La donna della domenica (film): differenze tra le versioni

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L'indizio chiave pare riferirsi ad un antico proverbio piemontese: ''«La cativa lavandera a treuva mai la bun-a pera»'' (''La cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra''), il cui significato viene spiegato al commissario Santamaria dall'americanista Bonetto: la ''pera'' è la pietra in dialetto [[lingua piemontese|piemontese]], e la lavandaia che non trova la buona ''pera'' è una lavandaia che non ha voglia di fare il bucato.
 
Ma, accanto all'indagine ufficiale, ne viene condotta un'altra: il giovane impiegato comunale Lello Riviera, avendo appreso che l'amico Massimo Campi è tra i sospettati, decide di scoprire lui l'assassino per poter scagionare Massimo. Egli giunge infatti presto ad individuare il possibile assassino, ma quando si reca al ''Balon''<ref name="balon">Il ''[[Balon]]'' è un'area del centro storico torinese, tradizionalmente dedicata alla vendita di oggetti usati di tutti i tipi: qualcosa di analogo alla [[Porta Portese]] di Roma</ref> per trovare la conferma dei suoi sospetti, ci rimette la vita. Viene infatti trovato a terra, con il cranio sfondato da un pestello per mortaio.

Curiosamente al ''Balon'', nello stesso momento, sono presenti quasi tutti i personaggi sospettati del primo delitto. Il secondo delitto accelera le indagini, il commissario Santamaria e il collega De Palma stringono il cerchio e giungono finalmente all'incriminazione e all'arresto di chi ha commesso i due omicidi.
 
==La critica==
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I personaggi sono ben tratteggiati, emergono la volgarità del Garrone, il rifiuto del rango di Massimo Campi, la noia coniugale di Anna Carla, la cortesia prudente, ma solo perché gli è stata imposta, del Commissario, la grettezza della Tabusso. [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]], la [[Jacqueline Bisset|Bisset]] e [[Jean-Louis Trintignant|Trintignant]] si trovano perfettamente a loro agio in questa commedia gialla improntata all'ironia. Forse il limite di questo film è proprio l'esser figlio di un romanzo giallo alla cui trama il regista ha dovuto attenersi fino in fondo.
 
[[Gianni Rondolino]] nel Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano 1975-/76 afferma: « Da un romanzo che ha avuto uno straordinario successo letterario, un film che sta avviandosi ad un medesimo successo stando agli incassi delle sale. E non poteva essere diversamente con un regista come Comencini e due sceneggiatori come Age e Scarpelli a confezionare un prodotto filmico corrispondente. Il film mantiene in sostanza quello che promette, e l'ingarbugliata vicenda gialla, un poco sfrondata di episodi collaterali, e di motivi secondari, si scioglie progressivamente secondo le regole di tal genere di prodotti. C'è da osservare che nel film manca quella "torinesità" che invece costituiva il fascino del romanzo...»
 
==Incassi==