Alfredo Ottaviani: differenze tra le versioni

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|nato= 29 ottobre [[1890]], [[Roma]]
|ordinato=18 marzo [[1916]]
|nomarcivescovo=5 aprile [[1962]] da [[papa Giovanni XXIII]] (poi [[santo]])
|arcconsacrato=19 aprile [[1962]] da [[papa Giovanni XXIII]] (poi [[santo]])
|creato= 12 gennaio [[1953]] da [[papa Pio XII]]
|deceduto=3 agosto [[1979]], [[Città del Vaticano]]
|nomarcivescovo=5 aprile [[1962]] da [[papa Giovanni XXIII]] (poi [[santo]])
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{{Bio
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== Biografia ==
Ottaviani nacque povero nel quartiere popolare di [[Trastevere]], figlio del fornaio Enrico Ottaviani e della casalinga Palmira Catalini. Dopo essere stato ordinato prete il 18 marzo [[1916]], svolse attività pastorale nella diocesi di Roma. Nel marzo [[1922]] ottenne i primi incarichi nella [[Curia romana]] come segretario personale del nuovo [[papa Pio XI]]. Il Papa lo chiamò alla [[Segreteria di Stato (Santa Sede)|Segreteria di Stato]] nel [[1928]] come sostituto della sezione ''Affari Ecclesiastici straordinari'', occupò soltanto un anno dopo il posto di sostituto alla Segreteria di Stato.
[[File:DanteJOHNXXIII.jpg|sinistra|miniatura|Da sinistra a destra : [[Enrico Dante]] , [[Papapapa Giovanni XXIII]] , il cardinale Ottaviani]]
In quegli anni Ottaviani portò il suo contributo come giurista nella stipulazione dei [[Patti Lateranensi]]. Successivamente divenne assessore, pro-segretario e segretario. Il 12 gennaio [[1953]], [[papa Pio XII]] lo nominò pro segretario della Congregazione del Santo Uffizio, e contestualmente creato e pubblicato [[cardinale]]. Essendo conservatore ebbe forti contrasti con chi voleva innovare la secolare tradizione ecclesiale. Il 5 aprile [[1962]] fu elevato al rango di [[arcivescovo]] da [[papa Giovanni XXIII]]. Il 21 giugno [[1963]], in qualità di [[cardinale protodiacono]], ha annunciato l'elezione di [[Papa Paolo VI]], proclamando l'[[Habemus Papam]]''.
[[File:P24.jpg|sinistra|miniatura|[[30 giugno]] [[1963]], ilIl cardinale Alfredo Ottaviani mentre incorona [[Sommo Pontefice]] [[Papapapa Paolo VI|Paolo VI]] in [[piazza San Pietro]] il 30 giugno [[1963]]]]
Essendo responsabile del dicastero, a cui è istituzionalmente demandata la tutela del sacro patrimonio della fede e della morale cattolica, ricoprì questo ruolo tenendo un comportamento attento e preciso, nella convinzione, in lui maturata con l'esperienza, che la "rectitudo fidei", cioè l'ortodossia, è patrimonio irrinunciabile ed è condizione primaria per la "rectitudo morum", o ortoprassi. La sua preparazione giuridica, che già in età giovanile gli aveva garantito l'attenzione di altri sacerdoti, lo sostenne nel lavoro che svolse a difesa della fede cattolica<ref>Dall'omelia di Giovanni Paolo II nel giorno dei funerali del cardinale</ref>.