Araldica civica: differenze tra le versioni

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Lo scudo civico segue le medesime regole degli altri scudi per le armi gentilizie o ecclesiastiche in quando lo stemma di un ente territoriale, pur essendo lo stemma di una comunità e non uno stemma personale o di famiglia, è a tutti gli effetti uno stemma araldico. Per l'araldica italiana è previsto che lo scudo abbia una forma di [[scudo sannitico]], anche se alcuni enti storici come ad esempio la città di [[Venezia]], legalmente utilizza lo scudo "alla veneta" riconosciuto con D.P.R. del 6 novembre [[1996]].
 
Elemento fondamentale è, come già si è detto, la corona muraria che può essere d'argento per i comuni o d'oro per le città. Per le provincie italiane (attuali città metropolitane) è previsto uno stemma con una corona specifica formata da un cerchio d'oro gemmato dal quale emergono due rami, uno di alloro e l'altro di quercia, che vengono quindi aboliti come elementi esterni a sé stanti nello scudo. Le regioni d'Italia, essendo sorte dopo l'emanazione dei RR. DD. 7 Giugno 1943 nn. 651 e 652 che regolavano appunto l'uso delle corone civiche, non dispongono di corone legalmente riconosciute sui loro stemmi.
 
Sotto lo stemma comunale, si trovano normalmente un ramo d'alloro ed uno di quercia montati a corona, sostenuti da un nastro [[tricolore]].