Palazzo Estense: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m Annullate le modifiche di 90.50.5.215 (discussione), riportata alla versione precedente di Bottuzzu
Riga 33:
}}
[[File:377VaresePalEstense.jpg|thumb|upright=1.5|Uno scorcio di palazzo estense dai giardini.]]
Il '''Palazzo Estense''' di [[Varese]] fu una residenza di [[Francesco III d'Este]], [[duca di Modena|Duca di Modena e Reggio]], amministratore, capitano generale e poi governatore della [[Lombardia austriaca]].
Il 20 settembre 1755 il duca venne per la prima volta Varese con il suo seguito, ospite del marchese Menafoglio; durante questo soggiorno maturò forse la decisione di scegliere Varese per costruire il suo palazzo estivo<ref name="Altervista">{{cita web |url=http://www.vareseturismo.altervista.org/liberty/giardini_estensi.html |titolo=Giardini Estensi Varese |anno=2009 |editore=altervista |accesso=2 novembre 2014 }}</ref>.
 
Successivamente, il 23 giugno [[1765]], riuscì ad ottenere [[Varese]] come [[feudo]] non trasmissibile dall'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]].
==Storia==
 
==Storia==
In corrispondenza del corpo centrale esisteva già una villa di inizio settecento del ricco commerciante Tommaso Orrigoni. Nel 1765 il duca Francesco la acquistò per rinnovarla ed ampliarla con due ampie ali ad U. Il progetto si ispirò alle dimore italiane ed europee del tempo e per portarlo a termine vennero distrutte alcune case nell'area circostante<ref name="Brocure" />.
I lavori si devono all'ingegnere camerale di Milano, [[Giuseppe Antonio Bianchi]], che curò anche il parco, modellato anche a somiglianza di quello del palazzo imperiale di [[Schönbrunn]]<ref name="Travelitalia">{{cita web|url=http://guide.travelitalia.com/it/guide/varese/palazzo-giardino-estense/ |titolo=Palazzo Estense (Giardino Estense) |anno=2012 |editore=Travelitalia }}</ref>.
 
Dopo la morte del duca e della sua terza moglie, la proprietà passò in eredità alla contessa Rosina von Sinzendorf e quindi a sua figlia marchesa Beatrice [[Serbelloni (famiglia)|Serbelloni]]. Causa gli oneri per la manutenzione, il palazzo venne affittato alla nobiltà lombarda e straniera in villeggiatura. Il grande piazzale di ingresso, utilizzato prima per esercitazioni militari, venne poi venduto per la costruzione di edifici privati<ref name="Altervista" />.
 
Nel 1837 il complesso passò in eredità ai [[Trivulzio (famiglia)|Trivulzio]] ed alla contessa Cristina Archinto che, tre anni dopo, lo cedette al dott. Carlo Pellegrini Robbioni<ref>{{cita libro |autore=Giacomo C. Bascapè |titolo=Palazzi storici di Varese |url=http://books.google.com/books?id=QI1JAQAAIAAJ |pp=66-80 |anno=1963 |editore=Bramante}}</ref>, che ridisegnò parzialmente il giardino, modificandolo secondo i canoni del romantici dell'epoca, creando nuovi percorsi attraverso la messa a dimora di numerose specie di conifere<ref name="PiccoleGuide">{{cita web |autore=Assessorato alla Tutela ambientale e Agenda 21 |url=http://www.varesecittagiardino.it/file/parchi_Estense.pdf |titolo=Giardini Estensi e Parco di Villa Mirabello |anno=2012 |editore=Comune di Varese |formato=pdf }}</ref>.
Adiacenti all'ala ovest del palazzo furono costruiti anche una [[filanda]] e un [[opificio]] per la lavorazione della seta.
 
Nel 1850 l'intera proprietà passò nelle mani di Cesare Veratti, nipote del Robbioni, che proseguì nella trasformazione del parco sino a quando, nel 1882, il complesso venne acquistato dal Comune di Varese e aperto al pubblico l'anno successivo.
 
== Descrizione ==
La sobria facciata rivolta verso il centro città contrasta con il lato verso il giardino. Le forme sono quelle misurate tipiche del "barocchetto" lombardo, non privo di influssi neoclassici, con paraste e cornici marcapiano in bianco che risaltano sullo sfondo rosa dell'intonaco. Sul frontone si erge una meridiana sormontata dall'aquila ducale<ref>{{cita web |url=http://www.lagomaggiore.net/73/palazzo-e-giardini-estensi.htm |titolo=Palazzo e giardini Estensi |anno=2011 |editore=Lagomaggiore }}</ref>.
 
Degli originali ambienti settecenteschi, pochi si sono conservati. A pian terreno si trova il Salone Estense (o "Salone d'onore"), dal grande camino in marmi policromi di Antonio Buzzi sormontato da ovale con ritratto del duca, con le architetture illusionistiche dipinte dal Bosellini (1768-69) e il grande medaglione centrale affrescato da [[Giovan Battista Ronchelli]], raffigurante Giove, Venere e Amore, forse allusorio al matrimonio tra Francesco III d'Este e la principessa Renata Teresa d'Harrach. Sempre al pian terreno si trova la sala Aldo Montoli, di cui si conservano solo le architetture illusionistiche di Giuseppe Baroffio (1770)<ref name="PiccoleGuide">{{cita web|url=http://www.varesecittagiardino.it/file/parchi_Estense.pdf|titolo=Giardini Estensi e Parco di Villa Mirabello|autore=Assessorato alla Tutela ambientale e Agenda 21|editore=Comune di Varese|formato=pdf|anno=2012}}</ref>.
 
Lo scalone d’onore, che porta al primo piano, conserva l’impostazione e le decorazioni volute da Tommaso Orrigoni. Ai lati sono dislocate quattro nicchie con busti femminili del settecento. Sul soffitto un medaglione allegorico con Marte costretto a cedere le armi alla Pace, di Giovan Battista Ronchelli di Castel Cabiaglio. Presenti stucchi con scene di vita campestre e putti reggi lampada in stucco<ref name="Brocure">{{cita web |url=http://www.varesecittagiardino.it/file/2014/brochures%20IAT/Palazzo%20Estense_A3.pdf |autore=Celeste Marina |autore2=Dalle Sasse Samuele |autore3=Marabelli Giulia |altri= Membrini Anita |titolo=Varese Città Giardino - Palazzo e Giardini Estensi |anno=2014 |editore=Comune di Varese |formato=pdf }}</ref>.
 
Al piano superiore vi è la Sala da Ballo, decorata con tele del XVI-XVII secolo. Pregevole la Vergine con Bambino della scuola del Morazzone<ref name="Travelitalia">{{cita web|url=http://guide.travelitalia.com/it/guide/varese/palazzo-giardino-estense/|titolo=Palazzo Estense (Giardino Estense)|editore=Travelitalia|anno=2012}}</ref>.
La balconata intagliata e dorata, che corre lungo il perimetro superiore della sala, era originariamente destinata ai musici che si esibivano nel corso delle feste a palazzo.