decretata dall'[[Ichijo imperatore del Giappone|imperatore Ichijo]], alcuni imperatori hanno avuto anche due imperatrici consorti contemporaneamente ([[kogo (titolo)|kogo]] e [[chugu]] sono i due distinti titoli usati in questo caso). Grazie alla [[poliginia]], la famiglia imperiale fu in grado di dar vita a diverse progenie; i figli delle consorti secondarie erano solitamente riconosciuti come principi imperiali e avevano diritto al trono se l'imperatrice consorte non riusciva a dar alla luce un erede.
 
Delle otto donne tennō (imperatrici regnanti) del Giappone, nessuna si sposò o ebbe un figlio dopo l'ascesa al trono. Alcune di loro, essendo vedove, avevano avuto un figlio prima di salire al trono. Nella successione, i figli delle imperatrici erano preferiti ai figli delle concubine.
 
La più antica tradizione riguardante i matrimoni ufficiali all'interno della dinastia imperiale fu quella dei matrimoni tra membri della dinastia stessa, anche tra fratelli di sangue o tra zio e nipote. Questo tipo di matrimonio era necessario per preservare il sangue imperiale o era incoraggiato come simbolo di riconciliazione tra due rami della famiglia imperiale. Le figlie degli altri membri della famiglia che non fossero di rango imperiale, rimanevano concubine, almeno fino al regno dell'[[Shomu imperatore del GiapponeShōmu|imperatore ShomuShōmu]], durante il quale si registrò per la prima volta l'elevazione di una concubina al rango di moglie ufficiale.
 
I sovrani giapponesi, così come molti altri, sigillavano alleanze con signori potenti o altri monarchi con un matrimonio. In Giappone tali matrimoni divennero elementi propri della tradizione imperiale, e si ripeterono anche con le discendenti di tali nobili o monarchi, benché il motivo originale di mantenere l'alleanza avesse perso il suo vero significato. È successo spesso che l'imperatore si trovasse sotto l'influenza del suocero che non faceva parte della famiglia imperiale.
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== Successione ==
La dinastia imperiale giapponese basa la sua posizione nell'espressione di regno "da tempo immemorabile". È vero che le sue origini risalgono nella notte dei tempi: non esiste una testimonianza che mostri l'esistenza di un imperatore che non sia stato discendente di un altro imperatore ancora precedente. Si sospetta che l'[[Keitai imperatore del Giappone|imperatore Keitai]], uno dei più antichi antenati nella dinastia, al potere nei primi anni del [[VI secolo]], sia stato un [[homo novus]], benché sia tradizionalmente indicato come un membro distante della dinastia dei suoi predecessori. Secondo le fonti a disposizione, la famiglia a cui dette origine sul trono discende comunque da almeno una principessa imperiale, se non di più, della dinastia dei suoi immediati predecessori. La tradizione costruita su queste leggende ha scelto di riconoscere solo l'antenato maschio putativo come valido per legittimare la successione, senza dare alcun peso ai collegamenti con dette principesse.
La famiglia imperiale giapponese ha sviluppato il suo peculiare sistema di successione ereditaria millenni fa. In passato è stato senza diritto di [[primogenitura]], ha seguito più o meno una [[successione agnatizia]] e si è basato maggiormente sulla rotazione
Oggi, il Giappone usa una stretta primogenitura agnatizia; in altre parole, la pura [[legge salica]]. Questo sistema fu ispirato a quello [[prussia]]no, da cui il Giappone fu profondamente influenzato negli [[anni 1870|anni settanta del 1800]].
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* L'adozione era possibile ed era molto usata per aumentare il numero di eredi candidati al trono (comunque, il bambino adottato doveva essere un altro membro discendente della casa imperiale.
* Si ricorreva spesso all'abdicazione, tant'è che si contano più casi di abdicazione che di morte sul trono. Questo perché in passato il compito dell'imperatore era prettamente religioso, e comportava talmente tanti rituali ripetitivi che era normale che dopo circa dieci anni di permanenza in carica, il sovrano meritasse di ritirarsi con tutti gli onori riservati agli ex-imperatori.
* La [[primogenitura]] non fu usata soprattutto alle origini della dinastia, quanto veniva praticato un sistema di successione più simile alla rotazione. Molto spesso un fratello (o una sorella) succedeva all'imperatore anche se questi aveva avuto figli. Il "turno" della generazione successiva veniva di solito dopo che si erano succeduti diversi membri della generazione precedente. La rotazione riguardava due o più rami della famiglia imperiale, per cui cugini più o meno distanti fra loro si succedettero sul trono. L'[[Go-Saga imperatore del Giappone|imperatore Go-Saga]] decretò perfino un'alternanza ufficiale tra gli eredi dei suoi due figli, che continuò per un paio di secoli (conducendo alla fine alla lotta, probabilmente indotta dallo shogun, tra i due rami, "meridionale" e "settentrionale"). Verso la fine, coloro che si alternavano sul trono era cugini molto distanti se si contavano i gradi di discendenza maschile, ma erano molto stretti se si contavano i gradi di discendenza femminile; questo perché per tutto il periodo vennero celebrati matrimoni all'interno della famiglia imperiale. Negli ultimi cinquecento anni, probabilmente per l'influenza del [[Confucianesimo]], la successione ai figli, anche se non sempre al maggiore, è stata la norma.
 
