Araldica civica: differenze tra le versioni
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[[File:Ströhl Heraldischer Atlas t52 3.jpg|thumb|400px|Esempi di stemmi di alcune città nell' ''[[Heraldischer Atlas]]'' (1899) dell'araldista austriaco [[Hugo Gerard Ströhl]] (si noti che alcuni di questi stemmi attualmente sono mutati):<br />1. [[Amsterdam]], [[Paesi Bassi]], 2. [[Oxford]], [[Inghilterra]]<br />3. [[Bruxelles]], [[Belgio]], 4. [[Schaffhausen]], [[Svizzera]], 5. [[Le Havre]], [[Francia]]<br />6. [[Murlo]], [[Italia]], 7. [[Sorbano]], [[Italia]], 8. [[Lipsia]], [[Germania]], 9. [[Hannover]], [[Germania]]<br />10. [[Čáslav]], [[Repubblica Ceca]], 11. [[Târgu Mureș]], [[Romania]], 12. [[Mumbai]], [[India]]]]
'''Araldica civica''' è il termine utilizzato per indicare quella specifica [[araldica]] applicata agli stemmi dei comuni e delle città nel mondo.
Sin dall'epoca medievale (e specificatamente da quella comunale), città, villaggi, sobborghi e altri corpi civici utilizzano stemmi araldici come simboli della loro autorità e per distinguersi tra i vari centri abitati, con la conseguenza che i diritti su tali simboli spettano unicamente alle differenti comunità o enti e non ai singoli cittadini che sono membri di quelle comunità, rappresentando quindi anche un elemento di distinzione tra la personalità giuridica degli enti stessi e quella dei loro singoli componenti. Pur nelle differenze dei singoli, ad ogni modo, ogni stato ha saputo sviluppare proprie norme comuni per l'araldica civica. L'elemento prominente è sicuramente la [[corona murale]] che è oggi il simbolo distintivo dell'autorità di molte città.
== In Italia ==
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L'araldica civica italiana si è oggi attestata ad alcuni canoni precisi che hanno carattere genericamente valido per tutti i comuni e le città della Penisola sulla base di quanto stabilito con il R.D. 5 luglio [[1896]], n. 314, con il quale si istituì il "Libro Araldico degli Enti Morali" dove ancora oggi vengono riportati tutti i decreti concessivi di stemmi, gonfaloni, sigilli e bandiere ad enti territoriali e morali.
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Lo scudo civico segue le medesime regole degli altri scudi per le armi gentilizie o ecclesiastiche in quando lo stemma di un ente territoriale, pur essendo lo stemma di una comunità e non uno stemma personale o di famiglia, è a tutti gli effetti uno stemma araldico. Per l'araldica italiana è previsto che lo scudo abbia una forma di [[scudo sannitico]], anche se alcuni enti storici come ad esempio la città di [[Venezia]], legalmente utilizza lo scudo "alla veneta" riconosciuto con D.P.R. del 6 novembre [[1996]].
Elemento fondamentale è, come già si è detto, la corona muraria che può essere d'argento per i comuni o d'oro per le città. Per le provincie italiane (attuali città metropolitane) è previsto uno stemma con una corona specifica formata da un cerchio d'oro gemmato dal quale emergono due rami, uno di alloro e l'altro di quercia, che vengono quindi aboliti come elementi esterni a sé stanti nello scudo. Le regioni d'Italia, essendo sorte dopo l'emanazione dei RR. DD. 7
Sotto lo stemma comunale, si trovano normalmente un ramo d'alloro ed uno di quercia montati a corona, sostenuti da un nastro [[tricolore]].
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=== Corone dell'araldica civica italiana ===
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=== L'araldica civica napoleonica ===
{{vedi anche|Araldica napoleonica}}
Durante il periodo napoleonico, i simboli tradizionali dell'araldica civica italiana vennero uniformati a quelli del [[Primo impero francese]] come segue:
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