Gaio Claudio Nerone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 47:
[[File:Iberia 211-210BC-it.png|miniatura|sinistra|upright=1.4|I Romani si difendono in Spagna (dal 211 al 210 a.C.), dopo la [[Battaglie del Baetis superiore|sconfitta e morte dei due Scipioni]], quando Claudio Nerone fu trasferito in Iberia.]]
 
Nel [[211 a.C.]], dopo la sconfitta romana nelle [[battaglie del Baetis superiore]] e dopo la [[assedio di Capua (211 a.C.)|resa di Capua]], Claudio Nerone venne [[Conquista romana della Spagna|inviato in Spagna]] per riorganizzare le truppe romane, portando con sé dalle due legioni che aveva comandato, 6.000 fanti e 300 cavalieri, oltre ad un numero pari di fanti e 800 cavalieri dai [[Truppe ausiliarie dell'esercito romano|contingenti alleati di stirpe latina]].<ref>{{cita|Livio|XXVI, 17.1}}.</ref> SbarcòPartito da [[Pozzuoli]], giunse con ila rinforziflotta a ''[[Tarragona|Tarraco]]'', madove [[Asdrubalesbarcò, Barca|Asdrubale]]mise evitòle dinavi affrontarlo.<ref>{{cita|Livio|XXVIin secco ed armò, 17.2-16}}.</ref>per Fuaumentare sostituitole l'annosue seguenteforze, (nelanche 210i amarinai alleati.C.) Ricevette in consegna l'esercito da [[PublioTiberio CornelioFonteio]] e [[Lucio ScipioneMarcio AfricanoSettimo]].<ref>{{cita|Livio|XXVI, 1817.2}}.</ref>
 
Nel 210 a.C., Claudio Nerone, partito all'inizio della nuova stagione militare per il fiume [[Ebro]], da dove accelerò la marcia contro il nemico cartaginese.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 17.3}}.</ref> Asdrubale aveva posto il proprio campo ai "Sassi Neri", nel territorio degli [[Ausetani]], tra le città di ''[[Iliturgi]]'' e Mentissa. Nerone, giunto in prossimità dell'esercito nemico, occupò l'imboccatura di questo passo. Il comandante cartaginese, essendogli stata chiusa la via per la ritirata, inviò degli ambasciatori con l'incarico di promettere che, se Nerone gli avesse permesso di andarsene, egli avrebbe portato via dalla Spagna tutto l'esercito cartaginese. Nerone accolse con grande favore questa proposta, ma Asdrubale, molto astutamente, mise in atto un piano che prevedeva, mentre egli avesse trattato i dettagli della ritirata con il comandante romano, di mettere in salvo l'intero esercito da quella stretta gola, durante le notti successive e lungo ogni via possibile, nel silenzio più totale e attraverso una serie di scorciatoie strette ed impervie. Quando quasi tutta la fanteria era ormai al sicuro, lontana da quello stretto passo, all'alba di una nuova mattina, anche Asdrubale, approfittando di una fitta nebbia, uscì subito dal campo con la cavalleria e gli elefanti e si mise in salvo.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 17.4-13}}.</ref> Verso l'ora quarta, quando il sole disperse la nebbia, i Romani si accorsero che l'accampamento nemico era vuoto. Finalmente Claudio Nerone, riconoscendo l'inganno del cartaginese, si predispose ad attaccare battaglia, mettendosi ad incalzare il nemico che fuggiva e si rifiutava di combattere. Tuttavia, fra la retroguardia dei Cartaginesi e l'avanguardia dei Romani si accesero alcuni brevi scontri che però non ebbero esiti determinanti ai fini della guerra. Nerone aveva fallito.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 17.14-16}}.</ref>
 
Intanto le popolazioni della Spagna avevano deciso di non tornare dalla parte dei Romani, né quelle che dopo la sconfitta degli Scipioni si erano allontanate, né altre nuove. A Roma il senato e il popolo, deliberarono di accrescere le forze militari e di mandare in Spagna un nuovo comandante. Si era, tuttavia, perplessi su chi mandare. Una cosa era certa: il nuovo generale destinato a succedere a due valorosissimi comandanti come gli Scipioni, doveva essere scelto con grandissima cura.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 18.1-3}}.</ref> E così Nerone fu sostituito da [[Publio Cornelio Scipione Africano]].<ref>{{cita|Livio|XXVI, 18}}.</ref>
 
Nel [[207 a.C.]] venne eletto console insieme a [[Marco Livio Salinatore]] e con il suo collega sconfisse i [[cartagine]]si sulle rive del [[Battaglia del Metauro|Metauro]], uccidendo il loro comandante Asdrubale, fratello di [[Annibale]]. La vittoria, che fu subito considerata la svolta definitiva nella guerra e che probabilmente salvò Roma, diede grande lustro al nome di Nerone e lo consacrò tra i salvatori dell'Urbe.