Infiltrazione (militare): differenze tra le versioni

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Da quote maggiori, per la presa a terra si usa il paracadute, sia lanciandosi da un velivolo ad ala fissa che da un elicottero e, in quest'ultimo caso, sia in caso di volo rettilineo che stazionario (quest'ultimo utilizzato più in addestramento che in fase operativa).
Normalmente si impiega la tecnica del "lancio vincolato" come in uso nei normali reparti di fanteria paracadutista anche se, negli ultimi decenni, per infiltrazioni realmente occulte, sono sempre più apprezzate le tecniche di "lancio comandato" da media o alta quota in quanto la tecnica di lancio vincolato, normalmente eseguita da quote basse, pur essendo adatta al lancio di reparti d'assalto numerosi (operativamente si tratta di lanci effettuati tra i 250-300 e i 450 metri al massimo, per evitare al reparto lanciato tempi di esposizione troppo lunghi all'azione nemica e per evitare una dispersione eccessiva degli uomini una volta arrivati a terra che impedirebbe un veloce riordino del reparto, dispersione che aumenta all'aumentare della quota, essendo i paracadutisti in balia delle correnti aeree utilizzando paracaduti non facilmente e solo parzialmente manovrabili), si presta meno al rilascio di reparti piccoli che devono successivamente infiltrarsi in maniera occulta, visto che il passaggio del mezzo aereo a bassa quota è facilmente rilevabile da terra, così come le possibili zone di lancio del reparto, oltre ad esporre il mezzo aereo alle reazioni avversarie anche con mezzi anti-aerei a corto raggio. La tecnica paracadutistica del lancio a caduta libera ed apertura comandata, permette il lancio medesimo da quote più elevate, lasciando maggiore incertezza nel nemico su quale zona atterrerà la poco numerosa pattuglia, utilizzando quest'ultima anche una tipologia di paracadute a grande manovrabilità che permette di allontanarsi dal punto di lancio e di scegliere zone di atterraggio più lontane continuando ad assicurare l'arrivo di tutti i componenti del distaccamento a pochi metri di distanza uno dall'altro, eliminando così anche i problemi di riordino a terra tipico di reparti paracadutisti numerosi i cui componenti arrivano al suolo normalmente sparsi su una vasta superficie.
I vantaggi dei lanci comandati, da parte di piccoli nuclei, vengono esaltati quando effettuati da alta o altissima quota utilizzando le tecniche [[HALO_(paracadutismo)|HALO]] (High Altitude Low Opening) o [[HAHO]] (High Altitude High Opening) che necessitano di personale addestrato anche all'uso degli indispensabili apparati di respirazione ad ossigeno, oltre ad essere dotato di apposito vestiario per resistere all'esposizione di un ambiente dove la temperatura è molto bassa e l'ossigeno estremamente rarefatto per periodi piuttosto lunghi, soprattutto nel caso della tecnica HAHO che permette navigazioni a vela ad alta quota fino ad una quarantina di chilometri di distanza dal punto di lancio dall'aereo.
 
Occorre menzionare, infine, la possibilità di utilizzare anche velivoli ultraleggeri e deltaplani, come sperimentato dalle forze speciali francesi negli anni '80, anche se non ne è stata divulgata l'eventuale adozione come metodologia standardizzata per un loro eventuale uso effettivo.