Sacerdote: differenze tra le versioni

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[[File:Battesimi0113.jpg|thumb|right|Sacerdote cattolico (o [[presbitero]]) durante un [[Battesimo]]]]
 
Il termine '''sacerdote''' (maschile) o '''sacerdotessa''' (femminile) deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''sacer'', [[sacro]]<ref>Che deriva dal termine [[latino arcaico]] ''sakros'' rinvenuto sul ''[[Lapis Niger]]'', sito archeologico romano risalente al VI secolo a.C. (Così [[Julien Ries]] in ''Saggio di definizione del sacro''. ''Opera Omnia''. Vol. II. Milano, Jaca Book, 2007, pag.3: «Sul ''Lapis Niger'', scoperto a Roma nel 1899 vicino al Comitium, 20 metri prima dell'Arco di Trionfo di Settimio Severo, nel luogo che si dice sia la tomba di Romolo, risalente all'epoca dei re, figura la parola ''sakros'': da questa parola deriverà tutta la terminologia relativa alla sfera del sacro.») La radice di ''sakros'', è il radicale [[Lingua protoindoeuropea|indoeuropeo]] ''*sak'' che indica colui che è "attaccato" o che "segue" o che "adora" ([[Rigveda]]) o che "onora" o "serve" una divinità. Da qui il termine "consacrato", cioè colui che è completamente dedicato ad una divinità, ed il suo contrario "esecrato" (o maledetto) ([http://www.etimo.it/?term=sacerdote Dizionario etimologico online (Consultazione del 13/12/2011)]</ref>, unito al radicale ''dot'', (dal [[Lingua greca antica|greco antico]]): "io do"<ref>[http://www.etimo.it/?term=sacerdote Dizionario etimologico online (Consultazione del 13/12/2011)]</ref>, nel senso di un ministro che aveva il compito di offrire [[Sacrificio|sacrifici]] alla/e [[divinità]].
 
In molte [[religioni]], il sacerdote è una persona che funge da mediatore tra i fedeli e la (o le) divinità, spesso in base a una particolare [[consacrazione]].
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=== Tradizione biblica ed ebraico-cristiana ===
Il termine sacerdote traduce nella Bibbia l'[[lingua ebraica|ebraico]] כּוהן (''kôhên'') e il [[lingua greca|greco]] ἱερεύς (''hiereus''). Secondo la Bibbia "sacerdote" è l'uomo autorizzato da Dio ad offrirgli sacrifici per sé, per il popolo e per le altre persone. Nel popolo d'Israele erano sacerdoti solo i discendenti di Aronne, fratello di Mosè.
Secondo la Bibbia 'sacerdote' è l'uomo autorizzato da Dio ad offrirgli sacrifici per sé, per il popolo e per le altre persone. Nel popolo d'Israele erano sacerdoti solo i discendenti di Aronne, fratello di Mosè".
==== Antico Testamento ====
{{vedi anche|Sacerdote (Ebraismo)}}
Il sacerdote è un uomo che in virtù del suo ufficio e nell'ambito di una data tradizione religiosa è "[[santo]]" cioè particolarmente dedicato alla divinità: egli ha la "conoscenza" di Dio, della cui volontà è interprete e ha spesso, ma non necessariamente, una parte importante nel culto. Anche in Israele il sacerdozio costituisce un'istituzione permanente di uomini dedicati al servizio di [[Yahweh]], le cui origini risalgono alle origini stesse del popolo e sono collegate alla [[tribù di Levi]], cui appartenevano [[Mosè]] e [[Aronne]]. Nei tempi più antichi i [[Levita|Leviti]] formavano una specie di [[Corporazioni delle arti e mestieri|corporazione]] religiosa particolarmente fedele a Yahweh, al suo culto e alle sue leggi (cfr. [[Libro dell'Esodo|Esodo]] 32:26-28, [[Deuteronomio]] 33:8-11).
 
