Elezioni politiche in Italia del 1929: differenze tra le versioni

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La votazione si svolse in [[Plebiscito|forma plebiscitaria]]. Gli elettori potevano votare SÌ o NO per approvare la lista dei deputati designati dal [[Gran Consiglio del Fascismo]]. L'elettore veniva fornito di due schede di uguali dimensioni, bianche all'esterno, recanti all'interno la formula: "Approvate voi la lista dei deputati designati dal Gran Consiglio Nazionale del Fascismo?"; nella scheda con il SI l'interno era anche corredato da due bande tricolore, in quella con il NO la scheda si presentava bianca.
 
L'elettore doveva al momento del voto raccogliere entrambe le schede; all'interno della cabina elettorale si trovava una prima urna dove l'elettore lasciava la scheda scartata per poi consegnare nelle mani degli scrutatori la scheda prescelta affinché si assicurassero che essa fosse "accuratamente sigillata". Questo farraginoso sistema aveva di fatto un effetto inibitorio verso l'elettore che non poteva avere una certezza assoluta sulla segretezza del voto, proprio a causa di quest'ultimo passaggio, anche se formalmente la legge sembrava garantire la riservatezza. In caso di vittoria dei NO si sarebbero dovute ripetere le elezioni con l'ammissione di altre liste proposte da enti o associazioni autorizzati dalla legge, con almeno 5000 firmatari aventi diritto al voto (Regio decreto nº 1993 del 2 settembre 1928, in particolare l'art. 57<ref>{{Cita web|url=http://storia.camera.it/img-repo/ods/2013/06/25/CD1710000016.pdf|titolo=Testo Unico 2 settembre 1928, n. 1993|autore=|editore=|data=|accesso=}}</ref>).
 
{{Vedi anche|Grafico delle elezioni politiche italiane}}