Empirismo: differenze tra le versioni

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L''''empirismo''' (dal [[linguadhnsnsjsusjasjsjsbdndnnf)dndbbddndlingua greca antica|greco]] ἐμπειρία, ''empeirìa''),<ref>Composto di ἐν, ''èn'', cioè «in», «dentro», + πεῖρα, ''pèira'', «prova», «ricerca» (cfr. ''[http://www.etimo.it/?term=empirico Dizionario etimologico]''), vuol dire «esperienza».</ref> è la corrente [[filosofia|filosofica]], nata nella seconda metà del [[Seicento]] in [[Inghilterra]], secondo cui la [[conoscenza]] umana deriva esclusivamente dai [[organi di senso|sensi]] o dall'[[esperienza]]. I maggiori esponenti dell'empirismo anglo-sassone furono [[John Locke]], [[George Berkeley]], e [[David Hume]]: costoro negavano che gli esseri umani avessero idee [[innatismo|innate]], o che qualcosa fosse conoscibile a prescindere dall'esperienza.
 
L'empirismo si sviluppò in contrapposizione al [[razionalismo]], corrente filosofica il cui esponente principale è stato [[Cartesio]]. Secondo i razionalisti, la [[filosofia]] dovrebbe essere condotta tramite l'introspezione e il [[deduzione|ragionamento deduttivo]] ''[[a priori]]''. Secondo gli empiristi, invece, si considera alla base del metodo scientifico l'idea che le nostre [[teoria|teorie]] dovrebbero essere fondate sull'osservazione del mondo piuttosto che sull'[[intuizione|intuito]] o sulla [[fede]].