Carlismo: differenze tra le versioni

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=== Fattori economici e sociali ===
A lato di questa evoluzione politica, gli anni precedenti le [[guerre carliste]] furono segnati da una crisi economica profonda in Spagna, messa in moto parzialmente dalla perdita delle province americane continentali e dalla bancarotta dello statoStato. L'ultimo aumento della pressione fiscale infiammò il contesto sociale, favorendo la rivolta.
 
Determinate misure economiche proposte dai liberali (come la ''[[Desamortización]]'', cioè il cambio di gestione, divisione e vendita dei terreni comunali e delle proprietà della Chiesa, iniziata nel 1821) stavano direttamente minacciando molti piccoli poderi, i cui proprietari potevano contare sulle terre comuni di pascolo, a poco o nessun costo, per dar da mangiare ai propri muli e buoi, e causò una povertà diffusa oltre alla chiusura di gran parte degli ospedali, scuole ed altre opere di carità gestite dalla chiesa.
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# Una prima fase di attività di guerriglia, attraverso tutta la Spagna.
# Una seconda fase, in cui si crea una base territoriale e una divisione delle forze secondo lo schema degli eserciti regolari. La guerra del 1847 non superò questo punto.
# Una terza fase, in cui la base territoriale è consolidata tramite una guerra convenzionale e vengono create le prime strutture del nuovo statoStato. Nessuna guerra carlista si è sviluppata oltre.
 
È da notare che all'inizio di ciascuna guerra non fosse presente alcuna unità regolare dell'esercito a fianco dei carlisti e che soltanto la terza sia stata il risultato di una rivolta programmata.
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=== Carlismo in tempo di pace (1868–1936) ===
La perdita di prestigio e la successiva caduta di Isabella II nel 1868, oltre al sicuro supporto al Carlismo di [[Papa Pio IX]], spinse un numero considerevole di ex cattolici conservatori ed ex isabellini ([[Francisco Navarro Villoslada]], [[Antonio Aparisi]], [[Cándido Nocedal]], [[Alejandro Pidal]] ...) verso la causa che per un certo tempo, anche dopo l'inizio della terza guerra (1872), si trasformò nel più importante e meglio organizzato gruppo di opposizione di destra in Parlamento, con circa 90 parlamentari nel 1871.
 
Dopo la sconfitta, un gruppo di essi (condotto da [[Alejandro Pidal]]) lasciò il Carlismo per formare un partito cattolico moderato e non dinastico in Spagna, che poi si fuse con i conservatori di [[Antonio Cánovas del Castillo]].
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Le milizie carliste, i [[Requetés]], avevano già ricevuto una prima formazione militare durante gli anni della seconda repubblica, ma nonostante questo le trattative con i generali che meditavano il golpe non erano agevoli. Nonostante questo dal luglio 1936 il Carlismo sostenne all'unanimità il fronte nazionalista nella Guerra Civile Spagnola. Fin dall'inizio però si svilupparono serie difficoltà e divergenze fra i carlisti, in particolar modo tra il loro leader politico [[Manuel Fal Conde]] ed il governo militare: l'8 dicembre 1936 Manuel Fal Conde dovette rifugiarsi temporaneamente in Portogallo, dopo un grave disaccordo con Franco.
 
Il 19 aprile 1937 il ramo politico del movimento fu "unificato" con la [[Falange spagnola|Falange]]. Fal Conde, il reggente del movimento Don [[Saverio di Borbone-Parma]] e la maggior parte dei capi dei Falangisti protestarono duramente per questa azione voluta da Franco: dopo una riunione con Francisco Franco stesso, il principe Saverio fu espulso dalla Spagna e l'unificazione, non ostacolata significativamente per le necessità della guerra, proseguì con la perdita di tutta la ricchezza materiale del partito (edifici, giornali, ecc.). I requetè furono circa 60 mila 000, comandati da José Luis Zamanillo, ed ebbero seimila morti in combattimento.
 
