Palazzo di Caterina: differenze tra le versioni

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In seguito alla [[morte]] della zarina, nel 1796, al palazzo di Caterina il nuovo zar preferì quello di [[Reggia di Pavlovsk|Pavlovsk]]: i regnanti successivi preferirono soggiornare infatti al vicino [[castello di Alessandro]], evitando, con due sole eccezioni, di farvi nuove aggiunte o modifiche, e trattandolo con il riguardo dovuto a un [[monumento]] alla ricchezze di Elisabetta e alla gloria di Caterina.
 
Nel [[1817]] [[Alessandro I di Russia|lo zar Alessandro]] chiamò [[Vasily Stasov]] perché rimodernasse alcuni degli interni del palazzo della nonna nello stile più ''à la page'' in quel periodo, lo stile impero. Circa 20 anni più tardi, la cosiddetta ''scala Stasov'' rimpiazzava la vecchia scala circolare che portava alla [[cappella]] di palazzo: sfortunatamente, la maggior parte degli interni di Stasov, in particolar modo quelli costruiti durante il regno di [[Nicola I di Russia|Nicola]], non sono stati restaurati dopo i [[saccheggio|saccheggi]] dellaanche nella [[seconda guerra mondiale]]. DopoDurante i saccheggi dellala [[Rivoluzione di Ottobre]] del 1917, infatti, il palazzo venne dapprima saccheggiato e successivamente si pensò di convertireconvertirlo ilcol parco ed il palazzo in un museo da aprire al pubblico da parte delle autorità nazionali e in parte utilizzato come orfanotrofio, rinominando di conseguenza l'intero complesso nel 1918 come ''Detskoye Selo'' ovvero "Villaggio dei bambini". Il 9 giugno del 1918 venne ufficialmente inaugurato il museo. Nel 1937, per commemorare il 100° anniversario della tragica morte dello scrittore russo [[Alexander Pushkin]] che aveva studiato presso il vicino liceo istituito dallo zar Alessandro I, il villaggio venne così chiamato in suo onore. Nel gennaio del 1983 il palazzo ed il parco ottennero lo status di parco nazionale e nel 1990 venne istituita la riserva nazionale di Tsarskoye Selo.
 
Durante la ritirata che seguì l'[[assedio di Leningrado]], l'[[Heer (Wehrmacht)|esercito tedesco]] distrusse intenzionalmente buona parte del palazzo, lasciandolo come un guscio svuotato di quegli arredi che erano stati lasciati dai russi incaricati di nasconderli per preservarli.