Szlachta: differenze tra le versioni

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Nel [[1374]], [[Luigi I d'Ungheria]], approvò il [[privilegio di Koszyce]] (''przywilej koszycki''), ampliando la definizione di chi era membro della nobiltà, ed estendendo a tutta la classe l'esenzione dalle tasse. D'ora in poi, anche, le cariche regionali (''urzędy ziemskie'') sarebbero state riservate esclusivamente alla nobiltà locale. Inoltre, il diritto del re di imporre le tasse venne abolito, nessuna nuova tassa poteva essere riscossa senza il consenso della nobiltà.
 
Nel [[1422]], [[Ladislao II di Polonia|Ladislao II]], con il [[privilegio di Czerwińsk]] (''przywilej czerwiński''), stabilì l'inviolabilità delle proprietà dei nobili (le loro tenute non potevano essere confiscate se non per un verdetto di corte), e cedette alcune giurisdizioni sulla [[politica fiscale]] al [[Concilio Reale]] (dopo, al [[Senato]]), incluso il diritto di [[Conio|coniatura]] delle monete]].
 
Nel [[1430]], con il [[privilegio di Jedlnia]], confermato a [[Cracovia]] nel [[1433]], (''przywileje jedlneńsko-krakowskie''), re [[Ladislao II Jagellone]], concesse alla nobiltà una garanzia contro l'arresto arbitrario, simile all<nowiki>'</nowiki>''[[Habeas Corpus]]'' della [[Magna Charta]] inglese, conosciuto con il suo nome latino come ''[[neminem captivabimus]]'' (non imprigioneremo nessuno (''nisi iure victum'') senza la sentenza del tribunale). D'ora in poi nessun membro della nobiltà avrebbe potuto essere imprigionato senza il mandato di una competente corte di giustizia: il re non poteva né punire né imprigionare nessun nobile per suo capriccio. Il tornaconto di re Ladislao per questo beneficio era la garanzia dei nobili che il suo trono sarebbe stato ereditato da uno dei suoi figli (il quale avrebbe dovuto onorare i privilegi già assicurati alla nobiltà).