Hagen (mitologia): differenze tra le versioni

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'''Hagen di Tronje''' ('''Högni''' nei testi norreni) è un personaggio della [[mitologia norrena|mitologia nordica]] legato al ciclo dei Nibelunghi, conosciuto soprattutto per aver preso parte, in maniera più o meno diretta a seconda delle tradizioni, al tradimento di [[Sigfrido|Sigfrido/Sigurðr]].
 
== TradizioneNella tradizione Norrena ==
Högni, in accordo con la tradizione norrena trasmessaci dall'[[Edda poetica]] e dalla [[Saga dei Völsungar|Völsungasaga]], è uno dei principi Niflungar, figlio di Gjuki e dunque fratello di [[Gundicaro|Gunnar]] (Gunther) e [[Gudrun (mitologia)|Gudrun]] (Crimilde).
 
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Atli getta quindi Gunnar nella fossa dei serpenti, dove il re muore per il veleno di una vipera.
 
== StoriaNel nel ''Nibelungenlied'' ==
D'accordo con [[La Canzone dei Nibelunghi]] Hagen è il più fidato vassallo di [[Gundicaro|Gunther]], re dei [[Burgundi]], nonché suo parente. Egli è figlio di Aldarian e fratello di Dankwart, il marescalco.
 
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Portato innanzi alla regina Crimilde, Hagen chiede come prezzo per rivelare il nascondiglio del tesoro la testa di Gunther. Quando la regina glie la porta, ridendo afferma di essere ormai l'unico custode del segreto e di non essere disposto a rivelarlo.
La regina furibonda lo uccide.
 
== Nel Waltharius e nella Thidrekssaga ==
La figura di Hagen svolge un ruolo fondamentale anche in un poemetto latino, il [[Waltharius]], in cui si narrano le vicende dell'omonimo eroe (conosciuto anche come [[Gualtiero d'Aquitania]]). Per scongiurare lo scontro con il potente sovrano degli Unni [[Attila]], [[Gjuki|Ghibicone]], re dei Franchi, consegna Hagen, giovane di nobili natali, come ostaggio al re invasore; la stessa sorte tocca a Waltharius, figlio del re d'Aquitania, e a Hiltgund, fidanzata di Waltharius e figlia del re di Borgogna. I tre giovani crescono insieme alla corte del grande sovrano orientale nelle grazie del re e della regina, diventando pressoché indispensabili per la sicurezza del regno: Hagen e Waltharius si distinguono per il loro valore e vengono eletti capi dell'esercito degli Unni. Quando [[Gundicaro|Gunther]], succeduto al padre [[Gjuki|Ghibicone]] sul trono di Worms, si rifiuta di pagare il tributo ad Attila, Hagen fugge dalla Pannonia e ritorna in patria. Dopo non molto tempo anche Waltharius e Hiltgund lasciano di nascosto la corte unna, portando parte del tesoro di Attila. Allorquando Gunther viene informato del fatto che Waltharius sta attraversando il suo regno con un ricco tesoro, decide di organizzare una spedizione per prenderglielo. Hagen, che pure accompagna il suo re, si rifiuta di combattere contro Waltharius, amico d'infanzia e compagno d'armi. Waltharius sconfigge ed uccide tutti i cavalieri burgundi al seguito di Gunther, compreso Patafrido, nipote di Hagen. Pregato da Gunther, Hagen decide infine di vendicare il parente e, insieme al re, sfida il cavaliere fuggiasco; al termine di un terribile scontro ognuno dei tre eroi si trova mutilato: Waltharius recide una gamba a Gunther, ma perde a sua volta la mano destra per opera di Hagen e si vendica colpendo il volto di quest'ultimo e cavandogli un occhio e sei denti. Hagen e Waltharius, allo strenuo delle forze, decidono di riappacificarsi e stringono nuovamente un patto di fratellanza. Quindi si separano in amicizia, dopo aver riportato a Worms Gunther, gravemente ferito.
 
Le vicende mitiche di [[Teodorico il grande|Teodorico da Verona]] (Diedrich von Bern) narrate nella '''Thidrekssaga''' sono strettamente legate al ciclo nibelungico: anche qui Hagen/Högni svolge un ruolo significativo. Il racconto segue in linea di massima la tradizione germanica del [[Nibelungenlied]], anche se non mancano alcune differenza significative. Anzitutto Hogni (così l'eroe è chiamato nel poema) è presentato come fratellastro di [[Gundicaro|Gunnar]], cioè come figlio della regina Uote e di un elfo, che la aveva sedotta e violentata in seguito ad un incontro in un giardino. Hogni, in accordo con [[Waltharius]], è descritto come guercio, essendo stato privato di un occhio da [[Gualtiero d'Aquitania]]. In seguito all'ardua resistenza dei Burgundi, presi in trappola nel palazzo di Attila, narrata in maniera più o meno conforme alle vicende del Nibelungenlied, Hogni affronta l'eroe Teodorico in un duello che si protrae per moltissimo tempo: Teodorico, figlio di un demone, si adira a tal punto per non riuscire a sopraffare il figlio di un elfo da rigurgitare dalla bocca una vampata di fuoco che ustiona gravemente l'avversario. In seguito Teodorico, orripilato dalla crudeltà di Grimild ([[Gudrun (mitologia)|Crimilde]]) che uccide a sangue freddo i fratelli Gernoz (Gernot) e Gislher (Giselher), porta Hogni nella propria dimora a Susa. Qui l'eroe, ormai ferito a morte, si giace con una dama di nome Herrad e le consegna le chiavi per il tesoro dei Nibelunghi: sarà Aldarian, il figlio nato da questa unione, a vendicare il padre rinchiudendo Attila nel nascondiglio del tesoro e lasciandolo lì a morire di stenti.
 
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