Alfa Romeo Grand Prix: differenze tra le versioni

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== Il contesto ==
I risultati ottenuti dalla [[ALFA 40-60 HP|40-60 HP]] nelle gare sportive spinsero la casa del Biscione ad iniziare la progettazione di un modello da gara adatto a partecipare ai [[Gran Premio di automobilismo|Gran Premi di automobilismo]],<ref name = "Owen pag. 12">{{Cita|Owen, 1985|pag. 12.}}.</ref>, che riscuotevano maggior interesse da parte del pubblico rispetto alle gare di resistenza.<ref name="Owen pag. 12"/>. Nel 1914 [[Giuseppe Merosi]] fu pertanto incaricato di progettare un modello utile allo scopo, impiegando però come base della progettazione una vettura esistente, dato che la realizzazione da zero di un nuovo modello avrebbe assorbito troppe risorse finanziarie.<ref name="Owen pag. 12"/>. Nel 1914 nacque così l'ALFA Grand Prix, che derivava dalla 40-60&nbsp;HP e che fu la prima auto progettata dalla casa del Biscione a essere destinata esclusivamente alle competizioni.<ref name="Owen pag. 12"/><ref name = "Tabucchi pag. 22">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 22.}}.</ref>.
 
== Storia ==
Il modello era caratterizzato da innovazioni riguardanti la tecnologia del motore:<ref name = "Sannia pag. 16">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 16.}}.</ref>: aveva infatti una [[Distribuzione (meccanica)|distribuzione]] a [[doppio albero a camme in testa]] e possedeva una duplice [[accensione]] per [[Cilindro (meccanica)|cilindro]].<ref name="Sannia pag. 16"/>. L'unità motrice fu il primo motore della casa del Biscione ad avere queste caratteristiche e fu pertanto l'antesignano del propulsore [[Motore bialbero Alfa Romeo|bialbero Alfa Romeo]] e del sistema di accensione [[Twin Spark]], che furono prodotti qualche decennio dopo.<ref name="Sannia pag. 16"/>. Nello specifico, il motore della Grand Prix era un [[Motore in linea a quattro cilindri|quadricilindrico in linea]] a [[Corsa (meccanica)|corsa]] lunga con quattro valvole per [[Cilindro (meccanica)|cilindro]], che possedeva una [[cilindrata]] da 4.458 [[centimetro cubo|cm³]] e che erogava una [[Potenza (fisica)|potenza]] di 88 [[Cavallo vapore britannico|hp]] a 2.950 giri. Tale propulsore spingeva la Grand Prix ad una [[velocità]] massima di 140 [[chilometro orario|km/h]].
 
Nell'estate del 1914 la messa a punto della vettura era ormai completata, ma la prevista partecipazione della vettura al [[Gran Premio di Francia]] che si disputava a Lione il 4 luglio, fu disdetta all'ultimo momento, per ragioni ufficialmente mai espresse, ma facilmente riconducibili alla delicata posizione internazionale dell'[[Italia]], dopo l'[[attentato di Sarajevo]]. La dirigenza ALFA, allo scoppio del [[primo conflitto mondiale]], decise di vendere la Grand Prix e di sospendere il programma sportivo, unitamente alla produzione automobilistica, per avviare quella bellica.
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La versione evoluta, ora denominata Alfa Romeo Grand Prix per via del cambio di proprietà, veniva accreditata di 102&nbsp;hp e di una velocità massima vicina ai 150&nbsp;km/h. Tra il 1920 ed il [[1921]], partecipò a numerose gare con discreti risultati, al [[Circuito stradale del Mugello|Circuito del Mugello]], alla [[Parma]]-[[Berceto]] e al [[Circuito di Brescia]], condotta da [[Nino Franchini]], [[Antonio Ascari]] e [[Giuseppe Campari]]. Quest'ultimo, al [[Gentlemen Grand Prix di Brescia]], fu costretto al ritiro per una perdita di refrigerante dal [[Raffreddamento a liquido|radiatore]].
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==