Virginia Centurione Bracelli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Di famiglia nobile e facoltosa, figlia di [[Giorgio Centurione]], [[doge]] della [[Repubblica di Genova]] nel biennio [[1621]]-[[1622]] e di Lelia Spinola, ricevette un'educazione religiosa. I genitori volevano per lei un'[[istruzione]] che le permettesse leggere le [[letteratura|opere letterarie]] e le fu insegnato il [[lingua latina|latino]].
La madre morì presto e il padre, secondo l'usanza del tempo, la promise in sposa a Gaspare Grimaldi Bracelli, unico erede di una ricca e nobile famiglia. Nel [[1606]] Gaspare Bracelli si ammalò gravemente ai [[polmone|polmoni]] e i medici consigliarono un clima più salubre; si trasferì ad [[Alessandria]], presso dei cugini, dove Virginia lo raggiunse nel [[1607]]. Bracelli morì il [[13 giugno]] [[1607]], a 24 anni, lasciando Virginia [[vedovanza|vedova]] a 20.
 
Cercando anche la collaborazione della madre di Gaspare, Giorgio Centurione fece di nuovo progetti di matrimonio per la figlia, spinto anche dalla volontà di diventare [[doge]], ma Virginia rifiutò.
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Nell'agosto [[1625]] morì anche la suocera, nel [[1630]] la Bracelli iniziò l'attività di accoglienza ed assistenza per bambine povere. Al crescere il numero delle giovani accolte nel suo palazzo, inizialmente riservò loro l'[[attico (architettura)|attico]], ma poi dovette cercare un locale più grande. La [[duca|duchessa]] [[Placida Spinola]], di cui era amica, le concesse (all'inizio gratuitamente, in seguito in [[affitto]]) il convento di Monte [[Calvario]] che aveva comprato dai [[frati francescani]].
 
Il [[14 aprile]] [[1631]], lasciò la casa di [[Via Lomellini]] e si trasferì con le giovani verso il convento di Monte Calvario, che fu chiamato "Rifugio di Monte Calvario".
Quando il convento di Monte Calvario diventò insufficiente per le tante richieste, Bracelli portò le migliori in una seconda casa e poi in una terza. In tre anni l'opera contava già le tre case e trecento ricoverate.
 
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=== Le "quarantore" ===
Durante le feste di [[carnevale]] riscoprì le "Compagnie di penitenza", organizzò processioni e la [[consacrazione]] della Repubblica alla [[Maria, madre di Gesù|Vergine Santissima]] del [[25 marzo]] [[1637]].
Fondò l'istituzione delle [[quarantore]], che servirono per ravvivare nei fedeli la fede e la adorazione all'[[eucaristia]]. Il [[cardinale]] [[Stefano Durazzo (cardinale)|Stefano Durazzo]], [[arcivescovo]] della città, lo concesse su autorizzazione solo quando Virginia Centurione si impegnò a curare il decoro delle chiese dove fosse esposto solennemente il "Santissimo Sacramento". Le quarantore furono iniziate verso la fine del [[1642]].
 
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Con il passare del tempo volle dare alle "figlie" una sistemazione definitiva e una sede propria. La prima idea fu quella di comprare Monte Calvario, ma il costo era troppo elevato per le sue possibilità. Decise quindi di comprare una casa nel quartiere di [[Carignano (quartiere di Genova)|Carignano]].
Spinta dai parenti preoccupati per la sua salute, decise di assicurare il futuro dell'opera chiedendo al [[Senato]] della Repubblica, con una petizione, l'assegnazione di protettori pubblici.
Il Senato accettò e nominò (il [[3 luglio]] [[1641]]) i protettori che comprarono la casa di Carignano e presero sotto la loro tutela l'amministrazione del Rifugio imponendo dei limiti all'attività della Centurione, che aveva cominciato a costruire nuovi locali. La data del riconoscimento ufficiale fu il [[13 dicembre]] [[1635]].
 
Si trasferì a Carignano con le giovani della casa del [[Bisagno]] e di Monte Calvario.
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Già nel [[1633]], scrivendo a un'amica, la Bracelli la informava che si erano trasferite alla casa di Bisagno "solo quelle giovani che pensavano di servire Nostro Signore per tutta la vita". Nel [[1641]] il [[OFM Capp.|cappuccino]] Mattia Bovoni assunse la direzione spirituale della comunità di Carignano.
 
Bovoni si rese conto della bontà della fondazione, ma per garantirne la continuità, suggerì a Bracelli di scegliere le migliori delle sue "figlie" per formare una comunità che avrebbe potuto continuare la sua opera. Le giovani avrebbero potuto vincolarsi in maniera moderata, alla maniera delle [[terziari francescani|terziarie francescane]], e come "[[verginità|vergini]] secolari" arrivare ad essere "anime consacrate a Dio". Le donne che Bracelli scelse il [[2 febbraio]] [[1642]], come terziarie francescane, non fecero [[voto religioso]], ma si obbligarono all'[[obbedienza]] ai superiori, cioè alla "madre" e ai "protettori". Nel [[1643]] Mattia Bovoni morì.
 
