Colonna (famiglia): differenze tra le versioni

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== I Colonna di Sciarra ==
Il ramo di [[Palestrina]] discendente da Stefano il Vecchio, ricevette anche i feudi di [[Colonna (Italia)|Colonna]], [[Gallicano nel Lazio|Gallicano]], [[Zagarolo]], [[Anticoli Corrado|Anticoli]], [[Roviano]] a cui aggiunsero tra le altre titolature e possedimenti anche la contea del [[Cicolano]] ed altri feudi in Abruzzo, e vide il loro principale feudo eretto in [[principato (diritto)|principato]] nel 1571. Dopo la vendita di Palestrina ai [[Barberini]] nel [[1630]], [[papa Urbano VIII]] trasferì a [[Carbognano]] il titolo principesco. Nel ramo troviamo tra gli altri: Francesco (m. [[1636]]) che combatté a fianco di [[Alessandro Farnese]] nelle [[Fiandre]] e [[Giulio Cesare Colonna|Giulio Cesare]], principe di [[Carbognano]], che sposò [[Cornelia Barberini]], ultima discendente della famiglia con la quale Palestrina solo dopo circa un secolo tornò nei Colonna, fino alla scomparsa di Enrico Colonna Barberini (1823-1889). Da allora, a seguito della istituzione della secondogenitura a cui andò il titolo di principe di Palestrina e che assunse il cognome di Barberini Colonna, vennero acquisiti nel patrimonio il [[Palazzo Barberini|palazzo]] romano dei Barberini, il [[Palazzo Colonna Barberini (Palestrina)|palazzo]] di Palestrina, la [[villa Sciarra (Roma)|villa Sciarra]] a Roma e la villa di [[Castel Gandolfo]].<br />
 
Il ramo primogenito detto dei principi di Carbognano e duchi di [[Vasanello|Bassanello]], con l'acquisizione di alcuni beni del patrimonio Barberini dal 1810 si chiamò Colonna Barberini di Sciarra, che ebbero residenza nel palazzo omonimo sulla via del Corso, già piazza di Sciarra<ref>Con questo nome la piazza era già nota nel 1527: v. ''Roma nell'anno 1838 descritta da Antonio Nibby'': Parte 1. Antica, Volume 1, p.440; secondo Flaminio Vacca lì vi avrebbe abitato Sciarra Colonna, v. Bullettino dell'Instituto di corrispondenza archeologica, 1830, p.82.</ref>, riedificato su commissione del 2º principe di Palestrina e 1° di Carbognano, Francesco (m. 1636)<ref>v. ''Stendhal's Rome: Then and Now'', di Alba della Fazia Amoia,Enrico Bruschini, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1997, p.62.</ref>, da [[Flaminio Ponzio]] che aveva accorpato i due edifici preesistenti della famiglia, noto per la bellezza del portale progettato da [[Orazio Torriani]] e incluso tra "[[le quattro meraviglie di Roma]]".<br />
 
La famiglia si estinse nella linea maschile con [[Urbano Colonna|Urbano]], tenente pilota caduto in combattimento nei cieli di Malta nel [[1942]] e figlio di Maffeo<ref>v. voce in Dizionario biografico degli Italiani, Ed. Treccani.</ref> (1850-1925) editore e latifondista, noto per aver adibito parte del suo palazzo a sede di periodici, tra i quali il quotidiano ''[[La Tribuna]]'' e per la fondazione del [[Teatro Quirino]], oltre che per aver esportato illecitamente tra il 1890 e il 1895 capolavori d'arte provenienti dalla sua collezione che comprendeva tra le altre opere di Raffaello, Tiziano e Caravaggio<ref>A. Fineschi, ''Lo scandalo Sciarra, libero mercato o pubblico interesse?'', in Gazzetta Antiquaria, 25/26, 1995</ref>, perdendo pressoché l'intero suo patrimonio in attività speculative<ref>v. voce in Dizionario Biografico degli Italiani; La Civiltà cattolica, Vol. 6, Cronaca contemporanea, a.1893, pp. 203-204</ref>.<br />
La discendenza prosegue per via femminile, attraverso [[Urbano Barberini]], nato da Mirta, figlia primogenita di Urbano Barberini-Colonna di Sciarra, e del marito Alberto [[Riario]] Sforza, che aggiunse al proprio il cognome della moglie per adozione da parte di Stefanella Barberini Colonna di Sciarra.