Agnolo Poliziano: differenze tra le versioni

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[[File:Cappella Sassetti, Domenico Ghirlandaio - Angelo Poliziano e Giuliano de' Medici.jpg|thumb|left|Angelo Poliziano e [[Piero il Fatuo|Piero de' Medici]], [[Domenico Ghirlandaio]], [[Cappella Sassetti]], [[Santa Trinita (Firenze)|Santa Trinita]], [[Firenze]]]]
 
Suo padre, Benedetto, giurista legato all'importante famiglia [[Firenze|fiorentina]] dei [[Medici]], morì, quando Poliziano aveva solo diecidodici anni, assassinato dai parenti di un uomo che era stato condannato grazie alla sua azione.<ref name="Asor_408" /> Il giovane figlio, rimasto orfano in tenera età, vide accentuati dal trauma psicologico costituito dalla morte del padre l'insicurezza e la timidezza che lo avrebbero accompagnato per la sua intera esistenza.<ref name="Barberi_56" />
 
Poiché, dopo la morte del padre, la madre incontrò serie difficoltà nel garantire la sopravvivenza alla famiglia, Poliziano fu costretto a trasferirsi a Firenze, dove giunse entro il [[1469]],<ref name="Asor_408" /> presso la casa di alcuni parenti di estrazione sociale molto modesta.<ref name="Barberi_56" /> Ciò nonostante, egli riuscì egualmente a intraprendere gli studi universitari: proprio in ambiente universitario venne a contatto con uomini di primaria importanza nel panorama culturale dell'epoca, come [[Marsilio Ficino]] e i [[Grecia|greci]] [[Giovanni Argiropulo]] e [[Demetrio Calcondila]].<ref name="Barberi_56" /> Nell'intento di dimostrare le proprie abilità, nel [[1470]], all'età di sedici anni, iniziò la traduzione dell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]'' di [[Omero]] dal [[lingua greca antica|greco]] al latino: svolgendo tale opera rivelò già il rigore filologico e l'uso raffinatissimo della parola che sarebbero stati caratteristiche costanti della sua opera.<ref name="Barberi_56" />