Prosopopea: differenze tra le versioni

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La '''prosopopea''' (προσωποποιία, 'personificazione', dal [[lingua greca antica|greco antico]] ''prósopon'', 'persona', e ''poiéo'', 'faccio') è una [[figura retorica]] basata sulla personificazione di oggetti inanimati o di astrazioni, come la Patria o la Gloria. È prosopopea anche il dar voce a persone defunte. È associabile alla [[favola]], componimento breve in cui si dà voce ad animali o oggetti.<ref name=marchese252>Marchese, op. cit., ''ad vocem''.</ref>
 
==Esempi==
Celebri esempi di prosopopea sono quella del ''[[Critone]]'' di [[Platone]], dove le [[Leggi di Atene]] parlano a [[Socrate]] e pretendono che ad esse sia dovuta obbedienza anche quando sono sfavorevoli<ref>[[Vincenzo Vitiello]], ''[https://books.google.it/books?id=ilM-ZcifzMIC&pg=PA11 Filosofia teoretica: le domande fondamentali: percorsi e interpretazioni]'', Bruno Mondadori editore, 1997, ISBN 8842493104, p. 11.</ref>, o quella delle ''[[Catilinarie]]'' di [[Cicerone]]<ref name=marchese252/>, in cui l'autore immagina che la Patria sdegnata rimproveri [[Catilina]], reo di aver organizzato una congiura contro di essa.