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Nel [[VI secolo]], la [[Penisola arabica]] e la fascia arida e desertica che va dal [[golfo di Aqaba]] alla depressione del [[Giordano (fiume)|Giordano]] e alla [[Siria]], era abitata, nelle sue aree centrali e settentrionali, da tribù nomadi indipendenti mentre in quelle meridionali erano attive, sotto il nome di [[Himyariti]] (i latini ''Homerites''), gli eredi dei grandi regni [[Sabei (Yemen)|sabei]], del [[Hadramawt]], del [[Qataban]], di [[Awsan]] e dei [[Minei]], tutte culture sedentarie estremamente progredite nelle conoscenze idrauliche e assai attive fin da prima del secondo millennio a.C. nel commercio dei cosiddetti "aromata", fra cui il famoso [[incenso]], assai richiesti in area [[Mar Mediterraneo|mediterranea]], [[Mesopotamia|mesopotamica]] e [[iran]]ica. La [[via dell'incenso]] era infatti una pista carovaniera che si snodava dai porti arabi sul [[Mar Rosso]] e il [[Golfo Persico]], dove giungevano le preziose merci da [[Cina]], [[India]] ed [[Etiopia]], verso la [[Siria]] e l'[[Armenia]], punteggiata da favolose città sorte in mezzo alle aree desertiche proprio grazie all'arricchimento con il traffico delle spezie: oltre all<nowiki>'</nowiki>''Arabia felix'' (il ricco [[Yemen]]), le città carovaniere di [[Petra (Giordania)|Petra]], [[Palmira]], [[Baalbek]], [[Jerash]] o [[Bosra]].
 
I [[beduini]] (da ''badw'', cioè abitante della ''[[badiya]]'', la [[steppa]] [[deserto|desertica]]) erano invece dediti al piccolo e grande nomadismo a causa del loro speciale modo di produzione che si legava strettamente all'allevamento di ovini e del [[dromedario]] (arabo ''jamal'', collettivo ''ibil'') e assaltando altri gruppi nomadi o le carovane dei mercanti. Erano [[politeismo|politeisti]] e il santuario delladi [[La Mecca|Mecca]] era forse il più importante centro di incontro sia religioso sia commerciale, quanto meno nella regione del [[Hijaz|Hijāz]]. Tutta l'area viveva di un fecondo equilibrio, ormai pluri-millenario, tra gli abitanti sedentari delle città e le tribù nomadi del deserto, i cui contatti generavano una buona prosperità per entrambi.
 
L'area era contesa o influenzata dall'[[Impero bizantino]] e da quello [[Impero persiano|persiano]] [[sasanide]]: i primi avevano favorito la nascita del regno arabo dei [[Ghassanidi]], tra Petra e Palmira, mentre il secondo appoggiava quello dei [[Lakhmidi]] il cui centro era [[Al-Hira|al-Ḥīra]]. L'[[Impero di Axum]] infine, alleato di Bisanzio e centro di cultura cristiana-[[monofisita]], aveva conquistato lo Yemen, ripreso poi a fine del VI secolo dai Persiani: la [[guerra etiopico-persiana]] rovinò gravemente la florida economia yemenita, distruggendo il vitale sistema di dighe a canali che garantiva la fertilità straordinaria della regione. La riduzione delle aree coltivabili e delle oasi di ristoro sconvolse i traffici dei beduini, privati ormai delle derrate fresche e dei luoghi di abbeverata yemeniti, e costrinse un'ampia fetta di popolazione a migrare verso nord, aumentando la presenza umana e l'importanza di città quali [[laLa Mecca]], [[Yatrib]] e [[Ta'if|Ṭāʾif]].
 
All'inizio del [[VII secolo]], [[Maometto]] riuscì a fare degli Arabi una nazione, fondando uno Stato teocratico.
 
==Politeismo arabo==
I riti e i culti praticati dagli arabi fino al VI secolo provenivano in larga parte dagli antichi regni vicini, come quello dei [[Moabiti]], degli [[Edomiti]] e dei [[Nabatei]], di cui furono adottati e in parte trasformati soprattutto i connotati astrali e i [[mitologema|mitologemi]]. La ricchezza di divinità, soprattutto femminili, presentava similarità con le [[Mitologia babilonese|divinità babilonesi]] e [[Mitologia fenicia|fenicie]]. I beduini inoltre, costituendo una realtà nomade che facilmente entrava in contatto con altre popolazioni, avevano assimilato anche usi e tradizioni di un popolo che era molto affine per origini etniche, lingua e tradizioni, quello [[ebrei|ebraico]], tanto che nel VI secolo era diffusa una sorta di "monoteismo imperfetto", una devozione cioè al Dio di [[Abramo]], progenitore comune secondo la ''[[Genesi]]'' di ebrei e arabi, affiancata al culto di idoli, tra i quali quello dei ''[[betilo|bethel]]'' era fondamentale: si trattava di pietre di origine celeste, come la famosa [[Pietra Nera]] della Mecca,<ref>Ma anche quella bianca di Ṭāʾif che rappresentava [[Allat]].</ref> portata secondo la tradizione islamica dall'[[Arcangelo Gabriele|angelo Jibrāʾīl]] e anneritasi per i peccati degli uomini. Nel santuario della [[CaabaKa'ba]], al cui esterno è tutt'oggi presente, confluivano periodicamente molte tribù beduine e numerose popolazioni sedentarie per i riti panarabi del ''Ḥajj'' preislamico.
 
La religione nelle aree centrali e occidentali arabiche - che gli [[Storia delle religioni|storici delle religioni]] qualificano come [[enoteismo]], nel senso che ogni tribù aveva una divinità protettrice, pur non negando l'esistenza di altre divinità protettrici di altri gruppi umani - vedeva in [[Hijaz]] la prevalenza del culto di tre divinità, [[Manat]], [[al-Uzza]] e [[Allat]], quest'ultima citata anche da [[Erodoto]], subordinate a un Dio più importante ma senza santuario né, forse, rappresentazione visibile: [[Allah]]. Poi vi era un'infinità di spiriti (''[[jinn]]'') e divinità minori, che venivano rappresentate da rocce, alberi o alture.
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Gli [[Abissini]] avevano per conto loro diffuso nella [[Penisola arabica]] il [[Cristianesimo]] secondo la dottrina monofisita (o [[miafisismo|miafisita]]), che sosteneva che Cristo avesse una natura ibrida divina e umana. I Persiani invece vi avevano importato lo [[zoroastrismo]] e il Cristianesimo [[nestoriano]] (secondo il quale in Cristo avevano convissuto due persone, rigidamente separate, una divina e una umana, unite solo moralmente). Alcune tribù beduine erano state infine convertite interamente al Cristianesimo.
 
Esistevano inoltre non poche comunità ebraiche (sia ortodosse che eretiche) nelle città principali, compresa laLa Mecca e soprattutto [[Medina]], con numerosi commercianti ed agricoltori.
 
Nel nord della penisola, diverse tribù si erano convertite a una forma particolare di Cristianesimo giudaizzante, derivato dall'antica "eresia [[Ebionita]]".