Scotti-Isotta-Fraschini 20/70: differenze tra le versioni

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[[File:Scotti-Isotta Fraschini 20-70.jpg|left|thumb|Installazione navale singola ''Mod. 39''.]]
 
Lo sviluppo dell'arma comincia nel [[1928]], per opera del progettista [[Alfredo Scotti]], che la ideò inizialmente per l'impiego come cannone aeronautico: infatti nella [[prima guerra mondiale]], diversi cannoni, da 20, 37 e persino 47&nbsp;mm, erano stati installati sui [[bombardiere|bombardieri]], per il bombardamento terrestre e antinave. L'arma impiegava il sistema di funzionamento automatico a rinculo, con [[canna (armi)|canna]] fissa e blocco geometrico dell'[[otturatore (armi)|otturatore]] rimosso per azione del gas, ideato dallo stesso Alfredo Scotti, e caratteristico di tutte le armi automatiche e semiautomatiche di sua creazione<ref name=Chinn>{{citaCita|Chinn|p. 545-547}}.</ref>.
 
In questa funzione, il cannone restò sostanzialmente ignorato dalle autorità italiane, le quali non erano interessate, per uso aeronautico, a nessun calibro che fosse più pesante del [[12,7 × 81 mm SR|12,7&nbsp;mm]], per il quale i tecnici italiani stavano contemporaneamente sviluppando i [[alto esplosivo|proiettili esplosivi]]<ref name=Chinn />.
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Lo sviluppo, in Italia, continuò per opera della [[Isotta Fraschini]], che aveva acquistato i progetti dell'arma nel 1938. La versione '''Mod. 1939''' installata su affusto a candeliere fu impiegata dalla [[Regia Aeronautica]] per la difesa delle installazioni e dalla [[Regia Marina]] sulla maggior parte delle sue navi e sui [[treni armati della Regia Marina|suoi treni armati]]. L'[[esercito olandese]], pressato da esigenze belliche, nel dicembre del 1939 ordinò all'Isotta Fraschini 100 esemplari del cannone, completi di cinquemila munizioni per arma, su affusto campale, con riserva per ordinarne altri 100 esemplari (che verranno poi ordinati nel marzo del 1940). Di questi, 46 esemplari, rinominati dagli olandesi '''2 tl no.2''', vennero consegnati tra il gennaio ed il maggio 1940, con gli ultimi 11 esemplari che risultano fortunosamente consegnati il 14 maggio, ad [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi|invasione tedesca]] già in corso.
 
Anche se meno prestante, l'arma era di più facile realizzazione e manutenzione rispetto alla Breda; per questo, a guerra iniziata, la creazione di Scotti destò nuovo interesse presso i comandi militari e venne ordinata in alcune centinaia di unità: questa versione su affusto ruotato, detta '''Mod. 1941''', fu prodotta in circa 300 esemplari dalla [[Isotta Fraschini]] ed anche dalla [[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]]. Le armi prodotte da quest'ultima, del tutto identiche, sono spesso denominate '''Scotti-OM 20/70 Mod. 1941'''. Dopo l’armistizio, fu utilizzata dalla [[Wehrmacht]] come ''' 2-cm Scotti (i)'''<ref>{{citaCita|Bishop|p. 163}}.</ref> contro i [[Resistenza jugoslava|partigiani jugoslavi]]. Esemplari di preda bellica furono utilizzati anche dall'[[esercito britannico]]. Rimase poi in servizio con l'[[Esercito Italiano]] e la [[Marina Militare]] nel dopoguerra.
 
Lo sviluppo presso l'[[Isotta Fraschini]] non si fermò al ''Mod. 41''. Esemplari dell'arma vennero alimentati a nastro metallico a maglie disgreganti, ed operarono soddisfacentemente fino a cadenze di tiro di 600 colpi al minuto<ref name=Chinn />. Queste prestazioni, date le mutate esigenze operative, e mutate caratteristiche tecniche dei velivoli, l’avrebbero di nuovo resa interessante per il suo originario uso aeronautico, ma le difficoltà di montaggio sugli aerei esistenti, e l’armistizio, al contrario di quanto avvenuto per la “parente” [[Hispano-Suiza HS.404|HS.404]], prevennero ogni uso operativo in tal senso.
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Nel ''Mod. 41'', in configurazione di traino, le gambe laterali del treppiede si ripiegavano e l'arma si muoveva su due ruote (con possibilità di fare fuoco anche in questa configurazione con un brandeggio limitato). In batteria, con il treppiede aperto e regolato, l'arma brandeggiava su 360°.
 
Il ''Mod.39'' era installato su un affusto singolo a candeliere in [[ghisa]] per la difesa di installazioni o l'uso imbarcato<ref>{{citaCita|Pignato|p. 48}}.</ref>. I modelli singoli erano prodotti anche in versione a puntamento libero. La stessa mitragliera venne impiegata sull'affusto navale binato [[Breda_20/65_Mod._1935#Affusti_navali|Mod. 35 R.M.]], con puntamento tramite manovellismi e sedile per un puntatore.
 
L'arma fu anche installata in torretta quadrinata nei due prototipi del [[carro armato]] [[M15/42|M15/42 ''Contraereo'']].