Storicamente, la [[successione (diritto)|successione]] al [[Trono del Crisantemo]] è sempre passata ai discendenti in linea maschile del lignaggio imperiale. Ciononostante, tra gli oltre cento monarchi che si sono succeduti troviamo anche sette donne.
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Più di mille anni fa ha origine la tradizione che vuole l'imperatore ascendere al trono in tenera età. L'età di sei, otto anni era considerata sufficiente per salire al trono. Il raggiungimento della maggiore età non era considerato indispensabile. Per questi motivi, una moltitudine di imperatori giapponesi è salita al trono da bambini. I tipici doveri dell'alto clero erano considerati svolgibili da un bambino che sapesse almeno camminare. Un regno di circa dieci anni era considerato un servizio sufficiente. Essere un bambino era apparentemente una buona qualità per sopportare i tediosi doveri e per tollerare la subordinazione ai potentati politici, oppure per coprire i veri membri potenti della dinastia imperiale. Quasi tutte le imperatrici e dozzine di imperatori abdicavano e vivevano il resto della loro vita in un ritiro dorato, o esercitando la loro influenza dietro le quinte. Molti imperatori abdicavano e si ritiravano quando erano ancora adolescenti. Queste tradizioni si ritrovano nel teatro, nella letteratura, nel folklore e nella cultura giapponese, in cui l'imperatore è descritto o dipinto solitamente come un adolescente.
 
Prima della [[restaurazione Meiji]], il Giappone ha avuto nove [[controversie sulla successione imperiale giapponese|donne tennō]], o imperatrici regnanti, tutte figlie della linea maschile della Casa Imperiale. Nessuna salì al trono come moglie o vedova di un imperatore. Le figlie e nipoti imperiali, salivano al trono solitamente come misura di emergenza nel caso in cui non ci fossero maschi adatti o per comporre i conflitti tra i rami della famiglia imperiale. Quasi tutte le imperatrici giapponesi e molti imperatori abdicavano una volta che un maschio adatto veniva considerato abbastanza vecchio per governare (appena dopo la prima infanzia, in qualche caso). Tre imperatrici l'[[Suiko imperatrice del Giappone|imperatrice Suiko]], l'[[Kogyoku imperatrice del Giappone|imperatrice Kogyoku]] (detta anche imperatrice Saimei) e l'[[Jito imperatrice del Giappone|imperatrice Jito]], erano vedove di imperatori deceduti e principesse di sangue imperiale per loro proprio diritto. Una, l'[[Gemmei imperatrice del Giappone|imperatrice Gemmei]], era la vedova di un principe della corona e principessa di sangue imperiale. Le altre quattro, l'[[Gensho imperatrice del Giappone|imperatrice Gensho]], l'[[Koken imperatrice del Giappone|imperatrice Koken]] (detta anche imperatrice Shōtoku), l'[[Meisho imperatrice del Giappone|imperatrice Meisho]] e l'[[Go-Sakuramachi imperatrice del Giappone|imperatrice Go-Sakuramachi]], erano figlie non sposate di precedenti imperatori. Nessuna di queste imperatrici si sposò o ebbe figli dopo la salita al trono.
 
L'articolo 2 della [[Costituzione Meiji]] del [[1889]] (la Costituzione dell'Impero del Giappone) recitava, "Il trono imperiale si trasmette ai discendenti imperiali maschi, secondo quanto disposto dalla legge della Casa Imperiale." La legge sulla Casa Imperiale del 1889 fissò la successione per i maschi discendenti della linea imperiale, e escluse specificatamente le discendenti femmine dalla successione. Nel caso della completa estinzione del ramo principale, il trono sarebbe passato al più vicino ramo collaterale, sempre nelle linea maschile. Se l'imperatrice non aveva figli, l'imperatore poteva prendere una concubina, il cui figlio sarebbe stato riconosciuto erede al trono. Questa legge, promulgata lo stesso giorno della Costituzione Meiji, godeva del grado gerarchico costituzione.
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La successione è ora regolata dalle leggi approvate dalla [[Dieta Nazionale del Giappone]]. La legge attuale esclude le donne dalla successione, benché in modo molto occasionale delle donne abbiano occupato il trono nei secoli passati. Si è discusso molto sulla modifica di questa legge a quando la [[principessa Masako]] non ha avuto un figlio. Questo crea vari problemi di ordine politico: qualunque cambiamento della legge potrebbe significare più probabilmente la successione del primo nato invece della successione del primo figlio maschio; in ogni modo, l'imperatore attuale non è il primogenito avendo delle sorelle maggiori.
 
In modo occasionale, la [[primogenitura|primogenitura egualitaria]] ha prevalso in casi storici di successione giapponese: mentre è vero che la maggior parte delle successioni in Giappone è avvenuta da tempo immemorabile a favore dell'erede maschio, anche se non necessariamente il primogenito, in due precedenti (nel [[1629]] e nel [[642]]) una principessa imperiale è salita al trono a dispetto dei suoi fratelli minori. Nel 1629, la principessa imperiale Okiko salì al trono come [[Meisho imperatrice del Giappone|imperatrice Meisho]], come successore del padre, prima del più giovane fratellastro e di altri maschi. Solo dopo la sua abdicazione 14 anni più tardi, il fratello Tsuguhito (imperatore Go-Komyo) le succedette. In ogni modo, gli eredi di Okiko, non furono mai riconosciuti legittimi eredi del trono.
 
Fino alla nascita del figlio del [[principe Akishino]], avvenuta il 6 settembre [[2006]], c'è stata una potenziale crisi di successione in quanto nessun maschio era nato nella famiglia imperiale dal [[1965]]. In seguito alla nascita della [[principessa Aiko]], c'è stato un grande dibattito sulla modifica dell'attuale Legge della Casa Imperiale che permettesse alle donne di succedere al trono. Nel gennaio [[2005]] il primo ministro [[Junichiro Koizumi]] nominò una commissione speciale composta da giudici, professori universitari, e impiegati burocratici per studiare eventuali cambiamenti alla legge della Casa Imperiale da suggerire al governo.