Andrea Rapicio: differenze tra le versioni

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'''Andrea Rapicio''' (anche Rapiccio, Rapicius, Rapitius) ([[Trieste]] [[1533]] – Trieste [[1573]]), [[giurista]], [[vescovo]] triestino dal [[1565]], secondogenito del nobile [[Giovita Ravizza]], noto [[letterato]] che, secondo gli usi dell'epoca, aveva latinizzato il proprio cognome in '''Rapicius'''. Fu [[ministro]] di [[Ferdinando I]] e consigliere dell’arciducadell'arciduca Carlo.
 
All'epoca la nobiltà triestina era politicamente divisa in varie fazioni, principalmente riconducibili a quella filoveneta e quella filoasburgica. Rapicio comprendeva che la divisione andava a scapito degli interessi cittadini, per cui si prodigò di mediare la pace. Quando credette di aver raggiunto un accordo, volle festeggiare il Capodanno invitando a cena gli esponenti delle parti in gioco. Ma evidentemente l'accordo non era stato ancora raggiunto. Una delle fazioni, non si sa quale, volle avvelenare il rappresentante della parte avversa, ma per sbaglio il calice con il veleno venne a trovarsi in mano del vescovo che ne bevve il contenuto e morì. Una recente ipotesi sostiene che non si trattasse affatto di sbaglio, bensì di una premeditata eliminazione dell'unica persona che avrebbe potuto organizzare la nobiltà cittadina contro l'egemonia [[Austria|austriaca]].