Bracco italiano: differenze tra le versioni

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Dopo un periodo di decadenza fra la fine del [[XIX secolo|XIX]] e gli inizi del [[XX secolo]], negli ultimi cinquanta anni il Bracco Italiano ha vissuto una nuova diffusione e si ripresenta oggi pienamente rigenerato a seguito di selezioni molto accurate che ne hanno salvato le caratteristiche originali.
 
Da prima della [[seconda guerra mondiale]] si mette in luce col proprio lavoro Paolo Ciceri, Presidente e co-fondatore (assieme a Camillo Valentini) della S.A.B.I., considerato il ''padre'' del Bracco Italiano. Molti libri sono stati scritti da lui in materia, e i suoi cani, selezionati in modo quasi maniacale, sono stati considerati come uno standard di razza. Il ''continuatore'' della linea braccofila di Paolo Ciceri è stato Giovanni Pietro (Gian Piero) Grecchi di [[Caselle Landi]].
 
Fra i teorici del bracco dobbiamo citare anche Cesare Bonasegale e Massimo Scheggi. Importanti dresseur sono stati Luigino Bottani e, ancora attivi, Vinicio Tognolo, Gaspare Savioli e Danilo Rebaschio.