La giornata d'uno scrutatore: differenze tra le versioni

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== La trama ==
Il romanzo racconta la giornata che Amerigo Ormea, intellettuale [[comunismo|comunista]], passa come [[scrutatore]] durante le [[elezioni politiche italiane del 1953|elezioni del 1953]] alla [[Piccola Casa della Divina Provvidenza]] "[[San Giuseppe Benedetto Cottolengo|Cottolengo]]" di [[Torino]], un istituto religioso dove sono ricoverati migliaia di minorati fisici e mentali. Lo scopo di Amerigo è quello di impedire che persone incapaci di intendere e di volere siano indotte dai religiosi a votare per la [[Democrazia Cristiana|DC]]; tuttavia la vista di tutti gli infelici che abitano quel mondo parallelo scuoterà profondamente la coscienza di Amerigo, mettendo in crisi tutte le sue certezze e rendendolo, forse, alla fine della giornata, un uomo diverso.
 
Già il nome del protagonista è significativo, infatti Amerigo ricorda ovviamente [[Amerigo Vespucci]], Amerigo come Vespucci va in un mondo nuovo, quando il nostro personaggio entra nel Cottolengo ha la sensazione di entrare in un altro mondo, il suo è un viaggio oltre le frontiere dell'umano. Invece il cognome Ormea è l'anagramma della parola "amore", infatti ciò che Amerigo capirà alla fine della giornata è un nuovo significato di "amore".
 
Il racconto si svolge tutto in una sola giornata, ed è praticamente ambientato solo all'interno del Cottolengo; lì Amerigo assiste all'incredibile sfilata dei votanti che sono tutti individui "fuori dalla norma", sono persone malate e con gravi deformità che colpiscono molto il protagonista e lo inducono a una serie di riflessioni e pensieri per lui completamente nuovi. Si chiede se sia giusto che questi uomini possano votare o essere aiutati a votare, si chiede cosa sia l'umano e fino a che punto arrivi l'umano e l'unica risposta che trova è nell'amore, ''L'umano arriva dove arriva l'amore; non ha confini se non quelli che gli diamo''.