Gino Lucetti: differenze tra le versioni

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Nel corso delle indagini la polizia cercò invano le prove di un complotto, arrestò la madre, il fratello e la sorella di Lucetti, vecchi amici carraresi e anche chi aveva alloggiato con lui in albergo. Lucetti dopo l'arresto in commissariato dichiarò: {{Citazione|Non sono venuto con un mazzo di fiori per Mussolini. Ma ero intenzionato di servirmi anche della rivoltella qualora non avessi ottenuto il mio scopo con la bomba.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/11/anarchico_Gino_Lucetti_voleva_uccidere_co_10_060911022.shtml ''L'anarchico Gino Lucetti voleva uccidere Mussolini'' da Corriere della Sera articolo di [[Paolo Fallai]]]</ref>}}
 
Mussolini uscì completamente illeso dall'attentato e dichiarò inoltre che se la bomba fosse riuscita a penetrare all'interno della vettura l'avrebbe potuta tranquillamente raccogliere per scagliarla a sua volta contro l'attentatore. <ref>Marco Cesarini Sforza, ''Gli attentati a Mussolini, Per pochi centimetri fu sempre salvo'', in La storia illustrata n°8 Anno 1965, pag. 243: "Mussolini dal canto suo dichiarava invece che "se la [[SIPE]] gli fosse caduta tra i piedi attraverso il finestrino, molto tranquillamente l'avrebbe raccolta e gettata contro l'attentatore"." </ref>
 
Venuto a conoscenza che Lucetti era giunto appositamente dalla [[Francia]], Mussolini, appena giunto a [[Palazzo Chigi]], rivolse alla folla accorsa un infiammato discorso in cui accusò il [[governo della Francia]] di tollerare sul proprio suolo numerosi [[antifascismo|antifascisti]].
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Bisogna finirla con certe tolleranze colpevoli e inaudite di oltre frontiera... se veramente si tiene all'amicizia del [[popolo italiano]], amicizia che episodi di questo genere potrebbero fatalmente compromettere.<ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber Vol II, Roma, 1953, pp. 193</ref>}}
 
Il [[Governo Mussolini|Governo Italiano]], tramite l'ambasciatore [[Camillo Romano Avezzana]], richiese alla Francia l'estradizione dei fuoriusciti italiani. Il Governo francese negò tale possibilità invocando il rispetto delle leggi dell'[[ospitalità]]; ciò nonostante dichiarò che non avrebbe tollerato altri abusi da parte dei cittadini italiani là rifugiati. <ref>[[Alessandro Coletti]], ''L'attentato che consolidò il Regime'', in ''La storia illustrata'', n. 227, anno 1976, pag. 45: "Specificavano però a Parigi per non negare del tutto soddisfazione alle proteste di Roma, la Francia non avrebbe tollerato che si abusasse di quella ospitalità..."."</ref>
 
Il giorno seguente l'attentato, furono "dimissionati" il questore di Roma [[Vincenzo Pericoli]] e il capo della Polizia [[Francesco Crispo Moncada]], quest'ultimo sostituito da [[Arturo Bocchini]].
 
