Fra Dolcino: differenze tra le versioni

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Dante destina Dolcino alla bolgia dei seminatori di discordie e degli [[scisma]]tici; poiché però l'azione della ''Commedia'' è ambientata nel [[1300]], quando egli era ancora vivo, Dante non lo incontra durante la sua visita all'Inferno, ma è [[Maometto]], che si trova in quella stessa bolgia, a preannunciargli il suo arrivo. Si tratta di una delle numerose "[[profezia|profezie]]" che Dante inserì nel poema per poter citare personaggi ancora viventi nel 1300 o eventi posteriori a tale data (ma già avvenuti, ovviamente, nel momento in cui egli scriveva).
 
La notorietà dell'episodio, che nell'economia del poema è assolutamente marginale, è dovuta soprattutto all'orgoglio un po' [[campanilismo|campanilistico]] con cui, nel [[XIX secolo]], gli intellettuali dell'area tra il Biellese e la Valsesia sottolinearono la presenza di un accenno alle loro terre nel capolavoro dantesco: un fenomeno analogo è osservabile nell'esagerato rilievo che la cultura vercellese ha sempre dato ai versi - di poco successivi - relativi "al dolce piano / che da Vercelli a Marcabò dichina" (Inferno XXVIII, [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto XXVIII|73-74]]). Essi, infatti, costituiscono solo una precisazionerecisazione geografica e non certo una lode del capoluogo eusebiano.
 
== Il "mito" di Dolcino ==