Chuck McKinley: differenze tra le versioni

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==Carriera==
McKinley non era particolarmente dotato fisicamente essendo alto 1.72 m per 70 kili ma, a differenza di [[Bobby Riggs]] e altri tennisti non particolarmente alti dell'epoca, non decise di puntare su un gioco veloce ma invece su colpi aggressivi e potenti. [[Bill Talbert]] disse di McKinley: "Non c'è nulla che non può fare sul campo, ha tutti i colpi. È veloce. È potente. Ha dei riflessi meravigliosi. Ha una vista da falco, riesce a vedere la palla come nessun altro durante una partita''.<ref>(Sports Illustrated, “Little Man with a Big Wallop,” 16/MAY/1960,
accessed online at http://sportsillustrated.cnn.com/vault/article/magazine/MAG1071294/index.htm)</ref>

Viene ricordato principalmente per aver vinto il [[Torneo di Wimbledon 1963]] contro [[Fred Stolle]] e per aver portato il tennis americano ai massimi livelli durante un periodo dominato principalmente da tennisti australiani.
Ha ottenuto la vittoria nel singolare maschile a Wimbledon senza perdere un set in tutto il torneo. A Wimbledon raggiunse una finale già nel 1961 dove però venne sconfitto in tre set da [[Rod Laver]].<br />
Insieme a [[Dennis Ralston]], suo rivale ai tempi del college, vinse la [[Coppa Davis 1963]] interrompendo una serie di otto vittorie per l'Australia. Sempre con Ralston raggiunse per quattro volte consecutive la finale nel doppio maschile agli [[U.S. National Championships]] a partire dal 1961. Nelle prime tre finali si scontrarono con i messicani [[Rafael Osuna]] e [[Antonio Palafox]] vincendo nel 1961 e nel 1963 ma perdendo in cinque set la finale del 1962. Nel 1964 si scontrano in finale con gli inglesi [[Mike Sangster]] e [[Graham Stilwell]] e vincono il loro terzo e ultimo titolo nel doppio maschile.