Basilica di Santa Caterina d'Alessandria: differenze tra le versioni

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La parte absidale, nella quale si aprono grandi finestre, non fu costruita assieme alla chiesa ma venne aggiunta nella prima metà del Quattrocento su commissione di Giovanni Antonio Orsini, figlio di Raimondello, per rendere l'ambiente sia più luminoso, sia più bello architettonicamente, poiché, a detta dello stesso committente, l'edificio sembrava un corpo senza testa.
 
La decorazione pittorica riveste grande importanza artistica. L'interno fu completamente affrescato verso la fine del Trecento da maestranze locali. Questi affreschi non erano di elevata qualità e non furono molto apprezzati dalla committente, [[Maria d'Enghien]], la quale decise di far completamente riaffrescare l'edificio (siamo nei primi decenni del Quattrocento) e quindi giunsero artisti da varie zone della penisola: maestranze di scuola giottesca e senese e un certo Franciscus De Arecio (Francesco d'Arezzo). Le influenze giottesche sono particolarmente visibili negli affreschi delle vele della seconda campata nelle quali sono raffigurati i sette sacramenti. Gli elementi di scuola senese sono riscontrabili in alcuni affreschi dell'ambulacro sinistro: per esempio nella scena raffigurante l'Annunciazione si possono notare i colli dei personaggi un po' allungati, elemento caratteristico delle pitture senesi di quel periodo. L'unico affresco recante la firma "Franciscus De Arecio" è ubicato nell'ambulacro destro e riporta un'immagine di sant'Antonio Abate; assieme al nome dell'artista viene riportata la data 'MCDXXXV'. Tracce delle prime pitture sono visibili in vari punti dell'edificio dove si sono distaccati gli affreschi più recenti e quindi risulta particolarmente visibile il primo stratO. {{cnCitazione necessaria|Per la vastità dei cicli pittorici, la basilica galatinese è seconda solo alla Basilica di San Francesco d'Assisi}}.
 
L'intero ciclo di affreschi si sviluppa da sinistra a destra, in senso rotatorio e si presenta sicuramente più interessante nella navata centrale. Lungo le pareti della prima campata e in controfacciata sono affrescate le ''Scene dell'[[Apocalisse]]'', che costituiscono il ciclo più vasto di tutta la chiesa. Esse introducono la narrazione nelle [[Vela (architettura)|vele]] della prima campata, evocando i temi più importanti e le principali allegorie dell'[[Apocalisse di Giovanni]]. Nella seconda campata sono affrescate le ''Storie della [[Genesi]]'', sulle due pareti laterali, e nella volta, i ''[[Sacramento|Sette Sacramenti]]''. Nella terza, sono rappresentate le ''Gerarchie Angeliche'' nella volta, mentre le ''Storie della Vita di Cristo'', sulle pareti. A santa Caterina d'Alessandria e alla sua vita è dedicato, sulle pareti del [[presbiterio]], un ciclo di diciassette affreschi, mentre nella volta sono affrescati gli ''[[Evangelisti]] e i [[Dottori della Chiesa]]''. Nel [[Coro (architettura)|coro]], che non rappresenta nessun tipo di decorazione ad eccezione di una serie di stemmi gentilizi, s'innalza il [[cenotafio]] di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, mentre quello di Raimondello è ubicato sul lato sinistro dell'altare maggiore, nel presbiterio. Sia il ciclo pittorico della navata centrale che le ''Storie della Vergine'' nella navata destra furono commissionati da Maria d'Enghien e pertanto sono databili fra il 1416 e il 1443, anno di morte della principessa.