Centrismo: differenze tra le versioni

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Accanto alla DC, in Italia, altri partiti inseriti nella corrente "centrista" da alcuni esperti e analisti sono stati il [[Partito Liberale Italiano]] (PLI), il [[Partito Repubblicano Italiano]] (PRI) e il [[Partito Socialista Democratico Italiano]] (PSDI), il primo collocato più precisamente nel [[centro-destra]] e gli altri due nel [[centro-sinistra]]. Il PLI è l'erede della cultura [[Liberalismo|liberale]] al governo del paese dal [[1861]] al [[1922]], il PRI della cultura [[Giuseppe Mazzini|mazziniana]]. Il primo può genericamente essere definito un partito [[liberalismo conservatore|liberale conservatore]] (almeno fino alla svolta ''lib-lab'' di fine [[anni 1970|anni settanta]]; difatti altri studiosi lo collocano come un partito che, in origine, era esclusivamente di "destra"), mentre il secondo [[liberalismo sociale|liberale sociale]] (secondo una definizione di [[Ugo La Malfa]]). Soprattutto in seguito agli anni Settanta, periodo che vide la definitiva affermazione all'interno del PLI della corrente della "sinistra" interna, PLI e PRI tesero sempre più a identificarsi in una comune nuova area politica di ispirazione socio-liberale, da cui le liste comuni per le elezioni europee.<ref>Salvadori, Massimo, ''Enciclopedia storica'', Zanichelli, Bologna 2000, voci "Partito Liberale Italiano" e "Partito Repubblicano Italiano", pp. 1207-1208 e 1214-1215.</ref><ref>Ignazi, Piero, ''I partiti italiani'', Il Mulino, Bologna 1997, pp. 63-80.</ref><ref>Marchese, Riccardo - Mancini, Bruno - Greco, Domenico - Assini, Luigi, ''Stato e società. Dizionario di educazione civica'', La Nuova Italia, Firenze 1991, voci "Partito Liberale Italiano" e "Partito Repubblicano Italiano", pp. 325-327 e 328-329.</ref><ref>Galli, Giorgio, ''I partiti politici italiani (1943/2000). Dalla resistenza al governo dell'Ulivo, BUR, Milano 2001.</ref>
 
È possibile inoltre definire "centrista" anche il PSDI, [[Socialdemocrazia|partito socialdemocratico]] e moderato fondato da [[Giuseppe Saragat]], che scelse fin dalla sua fondazione la partecipazione ai governi centristi e rappresentò sempre un alleato fedele per la DC. Il PSDI in pratica, anticipando di quarant'anni le mosse dei partiti socialdemocratici europei, portò la [[socialdemocrazia]] italiana su posizioni di centro: una "terza via" ''ante litteram'', potremopotremmo dire. Pur essendo il PSDI un partito complessivamente "centrista", al suo interno non mancava però un'area di "sinistra" (come del resto anche nel PRI) che teneva a rimarcare la matrice socialista del partito e pur non volendo rinunciare agli ottimi rapporti con la DC, guardava con più "familiarità" al PSI.<ref>Ignazi, Piero, ''I partiti italiani'', Il Mulino, Bologna 1997, pp. 54-62.</ref><ref>Salvadori, Massimo, ''Enciclopedia storica'', Zanichelli, Bologna 2000, voce "Partito Socialista Democratico Italiano", pp. 1216-1217.</ref><ref>Marchese, Riccardo - Mancini, Bruno - Greco, Domenico - Assini, Luigi, ''Stato e società. Dizionario di educazione civica'', La Nuova Italia, Firenze 1991, voce "Partito Socialista Democratico Italiano", pp. 329-331.</ref>
 
=== La tradizione centrista nella ''Seconda Repubblica'' ===