Jirō Horikoshi: differenze tra le versioni

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[[File:Employees of the Mitsubishi Heavy Industries 193707.jpg|thumb|left|Jirō Horikoshi (al centro) con il suo gruppo di lavoro nel 1937.]]
 
Jirō Horikoshi nacque presso la città di Fujioka, [[Prefettura di Gunma]], nel 1903 ed entrò nel 1924 come studente nell'[[Università Imperiale di Tokyo]], laureandosi nel 1927 presso il da poco costituito Laboratorio di Aviazione (''Kōkū Kenkyūjo'') della facoltà di ingegneria.<ref>{{citaCita libro|autore= Hiroyuki Odagiri|titolo = Technology and Industrial Development in Japan|editore= Clarendon Press|città= Oxford|anno= 1996|isbn= 0-19-828802-6|p= 215}}</ref> Suoi compagni di corso furono [[Takeo Doi (progettista)|Takeo Doi]] e Hidemasa Kimura.
 
Successivamente venne assunto presso gli impianti aeronautici della [[Mitsubishi Heavy Industries|Mitsubishi]] a [[Nagoya]], divenendone il direttore dell'ufficio tecnico e capo progettista. Sotto la sua supervisione furono progettati e costruiti i primi caccia monoplani della Mitsubishi, quali il [[Mitsubishi Ki-33|Ki-33]] e l'[[Mitsubishi A5M|A5M]], quest'ultimo divenuto il primo caccia monoplano imbarcato utilizzato dal Servizio Aeronautico della Marina Imperiale giapponese ([[Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu]]). Dato il successo di questo [[velivolo]], costruito in oltre mille esemplari, nel 1937 Horikoshi fu incaricato di progettarne il successore, inizialmente denominato Prototype 12 perché progettato nel dodicesimo anno del [[Periodo Shōwa]], che, entrando in servizio nel 1940 (anno imperiale 2600 secondo il [[calendario giapponese#L'anno imperiale|calendario giapponese]]), fu pertanto ufficialmente denominato caccia tipo Zero (''Rei-sen''), il più noto tra i velivoli giapponesi del secondo conflitto mondiale, che venne costruito in oltre diecimila esemplari.
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[[File:GiuseppeGabrielli.jpg|thumb|left|Horikoshi tra [[Giuseppe Gabrielli]] e [[Willy Messerschmitt]] nel 1967, tre dei più famosi progettisti delle [[Potenze dell'Asse]].]]
 
Nel 1953, con il [[generale]] Masatake Okumiya, già pilota da caccia della Marina Imperiale, pubblicò ''Reisen'', tradotto nel 1957 da Martin Caidin in [[lingua inglese|inglese]] con il titolo di ''Zero!: the story of the Japanese Navy Air Force, 1937-1945'',<ref>{{citaCita web |url=http://books.google.it/books?id=pwU1AAAAIAAJ&dq|titolo=Zero!: the story of the Japanese Navy Air Force, 1937-1945|editore=Google Books |accesso=31 dicembre 2013}}</ref> che ebbe successo di vendite e di cui ne è stata ripubblicata nel 2004 una riedizione con il titolo ''Zero: The Story of Japan's Air War in the Pacific - As Seen by the Enemy''.<ref>{{citaCita web |url=http://books.google.it/books?id=dGIBAAAACAAJ&dq|titolo=Zero: The Story of Japan's Air War in the Pacific - As Seen by the Enemy|editore=Google Books |accesso=31 dicembre 2013}}</ref>
 
Nel 1970 pubblicò in Giappone un'[[autobiografia]], in seguito tradotta in inglese con il titolo ''Eagles of Mitsubishi: the story of the Zero Fighter''.<ref>{{citaCita web |url=http://books.google.it/books?id=l5gQGwAACAAJ&dq|titolo=Eagles of Mitsubishi: The Story of the Zero Fighter|editore=Google Books |accesso=31 dicembre 2013}}</ref>
 
Nell'autunno 1973 Horikoshi venne insignito dell'[[Ordine del Sol Levante]] di terza classe che, dopo la sua morte, avvenuta nel 1982, fu promosso postumo al grado superiore.