Contralto: differenze tra le versioni

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Nella rarefazione dei ruoli a loro dedicati, è stato inevitabile che i sempre meno numerosi contralti tendessero a convergere sul ben più nutrito repertorio mezzosopranile: è tipico il caso della già citata Marietta Biancolini, alla quale si deve la creazione del personaggio di Laura Adorno ne ''[[La Gioconda]]'', parte chiaramente riconducibile al registro di mezzosoprano. Viceversa, per i mezzosoprani è stato naturale affrontare, oltre ai numerosi ruoli collocati a mezza strada tra i due registri (come la protagonista di ''[[Sansone e Dalila (opera)|Sansone e Dalila]]'' di [[Camille Saint-Saëns|Saint-Saëns]]), anche quelli originariamenti scritti per contralto. Si è così arrivati, a partire dalla fine dell'Ottocento, ad una quasi totale sovrapposizione dei due registri, al punto che è molto difficile da allora parlare di contralti ''tout court'', trattandosi invece quasi sempre di "voci che, pur cantando spesso da mezzosoprano, [mostrano] qualche carattere del contralto".<ref name="Grove"/> Perfino a livello terminologico, da una situazione in cui si parlava solo di "soprani" e "contralti" (inizio dell'Ottocento), si è scivolati gradualmente, verso la metà del Novecento, all'estremo opposto, in cui il termine "contralto" era ormai divenuto una rarità.<ref name="Grove"/>
 
Ed in relazione ai contralti della prima parte del Novecento, Giacomo "[[Giacomo Lauri-Volpi|Lauri-Volpi]] (''Voci parallele'') scrisse di averne ascoltati soltanto tre: [[Gabriella Besanzoni]], [[Margarete Matzenauer|Marian Anderson]] e [[Matilde-Blanco Sadun]]".<ref name="Requiem"/> Altre fonti ne aggiungono di ulteriori: [[Clara Butt]], [[Ernestine Schumann-Heink]], [[Sigrid Onegin]], [[Kathleen Ferrier]];<ref name="Grove"/> la ''renaissance'' di Rossini e del Barocco alla fine del secolo ha riportato a nuova vita il repertorio e il termine di "contralto", inducendo alcune interpreti a preferirlo a quello, meno ''ricercato'', di [[mezzosoprano]]: [[Ewa Podleś]], [[Bernadette Manca di Nissa]], [[Sara Mingardo]], e più recentemente le ancor giovani, [[Marie-Nicole Lemieux]], canadese,<ref>"Vera forza della natura, Marie-Nicole Lemieux canta con un'autentica voce di contralto e con un talento non comune per passare da Vivaldi a Schumann" (Pablo Galonce, «Le Monde de la musique» - febbraio 2009). Cfr. anche: Joseph So, [http://www.scena.org/columns/reviews/010730-JS-Lemieux.html ''Quebec Contralto Marie-Nicole Lemieux Makes a Brilliant Ontario Debut''], «La Scena Musicale», 30 luglio 2001.</ref> e [[Sonia Prina]], italiana<ref>"Al debutto alla [[Houston Grand Opera]] era il contralto Sonia Prina nei panni di [[Serse (opera)|Amastre]]. La Signora Prina ha cantato con una coloratura assolutamente perfetta e con una voce di contralto meravigliosamente calda" (Jake Johansen, [http://www.examiner.com/opera-in-houston/opera-review-xerxes ''Opera Review: Xerxes''], «examiner.com», 2 maggio 2010). Oppure: "In grandissima forma ... Sonia Prina, impressionante per autorità e credibilità nel suo [[Ottone in villa|Ottone]] dalle belle note gravi da contralto" («Opéra Magazine» - ottobre 2010, citata in [http://operabaroque.fr/Cadre_baroque.htm «Le magazine de l'opéra baroque»], pagina ''Ottone in villa'').</ref>. Ad esse va aggiunta, se non altro per l'appassionata perorazione contenuta nel libro ''Ermafrodite armoniche'' (2011), significativamente intitolata, ''Il contralto non è morto!'', [[Elisabetta Fiorillo]].<ref>Beghelli/Talmelli, pp. 183-186. Secondo la testimonianza personale di padre Talmelli anche [[Lucia Valentini Terrani]] considerava sé stessa un contralto (p. 139, nota n. 2).</ref>
 
È forse ancora presto per dire se tale rinnovato interesse possa costituire l'apertura di un nuovo ''ricorso'' nella storia ormai plurisecolare del canto lirico.