Reggiane Re.2000: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
EnzoBot (discussione | contributi)
m →‎Regno d'Italia: punto a fine nota
Cunibertus (discussione | contributi)
Riga 81:
Dopo esperimenti nella [[galleria del vento]] del [[campo di aviazione di Taliedo]]<ref name=punka4/>, ai comandi di [[Mario de Bernardi]], già [[pilota collaudatore|collaudatore]] della Caproni, il Re.2000 venne portato in volo per la prima volta a [[Reggio Emilia]], sulla [[Aeroporto di Reggio Emilia|pista di prova dell'azienda]], il 24 maggio [[1939]]. La macchina diede riscontri positivi e furono necessarie solo modifiche minori agli [[impianto di scarico|scarichi]] del [[motore aeronautico|motore]] e alla [[presa d'aria]] del [[carburatore]] (allungata), oltre all'aggiunta di un'[[ogiva]] all'[[elica]]<ref>{{Cita|Punka|pp. 4-5}}.</ref> prima di inviare il prototipo MM.408<ref name=diterlizzi7/> a [[Guidonia Montecelio|Guidonia]] per successivi test, dove tornarono di nuovo in luce le buone caratteristiche complessive. In particolare, a differenza degli altri due caccia italiani all'epoca già in fase di consegna ai reparti<ref name=DC54>{{Cita|Dimensione Cielo|p.54}}.</ref> (il Macchi M.C.200 ed il Fiat G.50), il Re.2000 non tendeva ad entrare in [[autorotazione]]. Un altro fattore di vantaggio del Re.2000 era determinato dall'utilizzo di tecniche costruttive altamente industrializzate, impiegate al fine di consentirne una più agevole produzione in grande serie<ref name=DC54/>.
 
Di contro, tra i difetti della macchina vennero evidenziati la presenza, fatto unico nel panorama nazionale dell'epoca, di serbatoi integrali disposti nelle ali (soluzione che generò preoccupazioni nelle autorità preposte alla valutazione del velivolo<ref name=AM79/><ref name=AG/> in considerazione anche del fatto che la perdita di alcuni rivetti aveva provocato fuoriuscite di carburante<ref name=punka5>{{Cita|Punka|p. 5}}.</ref>) e l'insoddisfacente affidabilità<ref name=S10>{{Cita|Sgarlato|p. 10}}.</ref><ref>Circa l'affidabilità del Piaggio P.XI, in {{cita|Di Terlizzi|p. 6}}, è scritto che «più di una volta si verificarono addirittura perdite di cilindri in volo».</ref> del [[motore radiale]] [[Piaggio P.XI|Piaggio P.XI RC.40]], un 14 [[cilindro (meccanica)|cilindri]] a doppia stella, derivato dal [[Francia|francese]] [[Gnome-Rhône 14N14K|Gnome-Rhône 14N14K 48/49Mistral Major]].
 
L'esito finale delle prove valutative fu quindi avverso al caccia Reggiane, che venne impiegato solo marginalmente dalle forze armate del proprio paese d'origine. Al contrario la macchina suscitò interesse al di fuori dei confini nazionali: il primo paese straniero a siglare un contratto d'acquisto fu l'Ungheria che, nel dicembre del 1939<ref name=S10/>, ordinò un lotto di 70 velivoli ed acquisì la licenza per altri 200 esemplari<ref name=S16>{{Cita|Sgarlato|p. 16}}.</ref>. In seguito, nel novembre del [[1940]]<ref name=S10/>, anche la Svezia (colpita dall'embargo statunitense che, consentendo vendite di armamenti al solo [[Regno Unito]], impedì la consegna di 60 Seversky P-35) stipulò un contratto per 60 Re.2000.