La bestia umana: differenze tra le versioni

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Zola, durante la compilazione dell'opera, effettuò la tratta da [[Parigi]] a [[Mantes-la-Jolie]] sulla bruciante e scomoda locomotiva, assieme al [[macchinista ferroviario|macchinista]] e al [[fuochista]]. Ma l'autore era già legato ai treni, dato che il padre [[ingegnere]] aveva realizzato una delle prime [[linea ferroviaria|linee ferroviarie]] e la passione per i treni divenne costante nella vita dell'autore, che dalla sua terrazza, si divertì a fotografare innumerevoli treni in transito nel vicino [[binario (ferrovia)|binario]]<ref name="Best">[[Riccardo Reim]], "Prefazione a ''La bestia umana'', [[Newton Compton]], 1995, pp. 7-10.</ref>.
 
È un'opera inquietante, terribilmente [[pagana]], un'[[epica]] perfettamente riuscita, come affermò [[Gilles Deleuze]] in una sua critica letteraria, nella quale il protagonista, il treno, trascende anche il ruolo di testimone e di censore, per assurgere a quello di agente, e come tale regge il carico di simbolo nella storia<ref>Henri Guillemin, "Présentation des ''Rougon-Macquart'', Paris, [[Gallimard]], 1964.</ref>.I protagonisti del romanzo, in particolare i coniugi Roubaud, Jaques, Flore e Misard, sono personaggi apparentemente ordinari, che conducono esteriormente una vita tranquilla ed inscindibilmente legata al mondo ferroviario. Nel profondo, tuttavia, essi rappresentano proprio delle "bestie umane", come i delitti a loro ascivibili e, soprattutto, i moventi scatenanti la furia omicida, dimostrano.
 
È anche un'opera dove ci sono più omicidi, morti, suicidi, catastrofi ferroviarie, ma che allo stesso tempo descrive in dettaglio la vita quotidiana di diversi impiegati di tutti livelli delle ferrovie.
 
== Edizioni italiane ==