Valentino Babini: differenze tra le versioni

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Il 5 dicembre [[1921]] ritornò in [[Cirenaica]] per prendere parte alle operazioni di riconquista della colonia, rientrando in Italia nell'ottobre del [[1925]]. Il 12 dicembre dello stesso anno viene assegnato al Reparto Carri Armati<ref name=W3p32>{{Cita|Walker 2013|p. 32}}</ref> in cui passò i successivi dodici anni, proseguendo la sua carriera militare con le promozioni a [[tenente colonnello]] (1926) e a [[colonnello]] (31 dicembre 1936) comandante il 3º Reggimento fanteria carrista. Il 25 aprile [[1937]] parte [[Guerra civile spagnola|volontario]] per la [[Spagna]]<ref name=W3p40>{{Cita|Walker 2013|p. 40}}</ref> come Comandante del Raggruppamento Carristi e Reparti Specialisti,<ref name=C0p358>{{Cita|Ceva 2010|p. 358}}</ref> distinguendosi durante la battaglia d'[[Aragona]] (14-16-21 marzo 1938). Decorato con una terza Medaglia d'argento al valor militare<ref>Conferitagli il 4 aprile 1938.</ref> il 2 ottobre 1938 assume il comando della Divisione CC.NN. "Frecce Nere", e il 16 febbraio [[1939]] è promosso al grado di [[Generale di brigata]] per meriti di guerra.<ref>Con la seguente motivazione: ''Comandante di una divisione legionaria, ne temprava mirabilmente la preparazione e lo spirito. Capo capace e valoroso guidava i suoi reparti, al vittorioso forzamento di un fiume in piena, potentemente sistemato a difesa. In successive operazioni confermava brillanti qualità di comandante. Battaglia di Catalogna, 23 dicembre 1938 – 4 febbraio 1939.''</ref> Rientrato in Patria nel giugno di quell'anno, nel mese di settembre partì per l'Africa settentrionale italiana, assegnato con il ruolo di vicecomandante, alla [[61ª Divisione fanteria "Sirte"]].
 
Nel giugno del [[1940]], con lo scoppio della guerra con [[Francia]] e [[Gran Bretagna]], assume il comando delle forze corazzate presenti in Libia.<ref name=L3p20>{{Cita|Latimer, Laurier 2013|p. 20}}</ref> Si trattava di sette battaglioni di carri leggeri [[L3/35]] e due di carri medi [[M11/39]].<ref name=L3p20/> I reparti ai suoi comandi appoggiarono l'[[Invasione italiana dell'Egitto|avanzata]]<ref name=W3p27>{{Cita|Walker 2013|p. 27}}</ref> della [[10ª Armata]] del [[Maresciallo d'Italia]] [[Rodolfo Graziani]] su [[Sidi El Barrani]],<ref name=W3p27/> e subito dopo l'esaurirsi dell'offensiva vennero raggruppati in una [[Brigata corazzata speciale "Babini"|Brigata corazzata speciale]]<ref name=W3p63>{{Cita|Walker 2013|p. 63}}</ref> che prese il nome del suo comandante.<ref name=W3p63/> Nel novembre del 1940 il generale Wavell lanciò la [[Operazione Compass|controffensiva britannica]]<ref name=W3p63/> che condusse alla disordinata ritirata dei reparti italiani, ed egli fu fatto prigioniero ad Agedabia il 7 dicembre [[1941]], non senza prima aver guidato coraggiosamente la sua divisione nel coprire la ritirata all'armata italiana. Rientrato in Italia nel 1946 viene promosso al grado di [[Generale di divisione]] con anzianità dal 1º luglio 1942, e promosso [[Generale di corpo d'armata]] nel [[1947]].<ref>In quello stesso anno fu tra i fondatori dell'Associazione Nazionale Carristi d'Italia, successivamente regolarizzata con atto notarile in Roma il 19 maggio 1952.</ref> Il 7 luglio di quello stesso anno viene collocato a riposo d'autorità per aver partecipato alla guerra civile spagnola nelle file delle truppe legionarie. Riammesso in servizio il 14 ottobre [[1949]] su decisione del [[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|Ministro della Difesa]] [[Randolfo Pacciardi]],<ref>Che combatte nelle file delle forze repubblicane durante il conflitto spagnolo.</ref> assume il comando della [[28ª Divisione fanteria "Aosta"|Divisione fanteria "Aosta"]], e nel [[1950]] l'incarico di Ispettore generale dell'Arma di Fanteria. Nel marzo [[1952]] diviene Vice Presidente della Sezione Esercito del Consiglio Superiore delle Forze Armata, ma muore in un incidente stradale il 29 dicembre dello stesso anno.
 
In sua memoria gli venne intitolata una caserma e una via a [[Bellinzago Novarese]].