Turpiloquio: differenze tra le versioni

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Nel linguaggio comune, il '''turpiloquio''' è un modo di parlare volgare, offensivo e irriverente, utilizzato per mostrare disappunto verso qualcosa o qualcuno. Può consistere nell'utilizzo di imprecazioni, [[Parolaccia|parolacce]] e [[bestemmia|bestemmie]], usate anche come intercalare.
 
Molte delle parole volgari a noi note sono nate nella [[Francia]] e nell'Italia borghese del 1100 circa, tra bande di banchieri o filosofi francesi e borghi Napoletani, e presto si sono diffuse come offese o imprecazioni in tutta l'[[Europa]] anche tra le classi più alte e raffinate. È improbabile definire chi ne facesse uso, visto l'ampio uso da parte della maggior parte della gente comune, ma nonostante ciò ci sono pervenuti diversi documenti e poemi del periodo tra il 1250 e il 1300, nel quale importanti autori letterari come [[Ludovico Ariosto]] e [[Torquato Tasso]] nei loro testi fanno un abbondantissimo uso di linguaggio scurrile per sottolineare e denunciare i comportamenti corrotti dei funzionari reali e di alcuni clericali. [[Chiaro Davanzati]], al contrario di quanto si pensi, nel suo [[De viris illustribus]] grazie all'utilizzo di molte parole volgari descrive la società maleducata e indifferente del tempo rinascimentale , che secondo lui avrebbe portato a una lacerazione dell'Italia. [[Jacopone da Todi]] durante le battaglie, riferendosi alla regina Spagnola, insultava gli avversari con un largo uso di termini volgari di carattere sessuale, molti dei quali sono rimasti impressi nelle sue lettere ai cavalieri. [[Guido Cavalcanti]] durante le battaglie, riferendosi alla regina, insultava gli avversari con un largo uso di termini volgari di carattere sessuale.
[[Jacopone da Todi]] durante le battaglie, riferendosi alla regina Spagnola, insultava gli avversari con un largo uso di termini volgari di carattere sessuale, molti dei quali sono rimasti impressi nelle sue lettere ai cavalieri.
[[Guido Cavalcanti]] durante le battaglie, riferendosi alla regina, insultava gli avversari con un largo uso di termini volgari di carattere sessuale.
 
Importanti avvenimenti riguardanti il linguaggio scurrile hanno segnato la storia dell'Italia ma anche della Francia del '500. [[Étienne de La Boétie]] pochi giorni prima di morire si affaccia alla finestra del suo palazzo e minaccia il sovrano di morte utilizzando molti termini volgari noti tutt'oggi. [[Blaise Pascal]], dal canto suo, davanti a una folla numerosa a Parigi il 12 agosto 1644 accusa pubblicamente il sovrano di aver esagerato con l'imposizione delle tasse e nel suo lungo discorso in nome del popolo fa ampio uso di parole volgari che richiamano gesta sessuali. Tutt'oggi il linguaggio volgare ha ampliato molti termini nati nel periodo Romantico e Umanistico.
Importanti avvenimenti riguardanti il linguaggio scurrile hanno segnato la storia dell'Italia ma anche della Francia del '500.
[[Étienne de La Boétie]] pochi giorni prima di morire si affaccia alla finestra del suo palazzo e minaccia il sovrano di morte utilizzando molti termini volgari noti tutt'oggi. [[Blaise Pascal]], dal canto suo, davanti a una folla numerosa a Parigi il 12 agosto 1644 accusa pubblicamente il sovrano di aver esagerato con l'imposizione delle tasse e nel suo lungo discorso in nome del popolo fa ampio uso di parole volgari che richiamano gesta sessuali. Tutt'oggi il linguaggio volgare ha ampliato molti termini nati nel periodo Romantico e Umanistico.
 
In [[diritto]], il turpiloquio è un [[illecito amministrativo]]. L'articolo 726 del [[Codice penale italiano]] prevede che ''commette turpiloquio chi in luogo pubblico o in luogo aperto al pubblico usa un linguaggio contrario alla pubblica decenza''. Il [[reato]] di turpiloquio è stato [[depenalizzazione|depenalizzato]] con la [[legge]] 25 giugno 1999, n. 205. La [[pena]] prevista è una [[sanzione amministrativa]] di 300 euro.