Madonna del Velo (Bergognone): differenze tra le versioni

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==Descrizione e stile==
Non si conoscono la provenienza e le circostanze della commissione dell'opera, che arrivò a Brera nel [[1911]]. In una stanza scura con una tenda, rischiarata da una finestra sullo sfondo oltre la quale si intravede un poetico paesaggio ([http://letteremeridiane.blogspot.com/2016/04/spuntano-le-tremiti-in-un-famoso-quadro.html verosimilmente il Santuario] di [[Santuario di Santa Maria a Mare|Santa Maria a Mare]] delle [[Isole Tremiti]]), Maria sta contemplando il figlio che dorme su dei cuscini, mentre solleva un velo trasparente che fa per sollevare dal bambino. Il giaciglio si trova su un ripiano in primo piano, dove sono appoggiati anche una mela e un libro, simboli rispettivamente del [[Peccato originale]] e dell'avverarsi delle Sacre Scritture con la venuta di Cristo. Lo stesso velo dopotutto allude al sudario di Cristo e pertanto alla sua Passione e morte con cui verrà redento il peccato di Adamo ed Eva.
 
La tavola è esemplificativa dello sviluppo dello stile dell'artista dopo la fine dei lavori alla [[Certosa di Pavia]], quando adottò figure dai volumi più solidi e con più passaggi chiaroscurali, abbandonando i toni madreperlacei e la tersa luminosità delle prime opere. Innegabile è l'adesione alle novità introdotte da [[Leonardo da Vinci]] (che fu a Milano dal [[1482]]) soprattutto nel volto della Vergine.