Niccolò Tartaglia: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[Image:Tartaglia - General trattato de' numeri et misure, 1556 - 146704.jpg |thumb|''General trattato de' numeri et misure'', 1556 ]]
Nacque da una famiglia bresciana assai povera, ma "da bene" e lo stesso Tartaglia racconta che a 6 anni rimase orfano di padre in circostanze terribili. Durante il [[sacco di Brescia]] da parte dei francesi il 19 febbraio [[1512]], con la famiglia si rifugiò nel [[Duomo vecchio|duomo vecchio di Brescia]], ma essi furono seguiti fin lì e quindi aggrediti: il padre venne ucciso mentre Niccolò subì una frattura al cranio e comelesioni se ciò non bastasse gli fu inferto un colpo di sciabola in pieno viso che lesionòa mascella e palato. Sopravvisse grazie alle cure della madre, che puliva le ferite con semplice acqua, non avendo denaro per comprare medicinali, ma gli rimase una evidente difficoltà ad articolare le parole. Per questo ebbe il soprannome "Tartaglia" che accettò e lui stesso utilizzò tutta la vita per firmare le sue opere.
 
A 14 anni poté finalmente pagarsi delle lezioni per imparare a scrivere. Grazie alla sua abilità in matematica, poté comunque guadagnarsi da vivere a [[Verona]], dove fu insegnante di matematica dal [[1521]] e risolse l'[[equazione cubica]] o equazione di terzo grado. Tartaglia nel 1556 scrisse il "''General trattato di numeri et misure''", opera enciclopedica di matematica elementare, dove compare il famoso "[[triangolo di Tartaglia]]", applicato a problemi di probabilità. Il triangolo era già noto prima di Tartaglia ai cinesi.