Il sindaco: differenze tra le versioni

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Siccome l'uomo sembra restio a parlarne, Don Antonio gli racconta di come lui stesso, quando era guardiano di pecore molti anni prima, era stato costretto ad uccidere un pecoraio rivale a causa di una rissa, e a causa di ciò era fuggito in America dove aveva costruito il suo "regno"; in base a quell'esperienza, aveva compreso che l'unico modo per lavarsi le mani da una carriera così brutale è quella di amare i figli con ardore immenso. Ma il rifiuto del fornaio a perdonare il figlio persiste; anzi, l'uomo manca gravemente di rispetto a Don Antonio che, dominandosi, si limita a mandarlo via.
 
Dopo aver esaminato la situazione e aver parlato con Rafiluccio, Dondon Antonio, accompagnato da Fabio, si reca al negozio di Santaniello per fargli l'ultima proposta di riconciliazione. Ma l'uomo non demorde anzi, approfittando che sono soli, accoltella Don Antonio ad un fianco.
 
Il "Sindaco", presentendo la fine e riuscendo a dominare il dolore, dà una festa in casa ufficialmente per salutare Fabio che parte, in realtà per sistemare definitivamente la questione: convocati i due Santaniello, obbliga Arturo a firmare un grosso assegno in favore del figlio, per poi morire davanti a tutti. Scosso da quanto accaduto, Fabio deciderà di rimanere e di lottare fino all'ultimo per cambiare il mondo in meglio, sogno mai raggiunto da Don Antonio.
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[[Categoria:Film commedia]]
[[Categoria:Film sulla mafia]]
[[Categoria:Film basati su opere di Eduardo De Filippo]]