=== Processo ===
Lucetti fu processato nel giugno [[1927]] davanti al [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale]] e condannato a 30 anni di carcere. <ref>Sentenza n. 20 dell'11.6.1927 contro Gino Lucetti e altri ("Attentato a Mussolini, ferimento, tentativo di provocare pubblico tumulto"). In: Adriano Dal Pont, Alfonso Leonetti et al., ''Aula IV. Tutti i processi del tribunale speciale fascista'', Milano 1976 (ANPPIA/La Pietra), p. 37</ref> Con lui furono condannati come complici, a pene di circa vent'anni, anche [[Leandro Sorio]] e [[Stefano Vatteroni]].<ref>[http://www.federazioneanarchica.org/archivio/1945.html Il Congresso di [[Carrara]] della [[Federazione Anarchica Italiana|Fai]] (Carrara: 15,16, 17, 18 e 19 settembre 1945) in cui Stefano Vatteroni è delegato per la Federazione Comunista Libertaria di [[Massa (Italia)|Massa]]-[[Carrara]] con [[Ugo Mazzucchelli]], Mario Perossini, [[Romualdo Del Papa]]]</ref>
{{Citazione| Sentenza n. 20 dell'11-6-1927 Pres. Sanna - Rel. Buccafurri
L'11 settembre 1926 l'anarchico Gino Lucetti attenta alla vita di Mussolini a [[Porta Pia]] in [[Roma]]. Due altri anarchici, a carico dei quali si può provare soltanto che sono amici del Lucetti, vengono ugualmente condannati a gravi pene. (Attentato a Mussolini, ferimento, tentativo di provocare pubblico tumulto)
Lucetti Gino, [[Avenza]] (Ms), nato 31-8-1900, marmista, 30 anni;
Vatteroni Stefano, [[Avenza]] (Ms), nato 21-2-1897, stagnino, 18 anni 9 mesi;
Sorio Leandro, [[Brescia]], nato 30-3-1899, cameriere, 20 anni <ref>[http://www.altierospinelli.it/interventi/I%20Federalisti%20e%20il%20Tribunale%20Speciale.doc da fondazione [[Altiero Spinelli]]]</ref>}}
Sull'organizzazione dell'attentato non è mai stata fatta piena luce. Una parte della storiografia ha avanzato l'ipotesi che il gesto di Lucetti fosse stato accuratamente preparato e l'organizzazione avesse coinvolto numerose persone di varie città italiane. Comunque sia, [[Vincenzo Baldazzi]], uno dei massimi esponenti degli [[Arditi del Popolo]] e poi della [[Resistenza italiana|Resistenza]] romana, fu poi condannato per aver fornito la pistola a Lucetti; in seguito lo stesso [[Vincenzo Baldazzi]] fu nuovamente condannato per un aiuto finanziario fornito alla moglie di Lucetti. <ref>Commissione di Roma, ordinanza del 1.12.1926 contro Vincenzo Baldazzi ("Raccolta di denaro per la famiglia di Gino Lucetti"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1313</ref> <ref>[[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale]], sentenza n. 202 del 7.10.1927 contro Vincenzo Baldazzi ("Il Baldazzi a Fregene (Roma) raccoglie una notevole somma di denaro che tenta di far pervenire alla famiglia di Lucetti"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943'', Milano 1980 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 125 </ref>
 
===La morte di Lucetti===
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A Gino Lucetti fu intitolato una [[Brigata partigiana]] anarchica, il ''[[battaglione Lucetti]]'', che combatté nel Carrarese.
{{Citazione|Dai monti di [[Sarzana]],<br />un dì discenderemo,<br />allerta partigiani del Battaglion Lucetti.<br />Il Battaglion Lucetti,<br />son libertari e nulla più...<br />fedeli a [[Pietro Gori]] noi scenderemo giù.}}<ref>[http://www.ecn.org/contropotere/canti_anarchici.htm alcuni versi della canzone del battaglione Gino Lucetti]</ref>
Ne parlano [[Maurizio Maggiani]], nel ''[[Maurizio_Maggiani#Bibliografia|Coraggio del Pettirosso]]'',<ref>[http://www.google.it/books?id=gAkn8BzX4HsC&pg=PA85&dq=maggiani++genova&sig=eVLLb4Vxg7Xu6ndPBJ0YZur7fW4 buona anteprima libro]</ref> e Enrico Piscitelli, nel romanzo ''Nessun paradiso''.<ref>[http://www.roundrobineditrice.it/rred/scheda.aspx?bk=9788895731278/Nessun+paradiso/ scheda del libro]</ref>
<ref>[http://www.google.it/books?id=gAkn8BzX4HsC&pg=PA85&dq=maggiani++genova&sig=eVLLb4Vxg7Xu6ndPBJ0YZur7fW4 buona anteprima libro]</ref>, e Enrico Piscitelli, nel romanzo ''Nessun paradiso''<ref>[http://www.roundrobineditrice.it/rred/scheda.aspx?bk=9788895731278/Nessun+paradiso/ scheda del libro]</ref>.
 
A Gino Lucetti [[Carrara]] ha intitolato una piazza nella frazione di [[Avenza]].<ref>[http://maps.google.it/maps?q=piazza%20gino%20lucetti&oe=utf-8&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a&um=1&ie=UTF-8&sa=N&hl=it&tab=wl Piazza Gino Lucetti]</ref>