Stato degli Sloveni, Croati e Serbi: differenze tra le versioni

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Indipendentismo
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Lo '''Stato degli Sloveni, Croati e Serbi'''<ref>Da non confondersi con il [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], proclamato il 1º dicembre [[1918]] in seguito all'unione dello Stato con i regni [[Regno di Serbia|di Serbia]] e [[Regno di Montenegro|Montenegro]].</ref> (in [[Lingua slovena|sloveno]]: ''Država Slovencev, Hrvatov in Srbov''; in [[Lingua croata|croato]]: ''Država Slovenaca, Hrvata i Srba''; in [[Lingua serba|serbo]]: ''Држава Словенаца, Хрвата и Срба'') fu un governo balcanico di brevissimabreve durata (29 ottobre - 1º dicembre [[1918]]), costituitosi negli ultimi giorni della [[prima guerra mondiale]] indurante previsione dellala dissoluzione dell'[[Impero austro-ungarico]]. Tale governo reclamava diritti su quasinominalmente tutte le terre meridionali dell'impero cheabitate eranodalle a maggioranzaetnie [[Sloveni|slovena]], [[Croati|croata]] e [[Serbi|serba]],<ref>La [[Voivodina]], a maggioranza serba, si oppose alla formazione del nuovo stato, si diede un'amministrazione indipendente e meno di un mese dopo (25 novembre) aderì al [[Regno di Serbia]]. Il giorno precedente aveva fatto il suo ingresso nel regno serbo, anche il [[comitato della Sirmia ]] che aveva aderito, inizialmente, al nuovo governo.</ref> un territorio parzialmente corrispondente agli Statistati di [[Slovenia]], [[Croazia]] e [[Bosnia ed Erzegovina]] sorti alla fine del [[XX secolo]].
 
== Storia ==
L'autoproclamazione dell'indipendenza avvenne il 29 ottobre [[1918]] con la rottura di tutte le relazioni ufficiali di stato con l'Austria-Ungheria.<ref>Narodno vijeće Slovenaca, Hrvata i Srba u Zagrebu 1918.-1919. : izabrani dokumenti / izabrali i priredili Marina Štambuk-Škalić, Zlatko Matijević. - Zagreb, 2008, 51-52.</ref> Il potere governativo era detenuto dal [[Consiglio Nazionale degli Sloveni, Croati e Serbi]], composto [[ad hoc]] dai politici influenti dell'epoca. Il presidente era uno sloveno, il [[Compagnia del Gesù|gesuita]] [[Anton Korošec]], già membro prominente del [[Partito popolare sloveno (1907-1992)|Partito popolare sloveno]]. I due vicepresidenti erano il serbo, [[Svetozar Pribićević|Svetozar Pribićevi]], e il croato [[Ante Pavelić (1869-1938)|Ante Pavelić]].<ref>Da non confondere con [[Ante Pavelić]] ([[1889]]-[[1959]]), ''"poglavnik"'' dello [[Stato Indipendente di Croazia]] ([[1941]]-[[1945]]), uno [[stato fantoccio]] della [[Germania nazista]] (Vedi: ''[http://www.britannica.com/eb/topic-1413183/Independent-State-of-Croatia Independent State of Croatia]'', [[Enciclopedia Britannica]], 2009'').</ref>
 
Il conflitto mondiale volgeva oramai al termine (sarebbe cessato l'11 novembre 1918) e gli [[Imperi centrali]] erano prossimi alla resa. L'Austria-Ungheria, avviata alla dissoluzione, non si oppose alla [[Indipendentismo|secessione]], ma anzi cedette al nuovo Stato l'intera sua flotta navale, i porti e le difese costiere sul [[mare Adriatico]]. Gli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] videro la decisione come un estremo tentativo del governo di [[Vienna]] di assicurarsi l'integrità della flotta sotto una nuova bandiera neutrale nella prospettiva di una riunificazione dell'impero su basi [[federalismo|federali]] al termine del conflitto, una prospettiva caldeggiata anche dall'imperatore [[Carlo I d'Austria|Carlo I]]. Dopo una breve cerimonia, avvenuta nel tardo pomeriggio del 31 ottobre, la flotta imperiale, ancorata nel golfo di [[Pola]], fu quindi ceduta formalmente al nuovo Stato, ma la notte seguente fu attaccata e in parte neutralizzata da [[Motoscafo Armato Silurante|unità motosiluranti]] della [[Regia marina]] (azione nota come [[impresa di Pola]]) che non erano a conoscenza della mutata situazione politica.
 
Lo Stato degli Sloveni, Croati e Serbi non ottenne alcun [[riconoscimento diplomatico]] nel corso della sua breve esistenza. Era, infatti, un'entità politicamente fragile, come confermato anche dallo stesso presidente Korošec che, in una lettera inviata a [[Belgrado]] per ottenere aiuto militare, ammetteva che nel territorio vigeva la totale anarchia dopo la resa austriaca (4 novembre) e la conseguente [[abdicazione]] dell'imperatore.
 
Al Consiglio Nazionale, non restò dunque altra scelta che unirsi ai regni di Serbia e Montenegro sotto il nome di [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], il 1º dicembre [[1918]]. Accettando di porsi sotto l'autorità di un governo, come quello del [[Regno di Serbia]], che aveva vinto la guerra, i croati rafforzarono notevolmente la propria posizione in vista del [[Congresso di Versailles]] e delle pretese [[italia]]ne sulla [[Dalmazia]].<ref>Dejan Djokic, "Yugoslavism, Histories of a Failed Idea", 2003. In particolare pg.36.</ref>
 
== Note ==