Vides ut alta stet nive candidum Soracte: differenze tra le versioni

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== Costrutto sintattico e forma metrica ==
 
La frase esprime un'[[Proposizione interrogativa latina#La frase interrogativa indiretta|interrogativa indiretta]]<ref name="M. R. Antonelli, 410"/> attraverso l'uso della [[metrica classica|forma metrica]] dell'[[endecasillabo alcaico]], metro introdotto in latino prendendo a modello la [[strofe alcaica]] del [[Lirica greca|lirico greco]] [[Alceo]]. Anche la scena invernale con cui si apre il carme prende spunto da [[Alceo]]<ref name="T.6"/>, che l'aveva inserita in un contesto [[simposio|simposiaco]]. Poiché l'originale alcaico è [[tradizione (filologia)|tradìtotràdito]] in [[frammento|modo frammentario]] e [[Lacuna (filologia)|lacunoso]] (fr. 338 L.P.), non è dato sapere se Orazio ne seguaabbia seguito anche il successivo sviluppo<ref name="T.6"/>: è probabile che si serva della [[tecnica letteraria]] del cosiddetto "motto iniziale", vale a dire la ripresa di uno spunto letterario altrui seguito da uno sviluppo autonomo<ref name="T.6"/>.
 
Taliarco, al quale è indirizzato il carme, è considerato essere non una figura reale ma un [[personaggio letterario]] il cui nome "parlante" (Thaliarchus="re del [[simposio|banchetto]]") esplicita la funzione assolta nel componimento<ref name="T.6"/>, secondo una tecnica anch'essa già nota alla [[lirica greca]] e [[lirica latina|latina]]<ref name="T.6">Alessandro Perutelli, [[Guido Paduano]], Elena Rossi, ''Storia e testi della letteratura latina'', [http://online.scuola.zanichelli.it/perutelliletteratura/files/2010/04/traduzioni_orazio_t6.pdf Sched T6] (on line), Zanichelli 2010</ref>.
 
La [[Proposizione interrogativa latina#La frase interrogativa indiretta|proposizione interrogativa indiretta]] contenuta nell'incipit è costruita con il verbo ''video'' che regge una proposizione formata da ''ut'' + il congiuntivo (in questo caso ''stet'', congiuntivo presente di ''stare''), secondo un costrutto tipico, (soprattutto nella [[lingua letteraria]] [[latino classico|classica]],) che vede, nella [[proposizione principale]], l'uso di verbi come ''video'' (''vedere''), ''scio'' (sapere), ''dico'' (dire), ''cogito'' (pensare)<ref name="M. R. Antonelli, 410">Maria Rita Antonelli, ''Nuova Grammatica Latina digitale: con esercizi e appendice metrica'', 2013 (p. 410)</ref>.
 
== Diffusione ==
[[File:Kreipe Abduction Team.jpg|thumb|upright=1.3|Il commando: Georgios Tyrakis, [[W. Stanley Moss]], [[Patrick Leigh Fermor|Fermor]], Emmanouil Paterakis, Antonios Papaleonidas]]
 
Si tratta di unaun verso poetico che, un tempo (in parte, forse, anche agli inizi del [[XXI secolo]]<ref name="G. Antonazzi, 185"/>), era molto conosciuto da qualsiasi [[scuola italiana|studente italiano]] di liceo<ref name="G. Antonazzi, 185">Giovanni Antonazzi, ''Fogli sparsi raccolti per il sabato sera'', volume 3, 2004 (p. 185)</ref>.
 
Attraverso la mediazione scolastica, il verso entrava nel patrimonio di [[conoscenza comune]] di persone colte di varia estrazione e provenienza.