Secondo tempio di Gerusalemme: differenze tra le versioni

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Il santuario vero e proprio, o sacro tempio, sorgeva nel mezzo e vi si accedeva da dodici scalini. L'altezza della facciata era uguale alla larghezza, pari a cento cubiti (44,45 metri), mentre la parte posteriore era di quaranta cubiti più stretta, in modo che sul davanti fosse più larga di venti cubiti da entrambe le parti. La porta principale misurava settanta cubiti di altezza e venticinque di larghezza, completamente ricoperta d'oro nella sua parte esterna. All'interno il tempio era diviso su due piani e solo il vestibolo appariva come un unico corpo con l'altezza di novanta cubiti, la larghezza di cinquanta e la profondità di venti.<ref name="GFlavioV.5.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', V, 5.4.</ref> La porta di accesso al tempio era ricoperta d'oro come tutta la parete in cui era inserita. Al di sopra vi erano dei tralci di [[Vitis|viti]] d'oro da cui pendevano grappoli della grandezza di un uomo. La porta di accesso aveva dei battenti d'oro alti cinquantacinque cubiti e larghi sedici. Davanti pendeva una tenda babilonese, di identica altezza e di vari colori, dal lino bianco alla lana azzurra, rossa e purpurea. Col rosso si alludeva al fuoco, col lino alla terra, con l'azzurro all'aria e con la porpora al mare, poiché il lino è prodotto dalla terra e la porpora dal mare. Sulla tenda era, quindi, rappresentata tutta la volta celeste, esclusi i segni dello [[zodiaco]].<ref name="GFlavioV.5.4"/>
 
La parte inferiore del santuario era alta sessanta cubiti, lungo altrettanto e largo venti. I sessanta cubiti di lunghezza erano suddivisi in due parti. La prima, lunga circa quaranta cubiti, conteneva tre opere d'arte famosissime a quel tempo: ununa [[Menorah|candelabro]] (lume a sette braccia]]bracci), una tavola e un altare per gli incensi. LeI sette bracciabracci del candelabrolume rappresentavano i pianeti; i dodici pani sulla tavola simboleggiavano i segni zodiacali e l'anno. L'altare degli incensi era dotato di tredici profumi ricavati da mare e terra, a significare che tutto viene da Dio.<ref name="GFlavioV.5.5">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', V, 5.5.</ref>
 
La parte successiva del tempio misurava venti cubiti ed era separata da una tenda. Era una parte inaccessibile ed inviolabile a chiunque, e si chiamava il "[[Santo dei Santi]]". Ai lati del santuario inferiore si trovavano numerose stanze disposte su tre piani, comunicanti fra loro, alle quali si aveva accesso attraverso una serie di porte poste su entrambi i lati dell'ingresso. La parte superiore del tempio non aveva stanze, essendo meno larga ed innalzandosi per quaranta cubiti. Aveva poi meno ornamenti rispetto alla parte inferiore. E così se sommiamo i quaranta della parte superiore ai sessanta della parte inferiore otteniamo un'altezza complessiva di cento cubiti.<ref name="GFlavioV.5.5"/>