La ''Regola'' delle "figlie" fu redatta negli anni [[1644]]-[[1650]], in essa si diceva che tutte le case costituivano l'unica Opera di Nostra Signora del Rifugio, sotto la direzione ed amministrazione dei "protettori"; veniva riconfermata la divisione tra le "figlie" con l'abito ([[suora|suore]] e [[noviziato|novizie]]) e "figlie" senza; tutte, però, dovevano vivere - pur senza [[voti religiosi|voti]] - in obbedienza e povertà.
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Furono gli anni della discordia tra il fratello Francesco e il [[cognato]]; i litigi e le querele si portavano via gran parte del patrimonio dei [[genero|generi]], era il [[fallimento (diritto)|fallimento]] [[finanza|finanziario]] del marito della figlia Isabella che, facendosi [[garanzia|garante]] dei suoi fratelli, era rimasto implicato nel loro fallimento con un [[debito]] di più di 4 milioni di lire.
Nel [[1647]] ottenne la riconciliazione tra la [[Curia diocesana|Curia]] arcivescovile ed il Governo della Repubblica, tra loro in lotta per pure questioni di prestigio.
Nel [[1649]], dopo una grave malattia, chiese e ottenne che ai tre protettori se ne aggiungesse un quarto, il [[marchese]] [[Emmanuele Brignole]], in riferimento al quale le religiose furono poi chiamate "suore brignoline".
 
Morì nella casa di [[Carignano (quartiere di Genova)|Carignano]] il 15 dicembre 1651, a 64 anni.
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=== La beatificazione e la canonizzazione ===
Fu [[beatificazione|beatificata]] da [[papa Giovanni Paolo II]] il [[22 settembre]] [[1985]] a Genova, in [[Piazza della Vittoria (Genova)|Piazza della Vittoria]], durante la [[visita pastorale]] alla città e alla [[arcidiocesi]]. Il grande arazzo per la beatificazione, posto alle spalle del Santo Padre, fu realizzato dal pittore [[Corrado Mazzari]].
Fu [[canonizzazione|canonizzata]] dallo stesso [[Papa]] il [[18 maggio]] [[2003]] a Roma, in [[Piazza San Pietro]].
 
== Bibliografia ==
* S. A. Squarciafico, ''Embrione della vita di Virginia, figlia di Giorgio Centurione (già) duce e moglie di Gasparo Grimaldo dei signori Bracelli'', Archivio Rifugio, Ms. B nr.22
* Padre Antero di [[San Bonaventura]], ''Vita della [[Serva di Dio]] Virginia Centurione Bracelli'', [[Torino]], 1864
* A. M. Centurione, ''Vita di Virginia Centurione Bracelli'', [[Tipografia]] Arcivescovile, Genova, 1873
* L. Traverso, ''Vita di Virginia Centurione Bracelli'', [[Ancora]], Genova, 1939
* [[Sacra Congregazione per le Cause dei Santi|Sacra Congregatio pro Causis Sanctorum]], ''Positio super introductione causae et super virtutibus ex officio exarata servae Dei Virginiae Centurione Bracelli'', [[Roma]], 1971
* Franco Stano, ''Virginia Centurione Bracelli, a lei Genova rispose'', [[Edisigma]], Genova, 1985
* Gianluigi e R. Magaglio, ''Virginia Centurione Bracelli, antesignana realizzatrice dei moderni metodi di intervento socio-assistenziale'', Edisigma, Genova, 1985
* Maria Romanelli, ''Virginia Centurione Bracelli. Protagonista scomoda di una storia del seicento genovese'', [[Marietti]], [[Genova]], 1992, ISBN 88-211-9967-3
* R. Carapelli, ''La pittrice Adelina Zandrino, una importante illustratrice dimenticata'', in "Santini et similia", a. VII, n. 27, gennaio-marzo 2002, pp. 40–42
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{santiebeati|90296|santa Virginia Centurione Bracelli}}
* {{cita web|http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20030518_bracelli_it.html|Biografia ufficiale sul sito del Vaticano}}
* {{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/1985/documents/hf_jp-ii_hom_19850922_beatificazione-genova_it.html|Omelia di Giovani Paolo II nella beatificazione di Virginia}}
* {{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2003/may/documents/hf_jp-ii_spe_20030519_de-mattias-centurione_it.html|Discorso di Giovanni Paolo II ai pellegrini convenuti per la canonizzazione}}
* {{cita web|url=http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=224|titolo=Omelia dell'Arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone nella Messa di ringraziamento per la Canonizzazione di Virginia Centurione Bracelli (25 ottobre 2003)}}
 
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