Mo'inoddin Cishti: differenze tra le versioni

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Egli, in altri termini, interpretò la religione in termini di servizio umano ed esortò i suoi discepoli "a sviluppare la generosità tipica del fiume, l'affetto tipico del Sole e l'ospitalità tipica della Terra". La più elevata forma di devozione, secondo lui, era "rivestire la miseria di quanti sono in ristrettezze – per soddisfare le necessità dei disperati e di nutrire gli affamati".<br>
Fu durante il regno di [[Akbar]] (1556–1605) che Ajmer divenne uno dei più importanti centri di pellegrinaggio in India. L'Imperatore Mughal intraprese un viaggio a piedi alla volta di Ajmer. L'''[[Akbarnama|Akbarnāma]]'' registra che l'interesse dell'Imperatore per Ajmer si accese la prima volta quando egli sentì alcune canzoni di [[menestrello|menestrelli]] sulle virtù del ''[[wali]]'' che vegliava ad Ajmer.<ref name="Mehru Jaffer 2006 170"/>
 
Mo'inoddin Cishti fu autore di numerosi libri, incluso l'''Anīs al-arwāḥ'' e il ''Dalīl al-ʿĀrifīn'', entrambi sui codici di vita islamici (l'ortoprassi).