Storia dell'Aragona: differenze tra le versioni

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Marco Porcio Catone fu il vero conquistatore dell'Aragona. [[Latini|Latino]] di [[Tusculum]], fiero delle proprie origini plebee e contadine, era dotato di una personalità carismatica che anche i suoi nemici più acerrimi gli riconoscevano. Condottiero sagace, sommo uomo politico, Marco Porcio Catone restò per un anno circa nella penisola iberica, passato in gran parte lottando contro le tribù ibere e celtibere della regione, gente nobile e fiera che impegnò gli eserciti romani in una lunga serie di scontri e guerre locali. La presa della cittadina di [[Jaca|Iacca]] ([[195 a.C.]]) importante piazzaforte ibera, nei Pirenei aragonesi, unita alle straordinarie capacità diplomatiche di Catone e ad una sua fortunata campagna contro i celtiberi della valle del fiume ''Jalón'' (Aragona sud occidentale), permisero a Roma di estendere il proprio dominio su tutta l'Aragona settentrionale e centrale ed a parte di quella meridionale. La conquista di quest'ultima fu completata da L. Manlio Acidinio nel [[187 a.C.]] L'Aragona tutta poteva ormai considerarsi romana.
 
Va a questo proposito ricordata la sanguinosa sollevazione dei celtiberi che, conosciuta anche come I guerra celtibera, ebbe inizio nel [[181 a.C.]] e coinvolse anche le terre appena conquistate delle valli del ''Jalón'' e del ''Jiloca'' (Aragona meridionale). Tale sollevazione si saldò con quella degli Iberi Suesetani del nord dell'Ebro (Aragona centro-occidentale), repressa dal pretore Terenzio Varrone il quale espugnò e distrusse la città di ''Corbio'', di incerta ubicazione. La I guerra celtibera, cui abbiamo fatto precedentemente accenno, fu invece domata da Fulvio Flacco e da [[Tiberio Sempronio Gracco (console 177 a.C.)|Tiberio Sempronio Gracco]]. Quest'ultimo riportò definitivamente l'ordine nella regione dopo aver posto termine alla fierissima resistenza dei Celtiberi nella zona del massiccio del Moncayo ([[179 a.C.]]), a cavallo fra Aragona e Castiglia, ed aver assicurato a questo popolo onorevoli condizioni di pace.
[[File:NUMANTIA1.jpg|thumb|250ppx|left|Rovine di Numanzia, ultima roccaforte celtibera ad essere conquistata dai Romani.]]
Nuove ribellioni funesteranno, a partire dalla metà del [[II secolo a.C.]] la zona celtibera coinvolgendo nuovamente l'Aragona sud occidentale (in particolare le valli del ''Jalon'' e ''Jiloca''). Particolarmente cruenta sarà la sollevazione del capo celtibero Olonico ([[144 a.C.]]), che, alleatosi con [[Viriato]], tenne impegnate durante anni ingenti forze romane (pari ad oltre cinquantamila uomini) e che fu domata da Q. Cecilio Metello a prezzo di considerevoli perdite. Ricordiamo infine che l'ultimo atto delle ribellioni celtibere avvenne con la presa e la distruzione di [[Numanzia]] ([[133 a.C.]]), città entrata nella leggenda per la strenua resistenza opposta dai suoi abitanti all'invasore romano. La località era situata nell'attuale [[provincia di Soria]], in Castiglia, ma a breve distanza dalla frontiera aragonese.