Nel [[1939]] Franco nominò un suo esponente, il generale [[José Enrique Varela]] ministro dell'Esercito, fino al 1942, quando lo rimosse, in seguito a scontri tra falangisti e carlisti il 16 agosto, nel corso di una cerimonia religiosa carlista a Bilbao. Da allora il movimento mantenne una posizione scomoda di minoranza all'interno del regime franchista, spesso in disaccordo con la politica ufficiale, benché per tre volte il Ministero della Giustizia fosse stato assegnato ad un Carlista "leale", che venne automaticamente espulso dalla [[Comunione Tradizionalista]]. In questi anni inoltre ci furono svariati problemi legati alla successione dinastica (Franco aveva designato Juan Carlos di Borbone come prossimo re di Spagna) e alla disputa interna su come comportarsi con il Franchismo.
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[[Giovanni Carlo di Borbone-Spagna]] (15 maggio 1822 – 21 novembre 1887) era fratello di Carlo VI: pretendente carlista dal 1860 al 1868 (quando fu costretto ad abdicare come il fratello), portava il titolo di Conte di Montizon. Nel [[1883]] alla morte di [[Enrico, conte di Chambord|Enrico V]] divenne il pretendente [[legittimismo|legittimista]] al trono di Francia.
* '''Carlo VII'''
[[Carlo Maria di Borbone-Spagna]] (30 marzo 1848  – 18 luglio 1909), figlio di Giovanni III, fu il pretendente dal 1868 al 1909, e durante la [[Terza Guerra Carlista]]. Portava il titolo di Duca di Madrid e, come pretendente legittimista al trono di Francia, di [[Angiò|Duca di Angiò]].
* '''Giacomo III'''
[[Giacomo Pio di Borbone-Spagna]] (27 giugno 1870 – 9 ottobre 1931), figlio di Carlo VII, fu il pretendente dal 1909 al 1931. Portava il titolo di Duca di Madrid e, come pretendente legittimista al trono di Francia, di Duca di Angiò.
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[[Sisto Enrico di Borbone-Parma]] (nato il 22 luglio 1940), conosciuto anche come duca di Aranjuez, è l'attuale reggente per la Comunione carlista: questo movimento ritiene, infatti, che il legittimo erede sia il fratello Carlo Ugo, ma che questi abbia tradito gli ideali del movimento per la sua vicinanza con gli ideali del socialismo. Sisto Enrico non si è mai proclamato re carlista nella speranza che i due figli maschi di Carlo Ugo un giorno vogliano accettare e seguire i tradizionali valori carlisti.
Sisto Enrico ha pubblicato il 17 luglio del [[2001]] un manifesto programmatico nel quale si stabiliscono i seguenti principi guida:
* ripristino della confessionalità dello statoStato e difesa del [[cattolicesimo]] tradizionalmente praticato in Spagna;
* ripristino degli ordini e dei corpi della società tradizionale;
* ripristino delle autonomie regionali (''fueros'') nell'ambito dell'unità della patria;
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* ''Dios'': il Carlismo crede nella [[hiesa Cattolica|Chiesa Cattolica Apostolica e Romana]] come base della Spagna e deve essere politicamente attivo nella sua difesa
* ''Patria'': il Carlismo è fortemente patriottico, ma non nazionalista. Il tradizionalismo considera la patria come l'insieme delle Comunità (municipali e regionali) unite in un tutto.
* ''Fueros'': Il potere regio, quindi dello statoStato, è limitato dal riconoscimento degli autogoverni locali e regionali (e di altri tipi di comunità nel corpo politico, specialmente la Chiesa). Anche se questo è il risultato del particolare sviluppo storico in Spagna, questa dottrina converge con il concetto di sussidiarietà nel pensiero sociale cattolico. Si noti che alcune versioni del motto omettono la clausola dei Fueros
* ''Rey'': Il concetto della sovranità nazionale è rifiutato. La sovranità è propria del sovrano, legittimo sia per sangue che per diritti. Ma questo potere è limitato dalla dottrina della Chiesa e delle Leggi e Consuetudini del Regno e attraverso una serie di Consigli, di Cortes tradizionali e di corpi intermedi indipendenti dallo statoStato. Il re deve anche essere il Difensore del Povero e il Custode della Giustizia.
 
== Voci correlate ==