Nell'[[epoca patriarcale]] i sacerdoti non avevano l'esclusiva del sacerdozio, soprattutto per quel che riguarda i sacrifici (cfr. [[Genesi]] 12:7; 13:18 ecc.). Nell'epoca più antica i sacerdoti erano stimati e ricercati per la loro conoscenza delle cose divine e perché sapevano interrogare Yahweh mediante le sorti ([[Urim e Tummim]] e [[Efod]]) cfr. la storia di [[Mica (Bibbia)|Mica]] in [[Libro dei Giudici|Giudici]] 17:4-13.
Con il sorgere della monarchia il sacerdozio di Gerusalemme viene riorganizzato e sviluppato, fino a diventare uno dei cardini della religione di Israele; al nucleo dei sacerdoti levitici (cfr. Abiathar, [[Libri di Samuele|1 Samuele]] 22:20, [[Libri di Samuele|2 Samuele]] 20:25, della casa di Eli, probabilmente di famiglia levitica) si aggiunge la dinastia sacerdotale di [[Tsadok]]. Il sacerdozio era ereditario e in stretto legame con la [[monarchia]]. Le sue attribuzioni non erano limitate al [[culto]], come generalmente si crede: ai sacerdoti apparteneva l'insegnamento" della [[Legge di Dio|Legge]] intesa come volontà di Dio. A questo insegnamento sacerdotale risalgono la legislazione scritta di Israele e la trasmissione delle antiche tradizioni sulle origini e parte della poesia cultuale.
 
La riforma di [[Giosia]] è la naturale conclusione di questo sviluppo del sacerdozio di Gerusalemme. I sacerdoti degli altri santuari, che non avevano cessato di avere una certa importanza, sono allora stabiliti in una posizione subordinata ([[Libri dei Re|2 Re]] 23:9) e quelli che si trasferiscono a Gerusalemme sono assimilati agli inservienti del tempio, ai quali è da allora riservato il nome di [[Levita|Leviti]]. Questa distinzione si precisa con l'esilio, nel progetto di [[Ezechiele]] ([[Ezechiele]] 44:10-14) e nella legislazione sacerdotale. Quest'ultima descrive le funzioni dei sacerdoti e dei leviti come erano nel secondo Tempio, pur attribuendo idealmente ogni cosa al tempo del deserto. Si veda i passi che ne trattano: il sacerdozio limitato alla casa di [[Aronne]]: [[Libro dell'Esodo|Esodo]] 28:1, [[Numeri (Bibbia)|Numeri]] 3:2-4, 10; la consacrazione sacerdotale, Esodo 29, [[Levitico]] 8; i [[paramento liturgico|paramenti]]; la purità rituale dei sacerdoti: [[Levitico]] 21; i proventi dei sacrifici e delle decime: Numeri 18:8-32; la divisione in ventiquattro mute: [[Libri delle cronache|1 Cronache]] 24:1-19, cfr. [[Levitico]] 1:8-9; le famiglie levitiche: Numeri 4; le funzioni dei leviti: Numeri 3:5-9, [[Libri delle Cronache|1 Cronache]] 23:28-32; loro consacrazione: Numeri 8:5-26; a essi appartennero (più tardi) i [[Cantore|cantori]], [[Libri delle Cronache|1 Cronache]], e i portinai, [[Libri delle Cronache|1 Cronache]] 26:1-19.
 
L'organizzazione del sacerdozio era strettamente gerarchica ed ereditaria: appartenendo alla tribù di Levi, i sacerdoti erano tali in quanto discendenti di Aronne; fra questi il sommo sacerdote rappresentava la linea primogenita. Egli aveva funzioni religiose e insieme civili e politiche ed era, dopo l'esilio, il vero capo della comunità di Israele, che egli in certo modo impersona (cfr. Numeri 27:1).
Al tempo dei [[Maccabei]] sacerdote e sovrano si identificano. Solo il sommo sacerdote poteva entrare nel luogo santissimo nel giorno delle espiazioni. In questo periodo tuttavia le funzioni sacerdotali restano praticamente limitate al culto sacrificale: l'insegnamento o meglio l'interpretazione della legge oramai fissata passano a una nuova categoria, gli [[Scriba|Scribi]]. Tale era la situazione del sacerdozio anche al tempo di [[Gesù]]: essi erano l'antica nobiltà religiosa (i [[Sadducei]]), ancora influente a Gerusalemme, ma la cui funzione era limitata alla celebrazione dei sacrifici. La funzione importante di maestri e guide del popolo era passata ai Farisei.
Con la distruzione del Tempio sparirono senza essere rimpianti dal popolo.