Terremoto di Lisbona del 1755: differenze tra le versioni

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Il terremoto di Lisbona, oltre che distruggere intere città, scosse anche le coscienze di un'intera generazione. Lisbona era la capitale di un paese fortemente cattolico, con alle spalle una storia di grandi sforzi di cristianizzazione ed evangelizzazione delle colonie. In aggiunta il sisma coincise con la festa di [[Ognissanti]], e distrusse quasi tutte le più importanti chiese. Per tutti i teologi ed i filosofi del XVIII secolo questa inaudita manifestazione della collera divina rimase un mistero assai difficile da spiegare, e fu di stimolo a riflessioni filosofiche di vario tipo. Alcuni fecero risalire la causa del terremoto alla punizione divina per il massacro degli [[Nativi americani|indios]] nelle riduzioni sudamericane dei [[Compagnia di Gesù|gesuiti]]<ref>Vedi anche [[Impero portoghese]] e [[Storia del Portogallo]].</ref>.
 
Il terremoto ebbe una forte influenza su molti pensatori europei dell'[[Illuminismo]] che dibatterono nell'ambito della cosiddetta [[Filosofiafilosofia del disastro]]. Più di uno di essi menzionò o fece allusione a questo avvenimento in loro scritti, in particolare [[Voltaire]] in ''[[Candido]]'' e nel ''Poema sul disastro di Lisbona''. Il carattere apparentemente arbitrario con cui persone furono risparmiate o uccise dal terremoto fu utilizzato da Voltaire per screditare il concetto di ''miglior mondo possibile'' espresso dal filosofo tedesco [[Gottfried Wilhelm von Leibniz|Gottfried Leibniz]]. Come scrisse [[Theodor Adorno]] nel [[1966]], «il terremoto di Lisbona guarì Voltaire dalla [[Teodicea]] di Leibniz». Una violenta controversia sorse anche tra Voltaire e [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] sul tema dell'ottimismo e del ''[[problema del male]] sulla Terra'', tema che suscitò numerosi dibattiti tra [[Teologo|teologi]], [[Filosofia|filosofi]] e [[Saggio|saggisti]] del [[XVIII secolo]]. Nel [[XX secolo]] dopo i commenti di Adorno altri pensatori accostarono la catastrofe di Lisbona all'[[Olocausto]], in quanto i due avvenimenti esercitarono una profonda trasformazione della [[Culturacultura]] e della [[Filosofiafilosofia]] del loro tempo.
{{Vedi anche|Scritti sui terremoti}}
Il concetto filosofico del ''[[sublime]]'', già conosciuto prima del [[1755]], venne sviluppato e valorizzato da [[Immanuel Kant]], che cercò di comprendere tutti gli aspetti del disastro lusitano. Il giovane Kant, affascinato dall'avvenimento, ne raccolse tutte le informazioni disponibili, per poi formularne una teoria sui terremoti, espressa in tre [[Scritti sui terremoti|scritti]] successivi. La sua teoria si basava su gigantesche caverne presenti nel sottosuolo terrestre riempite di gas caldi, teoria smantellata in seguito, da varie scoperte scientifiche. Essa resta pur sempre un primo tentativo di spiegare i terremoti attraverso un approccio scientifico e non come una ''punizione divina''. Secondo [[Walter Benjamin]] il testo di Kant sul terremoto di Lisbona «rappresenta probabilmente l'inizio della [[geografia]] scientifica in [[Germania]], e sicuramente quello della [[sismologia]]».
 
[[Werner Hamacher]] ha persino avanzato l'ipotesi che il terremoto abbia avuto un impatto sul vocabolario filosofico, fragilizzando la metafora tradizionale del ''fondamento'' delle teorie: «L'influenza del terremoto di Lisbona, toccò lo spirito in un'epoca tra le più sensibili, la metafora del fondamento ha completamente perso la sua apparente innocenza; essa non era più oramai che una semplice figura di stile». Hamacher afferma che le certezze ben ''fondate'' di [[Cartesio]] incominciarono a essere scosse in seguito al sisma.